Il nuovo numero di Hole & Corner è dedicato ai dettagli

Dopo averne annunciato l’imminente lancio, sei anni fa, non sono più tornato a parlare della rivista Hole & Corner.
Ammetto — mea culpa — il clamoroso errore.

Nato nel 2013 con l’intento di focalizzare l’attenzione sulle tecniche, le tecnologie, i materiali, gli artigiani e le storie che stanno dietro ai prodotti fatti bene — dal design alla cucina, dalla stampa alla moda — questo semestrale ha superato i cinque anni di attività sfornando un numero più bello dell’altro, entrando nei laboratori, negli atelier, nelle cucine, nelle fabbriche e negli studi di professionisti di tutto il mondo, con contenuti confezionati con molta cura, a partire dai testi per arrivare alle fotografie.

La diciottesima uscita, che risale a marzo 2019, non è da meno. Anzi, va ancora più nel dettaglio, visto che le minuzie — «quei piccoli tocchi che possono fare tutta la differenza» — sono il tema che lega l’intero numero.

Dietro a un’affascinante copertina che mostra un’opera dell’artista e produttrice di carta Jane Ponsford si apre una finestra su artigiani e creativi il cui lavoro è una poesia fatta di finezze e minimi particolari: dalle sedie fatte a mano nelle campagne inglesi agli artigiani di Kyoto, dai capi di John Alexander Skelton allo studio milanese di Barnaba Fornasetti.