Tesori d’archivio: le tavole a collage del Victorian Blood Book, uno dei più bizzarri “scrapbook” di epoca vittoriana

Grande appassionato di arte e letteratura vittoriana, lo scrittore britannico Evelyn Waugh accumulò, nel corso della sua vita, una notevole collezione di volumi del periodo. Dopo la sua morte, nel 1966, la moglie Laura vendette l’intera biblioteca — oltre 3500 volumi — all’Università del Texas, che da allora la conserva. Tra questi c’è un tomo molto particolare, acquistato da Waugh negli anni ’50 e risalente a circa un secolo prima. Si tratta di uno “scrapbook”, un album di ritagli, frammenti e collage.
In epoca vittoriana quella dello scrapbooking era una pratica molto diffusa, soprattutto tra le donne e le ragazze provenienti da famiglie abbastanza danarose da potersi permettere libri e giornali da ritagliare. L’album della collezione di Waugh, tuttavia, è opera di un uomo — un insospettabile, per giunta, la cui biografia non avrebbe potuto essere più lontana dal contenuto di quei fogli, pieni di citazioni religiose, immagini naturalistiche, illustrazioni di libri e… sangue. È proprio quest’ultimo elemento, che non è sangue reale ma disegnato a inchiostro rosso, a dare il soprannome all’opera, conosciuta come il “Victorian Blood Book”.

John Bingley Garland, “Durenstein!”, 1854
(fonte: rawpixel.com)

Datato 1º settembre 1854, il libro è un dono di nozze (piuttosto bizzarro come regalo, in effetti) e a realizzarlo fu John Bingley Garland.
Nato nel 1791 a Poole, città inglese del Dorset affacciata sul canale della Manica, Garland proveniva da una famiglia di mercanti. Il padre, George Garland Sr., era a capo di una fiorente impresa che commerciava pesce proveniente da Terranova, in Canada, territorio che allora era una colonia britannica. Intorno ai trent’anni, John diventò socio del padre insieme al fratello George Jr., di qualche anno più giovane, e i due furono spediti oltreoceano a supervisionare gli affari. In Canada i fratelli Garland si rivelarono molto attivi nella comunità di Trinity, dove aveva sede la filiale dell’azienda, ed entrambi assunsero diverse cariche istituzionali. Al suo ritorno a casa, a Poole, John fu eletto per due volte sindaco della città, prendendo poi il controllo della società di famiglia, sempre insieme al fratello, dopo la morte del padre.
Nel 1832, tornò a Terranova con sua moglie Deborah, assumendo cariche via via più importanti all’interno della nuova Camera dell’assemblea della colonia britannica. La sua permanenza nel Nuovo Mondo, tuttavia, fu di breve durata: nel 1834 i Garland decisero di far ritorno nel Regno Unito, e lì John iniziò pian piano a ritirarsi dall’attività e a vendere parte delle sue proprietà. Gli ultimi anni li passò a Winborne, paesino nelle aree rurali del Dorset, vivendo come un gentiluomo di campagna fino alla morte, sopraggiunta nel 1875, a ben 83 anni di età.
Probabilmente è lì che, nel 1854, quando aveva ormai superato i 60, John si mise a lavorare al suo insolito album, pensato, come già accennato, per le nozze della figlia Amy.

Oggi denominato comunemente Victorian Blood Book, il libro si intitolava in realtà Durenstein!, come il castello austriaco in cui Riccardo I d’Inghilterra, meglio conosciuto come Riccardo “Cuor di leone”, fu imprigionato nel 1192 di ritorno dalla sua crociata in Terra Santa. Il tema degli strani collage composti da John Bingley Garland — realizzati con ritagli di illustrazioni da libri di architettura, trattati naturalistici, volumi illustrati (tra cui quelli di William Blake) e copie di antichi manoscritti sacri, arricchiti da citazioni, elementi in carta dorata e schizzi di sangue a inchiostro rosso — è in effetti di carattere religioso: l’album parla «delle battaglie spirituali incontrate dai cristiani lungo il cammino della vita e del “sangue” del sacrificio cristiano», come spiega il testo che introduce l’opera sul sito dell’Harry Ransom Center dell’Università del Texas, dove si può ammirare la versione digitalizzata dell’intero album, composto da 42 tavole. Molte di queste è anche possibile scaricarle gratis sulla piattaforma Rawpixel, dove sono accompagnate da altri tre collage di Garland, ancora più complessi e affascinanti.

John Bingley Garland, “Durenstein!”, 1854
(fonte: rawpixel.com)
John Bingley Garland, “Durenstein!”, 1854
(fonte: rawpixel.com)
John Bingley Garland, “Durenstein!”, 1854
(fonte: rawpixel.com)
John Bingley Garland, “Durenstein!”, 1854
(fonte: rawpixel.com)
John Bingley Garland, “Durenstein!”, 1854
(fonte: rawpixel.com)
John Bingley Garland, “Durenstein!”, 1854
(fonte: rawpixel.com)
John Bingley Garland, “Durenstein!”, 1854
(fonte: rawpixel.com)
John Bingley Garland, “Durenstein!”, 1854
(fonte: rawpixel.com)
John Bingley Garland, “Durenstein!”, 1854
(fonte: rawpixel.com)
John Bingley Garland, “Durenstein!”, 1854
(fonte: rawpixel.com)
John Bingley Garland, “Durenstein!”, 1854
(fonte: rawpixel.com)
John Bingley Garland, “Durenstein!”, 1854
(fonte: rawpixel.com)
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