Le gomme usate d’artista raccolte in un libro di Karoline Schreiber

Installazioni, dipinti, performance, video, podcast, oggetti: non è facile spiegare, nella sua totalità, l’opera della artista svizzera Karoline Schreiber. C’è però un filo rosso a unire lavori apparentemente lontanissimi tra loro, e quel filo rosso è il disegno.
«Karoline Schreiber disegna» scrive la critica, curatrice e storica dell’arte Yasmin Afschar. «Disegna ciò che non può disegnare e fino a quando non riesce più disegnare; disegna simultaneamente, con gli occhi bendati, e quando è buio. Disegna ciò di cui parlano gli esperti; disegna mentre il marito le legge le notizie più importanti dal giornale e si prende cura dei bambini a casa».

Classe 1969, con un diploma alla School for Design di Berna e un master in belle arti presso la Zürcher Hochschule der Künste, Schreiber ha esplorato e sta ancora esplorando l’atto del disegnare in tutte le sue sfaccettature, sfumature, tecniche e formati. Nel 2018, ad esempio, ha messo in scena una performance alla Kunsthalle di Zürich in cui faceva sdraiare le persone su un lettino e lei, come una psicoterapeuta, schizzava i loro sogni su di un foglio usando la tecnica del “disegno automatico”, ispirata alla “scrittura automatica”. Nel 2021, in pieno lockdown, si è inventata il format dei “disegni al telefono”: registrava un podcast chiamando persone differenti, in varie parti del mondo e, mentre parlava con loro, disegnava. L’anno prima, con Dance Monkey, aveva trovato il modo di disegnare danzando.

Karoline Schreiber, “Karoline Schreiber’s Eraser Collection“, everyedition, 2023
(fonte: everyedition.ch)

Una persona che del disegnare ha fatto il soggetto della propria indagine artistica, avrà ovviamente lo studio e la casa piene di matite e di gomme, strumenti del mestiere che però, talvolta, non si fanno trovare nel momento del bisogno.
È proprio in una situazione del genere che Schreiber ha ideato una delle sue opere, la Karoline Schreiber’s Eraser Collection.
«Ciò che è abbandonato, ciò che è antiestetico, ciò che è usato e ciò che non è spettacolare mi attraggono davvero» ha raccontato l’artista alla curatrice Barbara Zürcher. «In una grande pulizia che ho organizzato quando per l’ennesima volta non ero riuscita a trovare una matita o una gomma da nessuna parte, ho cercato questi oggetti in tutta la casa e poi ho raccolto insieme le mie scoperte. Sono rimasta colpita dal potenziale scultoreo e dalla diversità di questi oggetti di uso quotidiano e mi sono chiesta quali gomme venissero utilizzate dagli altri nei loro studi».

Karoline Schreiber, “Karoline Schreiber’s Eraser Collection“, everyedition, 2023
(fonte: everyedition.ch)
Karoline Schreiber, “Karoline Schreiber’s Eraser Collection“, everyedition, 2023
(fonte: everyedition.ch)

Con in mente il divorante tarlo di questa curiosità, Schreiber ha quindi passato un intero anno a contattare decine di sue colleghe e colleghi, chiedendo loro di inviarle una gomma usata e di firmarla.
Tutto il materiale raccolto — definito dall’artista, nella medesima conversazione con Zürcher, «molto più di un accumulo casuale di gomme da cancellare usate. Si tratta piuttosto di testimonianze di fallimento artistico che includono una garanzia di autenticità sotto forma di firma» — è diventato prima un’installazione, nel 2019, e successivamente un libro in edizione limitata, uscito nel 2023 per il piccolo editore indipendente svizzero everyedition.

In 88 pagine, il volume — che si può acquistare acquistare qui, qui o qui — mostra semplicemente le gomme, oltre 70, appartenute a nomi più o meno conosciuti dell’arte contemporanea, attivi in ambiti anche molto differenti: si va dal grande fumettista Art Spiegelman al celebre critico e curatore Hans Ulrich Obrist, dallo scultore Gianni Motti alla videoartista Pipilotti Rist.
In quelle gomme consumate, annerite, “mangiate” e arrotondate dall’uso, piccole, grandi, comuni o bizzarre, in rari casi quasi intonse, si può immaginare la traccia, cancellata, di ciò che è stato scritto, disegnato, schizzato, appuntato ai margini di qualche libro.
Come rivela la stessa Schreiber, «nel più profondo rispetto per il lavoro degli altri e con ammirazione per il mistero della creazione artistica, queste piccole sculture sono state riunite, come minuscoli feticci ancora intrisi del sudore della mano creatrice».

Karoline Schreiber, “Karoline Schreiber’s Eraser Collection“, everyedition, 2023
(fonte: everyedition.ch)
Karoline Schreiber, “Karoline Schreiber’s Eraser Collection“, everyedition, 2023
(fonte: everyedition.ch)
Karoline Schreiber, “Karoline Schreiber’s Eraser Collection“, everyedition, 2023
(fonte: everyedition.ch)
Karoline Schreiber, “Karoline Schreiber’s Eraser Collection“, everyedition, 2023
(fonte: everyedition.ch)
Karoline Schreiber, “Karoline Schreiber’s Eraser Collection“, everyedition, 2023
(fonte: everyedition.ch)
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