Herbarium, i quaderni di botanica di Ramatostudio

Con quanta poesia si può scrivere delle piante più semplici!
«Dai selciati delle città ai prati di alta montagna, essa fa sbocciare ovunque i suoi capolini giallo dorati, solitari in cima a steli lisci e nudi, che nascono da una rosetta di foglie profondamente dentellate (donde il nome Dente di leone in Italia, Dent-de-lion in Francia, diventato curiosamente Dandelion in Inghilterra). Da noi viene chiamata anche Bugia o Soffione. Sono rare le praterie, gli orli delle strade, le sodaglie, gli stessi acquitrini dove non luccichi in primavera la moneta d’oro dei giovani Dente di leone, primo tributo della terra rinnovata agli emissari del sole»: così il botanico francese parlava del tarassaco comune nel suo Il libro delle erbe, prezioso tascabile ormai fuori catalogo che trovai qualche anno fa per pochi spicci (1,50 Euro a fronte delle originali 3000 Lire) in un mercatino dell’usato, nell’edizione della Biblioteca Universale Rizzoli del ’77.
Da lontano — nel tempo e nello spazio — sembrano fargli eco Whitman, che in una delle tante edizioni del suo capolavoro Foglie d’erba evoca «Dall’angolo solatio, annidato nell’erba — dorato, innocente, come l’alba tranquillo / il dente di leone, il primo di questa primavera, ci mostra il suo volto fidente», ed Emily Dickinson, che del soffione fa il simbolo dell’inverno che se ne va: «Il pallido Gambo del Dente di Leone / stupisce l’Erba / e l’Inverno d’un tratto diventa / un infinito Ahimè / sul gambo si leva un’inusitata Gemma / e poi un chiassoso Fiore / il Proclama dei Soli / che la sepoltura è finita».

Proprio il tarassaco, che tanti malanni cura, è insieme al colchico, fiore bellissimo e velenoso, protagonista di una piccola serie di quaderni confezionati con cura e con amore da Ramatostudio, progetto artistico e laboratorio di idee nato dalla collaborazione tra l’illustratrice Serena Mabilia e l’illustratore e stampatore Federico Fusetti, entrambi già apparsi qui su Frizzifrizzi: lei per il calendario dei Giorni Selvatici, lui per la sua tesi di laurea e per la printing box pensata per chi vuole avvicinarsi alla tecnica della linoleografia.

La collezione si chiama Herbarium – Quaderni di Botanica ed è composta da quattro diversi esemplari dalle copertine illustrate, due per il tarassaco e due per il colchico.

Ramatostudio, “Herbarium – Quaderni di Botanica”
(courtesy: Ramato Studio)
Ramatostudio, “Herbarium – Quaderni di Botanica”
(courtesy: Ramato Studio)

«Il micro e il macro si confondono, così come i desideri. Quando soffio sui semi del tarassaco, li esprimo, e anche se cade una ciglia o una stella, se la luna è piena, se è il giorno del mio compleanno, se mangio il primo gelato da gennaio. Mentre Federico si è espresso con l’illustrazione scientifica, io l’ho fatto attraverso il significato dei fiori.
Per questa terza edizione ci abbiamo messo parecchio tempo — e amore, ovvio — perché così succede quando il lavoro si muove in tante direzioni diverse. Abbiamo condiviso il progetto passo dopo passo: dalla scelta della carta — di riciclo vegetale — alla realizzazione delle illustrazioni, dall’incisione alla stampa, dal taglio alla rilegatura. E abbiamo presentato i quaderni nel mese di maggio quando il cielo era sempre nuvoloso. Primavera dove ti nascondevi? Forse tra le pagine dei nostri quaderni» scrive un’ispiratissima Mabilia, che con Fusetti aveva già dato vita a due precedenti mini-collezioni, nel 2019 e nel 2020, entrambe “germogliate” nella loro casa di Urbino.

Dietro ai quaderni c’è tantissimo lavoro, a partire dalla selezione della carta, che nelle copertine dei nuovi taccuini è quella della linea Crush di Favini, prodotta con gli scarti provenienti dalla lavorazione dell’uva (Favini Crush Grape) e della mandorla (Favini Crush Almond), mentre le pagine interne sono su carta Fedrigoni Arena Ivory Smooth da 90 gr.
Ma il grosso dell’attività è stato speso sulle illustrazioni: le due specie protagoniste, il Taraxacum Officinale e il Colchicum Autumnale, sono state rappresentate in due varianti ciascuna, una scientifica — opera di Fusetti — e una simbolica — disegnata da Mabilia seguendo i significati suggeriti dal libro Il Linguaggio dei fiori di Charlotte De Latour.

Ramatostudio, “Herbarium – Quaderni di Botanica”
(courtesy: Ramato Studio)
Ramatostudio, “Herbarium – Quaderni di Botanica”
(courtesy: Ramato Studio)

Attraverso la stampa linoleografica, le illustrazioni, realizzate sia a mano che in digitale, sono state trasferite sulla carta con un tirabozze manuale (usando l’inchiostro tipografico idrosolubile Caligo Safe Wash, non tossico e a basso impatto ambientale), dopo essere state intagliate a mano sulla matrice in linoleum. Processo ripetuto anche per la quarta di copertina, che riporta un’illustrazione che richiama quella iniziale, dove l’immagine è accompagnata anche da un titolo (i caratteri usati sono il Joanna e il Gill Sans di Eric Gill).
Tutto — dal taglio della carta alla cordonatura, fino alla rilegatura con filo di cotone e al timbro a secco col logo di Ramatostudio — è stato eseguito manualmente.

«La scelta del tarassaco e del colchico» spiega il duo, «accoglie numerose esigenze dando origine a un contrappunto inaugurato dalla stagionalità delle piante che incarnano rispettivamente Primavera- Estate e Autunno-Inverno. Il rapporto dualistico si sposta sull’ampio impiego culinario della prima specie e l’applicazione in campo medico della seconda, connessa con un’elevata tossicità. Infine il significato etimologico di “Oracolo” e “Bei momenti passati” riveste un’epifania e un dato malinconico che ha condotto alla predilezione della simbologia dal libro di Charlotte De Latour».

I quaderni si possono acquistare in diversi punti vendita, oppure contattando Ramatostudio su Instagram, dove si possono anche vedere tutte le affascinanti fasi della lavorazione.

Ramatostudio, “Herbarium – Quaderni di Botanica”
(courtesy: Ramato Studio)
Ramatostudio, “Herbarium – Quaderni di Botanica”
(courtesy: Ramato Studio)

Il “dietro le quinte” del progetto, dall’ispirazione alla produzione

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