I bambini sono dei metallari ma non lo sanno

“The Metal Age” è un libro che raccoglie le copertine dei dischi metal ridisegnate da ragazzine e ragazzini

Dai Black Sabbath ai Metallica, dagli Iron Maiden ai Motörhead, dai Burzum ai Pantera: le copertine e i simboli delle band metal viste attraverso gli sguardi, le parole e i disegni di bambine e bambini

Durante gli anni della scuola materna ebbi una fase super-splatter. I disegni che facevo in classe (che mia madre conserva ancora da qualche parte in cantina) erano pieni di scene cruente che coinvolgevano uomini muscolosi fatti a pezzi, lame taglienti grondanti sangue, tigri smembrate, spezzatini di cavalli, esplosioni, fuoco, asce, missili, cannoni e frammenti di corpi sparsi qua e là, tra occhi, zampe, code e ombelichi.
Non ho davvero idea di cosa mi portò a sviluppare tale immaginario — in casa non c’erano particolari problemi, non guardavo film di paura e non avevo cugine o cugini che sadicamente mi raccontavano storie dell’orrore — e non so nemmeno perché il fatto non fece scattare alcun campanello d’allarme, né alle maestre, pur attentissime, né ai miei genitori. Non ricordo di essere mai stato interrogato in proposito. A un certo punto, così com’era arrivato, quel periodo finì, e ripresi a disegnare esseri umani illesi, animali integri e più tranquille astronavi, aerei, automobili e personaggi Disney.
Forse, come sostiene il ruGGGe, «i bambini sono dei metallari ma non lo sanno (ancora)», ed io, in quegli anni, non feci altro che attraversare inconsciamente la mia fase metal. Purtroppo per me e per il mio amico Stefano, che all’epoca condivideva la mia stessa fascinazione, non c’era ancora un meraviglioso folle come Ruggero Asnago a notare questa metallanza spontanea, ad abbracciarla e a fomentarla, e infine a darle il giusto risalto con un libro — The Metal Age — che raccoglie le opere metallare di bambine e bambini di tutta Italia.

Illustratore, fanzinaro, profeta dello spirito DIY, gran maestro di parate, e sedicente “fomentatore di gioie inaspettate”, il ruGGGe (di recente intervistato da Emma Cacciatori qui su Frizzifrizzi) organizza laboratori su e giù per il paese ed è abituato a lavorare con ragazzine e ragazzini, coi quali disegna, piega, ritaglia, appiccica, costruisce, smonta e rimonta cose. Affascinato lui stesso dall’immaginario metal, cui fu introdotto da un cugino acquisito quando aveva appena sette anni, si è accorto quasi tre decadi più tardi che i temi che ancora oggi stregano i bambini sono rimasti gli stessi: «Draghi, cavalieri, medioevo, mostri, creature feroci e battaglie, dinosauri, zombies, demoni, prove truculente da superare, maschi alfa su motociclette roboanti, eroi vendicativi coperti di fibbie e teschi…» scrive nell’introduzione al libro. Da qui l’idea di dare in pasto ai suoi piccoli frequentatori di workshop immagini e suoni metal, per poi vedere che succede. «E mentre riff di piombo e doppiopedale cullavano le nostre orecchie» racconta, «chiedevo ai partecipanti di ridisegnare loghi e copertine (totalmente a scelta libera) dei gruppi che più li avevano colpiti, divertiti, incuriositi, mentre io annotavo le loro reazioni e i commenti più o meno spontanei».



E le pagine di The Metal Age sono appunto piene di questo: copertine più o meno riconoscibili, lettering spigolosi e sbrodolanti, e straordinari commenti. Tipo questi:

Domanda: Perché grida così quando canta?
Risposta: Perché sono dei zombi.
Domanda: Come ti senti quando ascolti il metal?
Risposta: Mi fa sentire forza. Mi scatena potenza.
Domanda: Cosa ti viene in mente quando ascolti il metal?
Risposta: Un trattore.
Domanda: Cos’è per te la musica metal?
Risposta (enigmatica): Una musica che devi fare e noi facciamo quello che ci sembra.

Le parole e i disegni — frutto di diversi anni di laboratori — sono di Tommy, Jacopo, Tobia, Matteo, Ettore, Samira, Charly, Agnese, Tiago, Amelia, Milo, Samu, Giona, Aleandro, Jacopo, Eva, Nicoletta, Viola, Saba, Sveva, Arturo, Giulio, Manon, Francesco, Beatrice, Matilda, Stefania, Valentina, Emi, Gabriele, Corrado, che evidentemente si sono divertite e divertiti un mondo a rifare le copertine e le scritte, ma anche a inventarsi nuovi gruppi e dischi inesistenti, raccolti in un apposito capitolo — Il futuro del metal — dove figurano band inventate come i Bradipo Elettronico, gli Urlofobia, i Goblin Kebab e gli Umidi Psicopatici, e dove appaiono pure i disegni delle mie due figlie, dato che quando il ruGGGe iniziò a buttar giù il progetto le invitò a partecipare e mi chiese di tenere il becco chiuso, riguardo al libro, fino a quando non fosse uscito.

