Logomotive: la grafica dell’epoca d’oro del settore ferroviario americano

La corsa all’oro, il mito della frontiera, il blues e il country, la leggenda di John Henry, gli Hobos, i tramp printers: l’immaginario legato al sistema ferroviario americano è un polveroso e variopinto mosaico in cui la realtà si mescola alla finzione cinematografica, alla grande letteratura, ai romanzi d’appendice, ad alcune pietre miliari della musica del ‘900 (Robert Johnson, Elmore James, Louis Armstrong, Duke Ellington, John Coltrane, Woody Guthrie, Johnny Cash, Willie Nelson, Bob Dylan, Tom Waits, solo per citarne alcuni, ma la lista è enorme), tra fughe, lotte di classe, grandi epopee familiari, fuorilegge, ricerca della libertà e inseguimento del “sogno americano”.

Ian Logan e Jonathan Glancey, “Logomotive. Railroad graphics and the american dream”, Sheldrake Press, 2020

Diffuse localmente già nel ‘700, le ferrovie americane vissero il loro periodo di massimo splendore ed espansione dalla seconda metà dell’800 fino alla fine della seconda guerra mondiale, quando, in concomitanza con il boom economico e per via della grande concorrenza di aerei (per i lunghi spostamenti) e automobili (per quelli brevi), cominciò il declino dei viaggi su rotaia.
Per avere un’idea: oggi il sistema ferroviario degli USA trasporta circa 30 milioni di passeggeri all’anno; nel 1946 erano quasi 800 milioni.

Arrivato per la prima volta negli Stati Uniti alla fine degli anni ’60, il designer britannico Ian Logan fece appena in tempo a vedere un pezzo di storia che era ormai quasi in via di estinzione.
Formatosi alla Central School of Arts (che oggi si chiama Central Saint Martins ed è una delle scuole di arte e design più famose del mondo), Logan ha dapprima lavorato nel design tessile, producendo stampe per stiliste e stilisti del calibro di Mary Quant, Hilary Floyd e Jeff Banks, per poi diventare uno dei più ricercati progettisti di packaging in latta.
Durante i suoi molti viaggi negli USA, in cerca di ispirazioni ma anche di clienti, Logan ha fotografato e collezionato quanto più materiale possibile relativo ai treni americani. Una passione, la sua, che è al centro di un nuovo libro, Logomotive, che esplora l’epoca d’oro delle ferrovie degli Stati Uniti da una prospettiva finora ben poco battuta: quella, appunto, della grafica.

Ian Logan e Jonathan Glancey, “Logomotive. Railroad graphics and the american dream”, Sheldrake Press, 2020

In oltre 270 pagine e più di 400 immagini, il designer va ad approfondire il ricchissimo linguaggio visivo delle molte compagnie ferroviarie che un tempo scarrozzavano gli americani da una parte all’altra del paese. L’architettura delle stazioni, i logo, le decorazioni, le insegne, la tipografia, i biglietti, i manifesti, le pubblicità: il libro — curato in collaborazione con il critico di architettura Jonathan Glancey, mentre la prefazione è dell’architetto Norman Foster — è uno scrigno di tesori.

Pubblicato da Sheldrake Press, si può trovare su Amazon.

Ian Logan e Jonathan Glancey, “Logomotive. Railroad graphics and the american dream”, Sheldrake Press, 2020
Ian Logan e Jonathan Glancey, “Logomotive. Railroad graphics and the american dream”, Sheldrake Press, 2020
Ian Logan e Jonathan Glancey, “Logomotive. Railroad graphics and the american dream”, Sheldrake Press, 2020
Ian Logan e Jonathan Glancey, “Logomotive. Railroad graphics and the american dream”, Sheldrake Press, 2020
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