ZoomBi, un libro-gioco per sopravvivere all’apocalisse dei morti-viventi

ZoomBi
AUTORI
Stefano Ascari
Enrico Macchiavello (ill.)
EDITORE
Edizioni EL

Conosco Enrico Macchiavello da un numero incalcolabile di anni e ammiro il suo lavoro da altrettanti. Quindi sono molto contento di ritrovarlo, dopo la sua graphic Ragazzino va all’inferno (GRRRZ, 2018), con un nuovo lavoro a dir poco apocalittico.
ZoomBi, scritto da Stefano Ascari e pubblicato da Edizioni EL, è infatti un divertente fumetto-gioco, in cui sei personaggi si muovono, come da cliché del genere, in una città infestata dai morti viventi, cercando la salvezza.
Le doppie pagine a fumetti si alternano a doppie che traboccano di zombie e di personaggi da individuare per poter passare alla pagina successiva. Una sorta di Dov’è Wally? con cadaveri deambulanti al posto di simpatici tizi in maglia righe e occhiali tondi. Ho un po’ di curiosità su questo libro per cui ho chiamato direttamente Enrico per farmi raccontare qualcosa.


Ti faccio subito una domanda da bambini: quanti zombie hai disegnato in questo libro?

La domanda mi coglie in contropiede, non ne ho la minima idea, tanti, troppi, d’altronde sono un’orda, ma se qualcuno si vuole cimentare sono circa una ventina per decimetro quadro.

Ahah! Fantastico! E quanto tempo ci hai messo? (Altra domanda da bambini).

Tantissimo. Nonostante sia piuttosto veloce, la densità ha richiesto parecchio tempo di esecuzione, a spanne 3/4 giorni di disegno per doppia pagina e 2 o 3 per la colorazione. Ha aiutato parecchio la finalizzazione del libro una quarantena forzata da contagio.

(courtesy: Enrico Macchiavello)

Come è nato questo progetto? Conoscevi già Stefano Ascari?

Galeotta fu un’edizione di Lucca Comics di qualche anno fa. Un amico comune ci ha presentati, e l’idea è nata da Stefano guardando delle mie tavole zeppe di zombie di un fumetto mai pubblicato. L’intesa tra noi due ha funzionato da subito, sia per interessi comuni sia per la voglia di fare libri divertenti.

Da lettore di fumetti e spettatore di cinema ti piace, o ti è piaciuto in passato, l’immaginario dei morti viventi? Sei un fan di George Romero, Dylan Dog, Walking Dead… Michael Jackson?

L’immaginario dei morti ambulanti è ben presente in me sin da bambino, complice la visione de L’alba dei morti viventi di Romero, in età forse un poco acerba, tanto da portarmi ad immaginare orde di zombie che sbarravano le uniche vie di fuga principali della mia via… Ma io conoscevo una scorciatoia… a quei tempi pavimentata di siringhe usate.
E appunto lo zombie è, forse, il mio archetipo horror preferito anche perché si presta ad essere declinato in tutte le maniere, come i viventi, quindi divertentissimo da disegnare, dal fresco di morso al parecchio stagionato.

(courtesy: Enrico Macchiavello)

Enrico Macchiavello

Nato a Genova nel 1974, è illustratore, fumettista e animatore. Lavora nel mondo dei servizi grafici per editoria e web e nella pubblicità. Ha illustrato diversi libri e fumetti.

Seguo il tuo lavoro da tanti anni e ho sempre visto le tue tavole pullulare di personaggi. Se in alcuni lavori, come lo stesso Ragazzino va all’inferno, hai dato la precedenza alla narrazione, con tavole più parche di personaggi e di dettagli, qui mi sembra tu abbia trovato un giusto equilibrio tra lo storytelling e il piacere puro di disegnare. Mi sbaglio?

Non ti sbagli, in Ragazzino va all’inferno il racconto doveva correre a capofitto. Dopo aver conosciuto Ragazzino, il susseguirsi degli eventi doveva portarci alla fine in una lettura più rapida possibile. Mentre su ZoomBi ho avuto la fortuna di lavorare sui testi di Stefano, che è anche, tra le molte cose, sceneggiatore professionista, quindi le vignette dovevano introdurci in diversi ambienti presentandoci molti personaggi e le loro sfaccettature caratteriali.
Ragazzino è influenzato dal mio amore per l’animazione, mentre la storia a fumetti di ZoomBi gode di una struttura più solida e ben articolata, perciò il disegno ha, spero, rispettato le direttive della sceneggiatura.

Dopo un decennio di tuoi spot animati per la Ceres, l’etichetta danese scelse di cambiare disegnatore e stile ai loro spot (devo dire con risultati a dir poco infelici, ma io sono di parte). Ti manca l’animazione ogni tanto?

Eh! Pure io sono di parte, ma le animazioni realizzate per quelle campagne pubblicitarie restano un felice e raro momento, per qualità e longevità, nel panorama della promozione commerciale in Italia. Io e, penso, tutti i molti professionisti che hanno contribuito a realizzarle siamo ancora orgogliosi.
Il cinema di animazione non lo ho mai abbandonato, tra progetti che non hanno mai visto la produzione vera e propria e i miei continui esercizi e divertissement, i cartoni animati sono una presenza quotidiana tra professione e passione.

(courtesy: Enrico Macchiavello)
(courtesy: Enrico Macchiavello)

So che adesso insegni in una scuola di fumetto. Com’è stare dall’altra parte della cattedra? Hai trovato qualche talento interessante?

Insegno in diverse realtà, appunto, animazione e illustrazione. È una missione che mi piace e, per come la vedo, non deve diventare scuola di maniera. In base alle qualità e alle attitudini degli studenti deve cercare di guidare nella crescita artistica e professionale, cosa che — ben sai — anche per noi grandicelli, non finisce mai.
Nell’arco degli anni ho visto diversi talenti, alcuni acerbi, altri più strutturati, ma quello che apprezzo di più è l’incontrare una ragazza o un ragazzo con la testa caparbia e l’ambizione di voler vivere della propria creatività, proprio come eravamo noi quando ci siamo conosciuti.

[ATTENZIONE SPOILER]
Posso dire una cosa, però? Sono rimasto molto deluso dal finale del vostro libro. Voglio dire… dopo tutto quel correre da una pagina all’altra, uno alimenta delle aspettative e invece alla fine… si salvano tutti?!

Avendo un cast di tutto rispetto, gli agenti ci hanno implorato di non far morire nessun attore… Scherzi a parte, se ci ragioni, la loro condizione di sopravvissuti esclude quelli che tali non sono, il che dovrebbe soddisfare la tua voglia di sbudellamenti.

Dimmi almeno che lo avete fatto perché ci sarà un sequel!

Il cinema insegna, e Zombi 2 di Lucio Fulci è uno dei miei film preferiti sull’argomento. Quindi seguiteci, e chissà…

(courtesy: Enrico Macchiavello)
(courtesy: Enrico Macchiavello)
editorialista
Mostra Commenti (0)

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Un messaggio

Frizzifrizzi è sempre stato e sempre rimarrà gratuito. Si tratta di un progetto realizzato ogni giorno con amore e con impegno. La volontà è di continuare a farlo cercando di tenere al minimo la pubblicità. Per questo ti chiediamo una mano — se vorrai — con una piccola donazione. Potrai farla su PayPal.

GRAZIE DI CUORE.