(courtesy: Ruggero Asnago)

Ora il volume è finalmente pubblicato, edito da Atelier Bizzarro in un’edizione limitata di 300 copie, una delle quali è finita dritta dritta nella libreria delle mie pargole, che ormai sono cresciute, hanno superato la loro “fase metal” e adesso guardano divertite i loro disegni di ben cinque anni prima. Io, invece, accolgo l’invito di un grandissimo del fumetto come il Dr. Pira, che nella sua dotta prefazione a The Metal Age avverte: «Non prendete questo libro solo come un giochetto ironico» (e la cinica ironia, si sa, non fa mai difetto a chi è ormai nella cosiddetta età della ragione). Secondo Pira, tuttavia, non bisogna nemmeno sopravvalutare i disegni dei piccoli: «se me lo chiedete, non credo siano dei capolavori» scrive. «In tutta onestà, possiamo dire che i bambini partoriscano idee geniali?» si domanda, azzardando ciò che molte e molti si mozzerebbero la lingua piuttosto che rivelare, e cioè che i bambini non sanno disegnare, sostenendo che, nel momento in cui sopravvalutiamo le loro capacità, «cadiamo dritti nella trappola del “fascino del buon selvaggio”». Ciò che lui suggerisce, piuttosto, è di prendere questo libro «come scrigno di ispirazione». I bambini, infatti, sono molto liberi e spontanei nel loro esprimersi attraverso il disegno — una disinvoltura che più o meno chiunque di noi perde, crescendo, nella maggior parte dei casi smettendo del tutto di disegnare — e per Pira è quella spinta creativa, presente in abbondanza tra le pagine del libro, che va assolutamente recuperata.

The Metal Age si può acquistare sul negozio online di Atelier Bizzarro. Oltre al libro — con in copertina la versione del logo dei Motörhead — ci sono anche la maglietta, il poster, la borsa e la toppa, ma si può comperare pure l’intero set.

The Metal Age

Metal through the children’s eyes

Atelier Bizzarro, 2022

Progetto di Ruggero Asnago iniziato nel 2014.
Stampato nel 2022 presso Grafiche Favia — Bari in 300 copie numerate.
Edito da Atelier Bizzarro.
Progetto grafico di Ilaria Pittassi con Ruggero Asnago.
Assistente alla produzione: Elena Kampa.

“The Metal Age. Metal through the children’s eyes”, Atelier Bizzarro, 2022
(foto: Frizzifrizzi)
“The Metal Age. Metal through the children’s eyes”, Atelier Bizzarro, 2022
(foto: Frizzifrizzi)
“The Metal Age. Metal through the children’s eyes”, Atelier Bizzarro, 2022
(foto: Frizzifrizzi)
“The Metal Age. Metal through the children’s eyes”, Atelier Bizzarro, 2022
(foto: Frizzifrizzi)
“The Metal Age. Metal through the children’s eyes”, Atelier Bizzarro, 2022
(foto: Frizzifrizzi)
“The Metal Age. Metal through the children’s eyes”, Atelier Bizzarro, 2022
(foto: Frizzifrizzi)
“The Metal Age. Metal through the children’s eyes”, Atelier Bizzarro, 2022
(foto: Frizzifrizzi)
“The Metal Age. Metal through the children’s eyes”, Atelier Bizzarro, 2022
(foto: Frizzifrizzi)
“The Metal Age. Metal through the children’s eyes”, Atelier Bizzarro, 2022
(foto: Frizzifrizzi)
“The Metal Age. Metal through the children’s eyes”, Atelier Bizzarro, 2022
(foto: Frizzifrizzi)
“The Metal Age. Metal through the children’s eyes”, Atelier Bizzarro, 2022
(foto: Frizzifrizzi)
“The Metal Age. Metal through the children’s eyes”, Atelier Bizzarro, 2022
(foto: Frizzifrizzi)
“The Metal Age. Metal through the children’s eyes”, Atelier Bizzarro, 2022
(foto: Frizzifrizzi)
“The Metal Age. Metal through the children’s eyes”, Atelier Bizzarro, 2022
(foto: Frizzifrizzi)
“The Metal Age. Metal through the children’s eyes”, Atelier Bizzarro, 2022
(foto: Frizzifrizzi)
“The Metal Age. Metal through the children’s eyes”, Atelier Bizzarro, 2022
(foto: Frizzifrizzi)
“The Metal Age. Metal through the children’s eyes”, Atelier Bizzarro, 2022
(foto: Frizzifrizzi)
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