La Umbrella House di Kazuō Shinohara rischiava la demolizione ma è stata salvata e ricostruita da Vitra

«Una casa è un’opera d’arte» scrisse sessant’anni fa il grande architetto giapponese Kazuō Shinohara sulla rivista d’architettura Shinkenchiku. «La forza della mia convinzione che “una casa è un’opera d’arte”» continuò, «è nata dagli sforzi necessari per questa piccola casa. Ho voluto esprimere la forza dello spazio racchiusa nella doma1 di una vecchia fattoria giapponese, questa volta attraverso il disegno strutturale geometrico di un karakasa2».
La “piccola casa” cui si riferiva Shinohara era la cosiddetta Umbrella House, un’abitazione dalle dimensioni ridottissime (appena 55 mq) costruita a Tokyo, nel quartiere di Nerima, nel 1961. L’idea dell’architetto era di creare una soluzione abitativa per un nucleo familiare ispirandosi alla casa tradizionale giapponese ma adattandola alle abitudini contemporanee e ai materiali moderni. Oltre al legno (pino nero giapponese, cipresso giapponese e abete di Douglas), usò anche lastre di fibrocemento, adoperando il classico sistema a pilastri e travi e andando a ispirarsi anche ai templi sacri (il tetto, simile appunto a un ombrello, è mutuato dalle strutture visibili negli edifici religiosi giapponesi).
Nella pur ridotta superficie della casa c’era tutto ciò che serviva: il soggiorno, la cucina abitabile, il bagno e la zona notte.

Umbrella House, Tokyo, 1963-1964 ca.
(© Akio Kawasumi | courtesy: Vitra)

La Umbrella House è l’ultimo edificio sopravvissuto di quello che fu il “primo stile” di Shinohara, architetto relativamente poco conosciuto in occidente ma considerato come uno tra i più grandi maestri dell’architettura giapponese del ‘900.
Nato nel 1925, Kazuō Shinohara si laureò in matematica e solo successivamente scelse di diventare architetto. Studiò al Tōkyō Institute of Technology, dove in seguito diventò professore.
Nel corso della sua lunga carriera progettò molti edifici e fu lui stesso a suddividere la propria attività in quattro periodi principali: il primo (dal 1954, cioè subito dopo la laurea in architettura, agli anni ’60) è caratterizzato dall’ispirazione alle costruzioni giapponesi tradizionali, contaminata dal funzionalismo moderno; il secondo (dal 1970 al 1974) fu improntato alla trasformazione di alcuni elementi simbolici della cultura giapponese in forme tridimensionali astratte; il terzo (dal 1974) derivò dall’osservazione della città di Tokyo e dall’applicazione delle teorie del caos in architettura; il quarto (dal 1984) fu un’evoluzione del terzo, riadattato agli edifici pubblici (un esempio su tutti, la Centennial Hall del Tokyo Institute of Technology).

Umbrella House, Tokyo, 1963-1964 ca.
(© Akio Kawasumi | courtesy: Vitra)
Umbrella House, Tokyo, 1963-1964 ca.
(© Akio Kawasumi | courtesy: Vitra)

Shinohara morì nel 2006 e da allora la Umbrella House è rimasta, come già accennato, l’unico edificio ancora in piedi di quel “primo stile”. Qualche anno fa, però, ha rischiato di essere demolita quando la famiglia dei proprietari originari decise di trasferirsi e vendere la casa. Lì dove sorgeva il progetto del grande architetto, si decise di far passare una strada e a nulla valsero i tentativi (attraverso l’Heritage Houses Trust) di trovare nuovi proprietari. A prendersi a cuore il destino della Umbrella House fu l’architetta Kazuyo Sejima, che riuscì a coinvolgere l’azienda svizzera Vitra.

Su iniziativa del presidente emerito di Vitra Rolf Fehlbaum, la casa venne dunque smontata pezzo per pezzo e spedita fino al grande Vitra Campus, a Weil am Rhein, nei pressi di Basilea, dove a settembre 2021 è iniziata la ricostruzione. Ora la Umbrella House è stata finalmente terminata. L’inaugurazione c’è stata qualche giorno fa e un pezzo di storia dell’architettura del XX secolo è finalmente salva, e visitabile da chiunque voglia andare a vederla coi propri occhi.

Umbrella House, Vitra Campus, giugno 2022
(© e courtesy: Vitra | foto: Dejan Jovanovic)
Umbrella House, Vitra Campus, giugno 2022
(© e courtesy: Vitra | foto: Dejan Jovanovic)
Umbrella House, Vitra Campus, giugno 2022
(© e courtesy: Vitra | foto: Dejan Jovanovic)
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