L’espressione hole-and-corner, in inglese, significa furtivo, segreto, ma da intendere nell’accezione “disonesta” della segretezza. Il secondo significato è più complesso ed indica qualcosa di marginale, periferico, poco importante: un dettaglio, insomma; lì dove, in base ai punti di vista, puoi trovare Dio o il Demonio.
Un titolo che sembra piuttosto azzeccato per un semestrale — Hole & Corner, appunto — che debutterà a maggio e che, a quanto leggo sul loro sito, parlerà di talenti all’opera, di gente che preferisce il contenuto alla forma, il fare al parlare (da notare come ci si trovi di fronte all’ennesima conferma del fatto che dopo l’era dei foodies e della mania per tutto ciò che è legato al cibo, si stia entrando nell’era dei makers—ma chiamiamoli col loro nome, artigiani, quello sono, con l’unica differenza che artigiano indica un mondo più ampio di quello del maker, che in Italia è diventato sinonimo della versione hipster, o giù di lì, dell’artigiano).

In attesa dell’uscita del primo numero e dunque di saperne di più sul progetto—qualche indizio sui contenuti si può comunque intuire dal tumblr del magazine—è interessante notare come a capo del progetto ci sia Sam Walton (che del fu fondatore di Wal-Mart è soltanto omonimo), inglese, creative director di Spring Creative, uno dei numerosi rami di Spring Studios, realtà londinese che oltre ad offrire studi per servizi fotografici e video, è attiva come agenzia creativa, agenzia di casting, produzione di video di moda, galleria d’arte nonché ristorante.
