Il carattere tipografico più deriso in assoluto è — come tutte e tutti sanno — il Comic Sans. Non si contano i meme e le battute, e l’espressione «ogni volta che usi il Comic Sans un grafico muore» è una di quelle che ci si potrebbe far soldi se si riuscisse a registrarne il copyright.
Quello che non tutte e non tutti sanno, però, è che questo font, sviluppato negli anni ’90 dal designer Vincent Connare per Microsoft con l’intenzione di imitare i caratteri dei fumetti, è in realtà uno dei migliori in quanto a leggibilità per chi ha la dislessia. Molto di più di caratteri assai più blasonati e riveriti.
Proprio per questo Dyslexia Scotland — piccolo ente scozzese impegnato sul fronte della sensibilizzazione sul problema della dislessia e sulla creazione di una cultura inclusiva nei confronti di chi ha questo disturbo (non meno del 10% della popolazione mondiale!) — ha creato una campagna informativa che ruota appunto attorno al famigerato Comic Sans, invitando progettiste e progettisti grafici a una riflessione: «È finalmente giunto il momento che i designer smettano di chiederne la messa al bando e trasformino invece l’irritazione in ispirazione» spiega il sito There’s Nothing Comic About Dyslexia, ricordando che «i pregiudizi non fanno altro che ostacolare la crescita».

Il messaggio dell’organizzazione è chiaro: passino le burle, ma prima occorre rimboccarsi le maniche, progettando, se ne si è capaci, qualcosa di meglio del Comic Sans ma altrettanto efficace a livello di leggibilità.
A dare l’esempio c’è un nuovo font, ideato e sviluppato appositamente per l’iniziativa dal designer norvegese Daniel Brokstad.
Di base a New York, Brokstad ha creato Inconstant Regular, un «sans-serif coerentemente-incoerente-e-non-così-regolare», come lui stesso lo definisce, trovando una soluzione al problema di accontentare le esigenze estetico-tipografiche di chi fa design senza sacrificare leggibilità e accessibilità.

Brokstad ha puntato sull’irregolarità delle forme, in modo tale da rendere i singoli glifi ben distinguibili tra loro, e ha disegnato tre diversi set stilistici, così da poter adattare il font a diverse esigenze grafiche.
Si tratta inoltre di un carattere variabile, del quale è dunque possibile modificare alcune caratteristiche, tipo la lunghezza dei tratti ascendenti e discendenti delle lettere, la grandezza dei punti, la dimensione del corpo dei glifi e il peso delle parti superiori e inferiori.
A questo si aggiungono le cosiddette alternative contestuali, cioè dei glifi capaci di adattarsi al contesto e cambiare leggermente in base alle lettere che hanno attorno.
Ciliegina sulla metaforica torta: Inconstant Regular è gratis. Lo si può scaricare (da qui o da qui) e adoperare liberamente, sia per progetti personali che commerciali.

