«Fatto: la Coca-Cola può causare carie, mal di testa, acne, nefrite, nausea, delirio, malattie cardiache, disturbi emotivi, costipazione, insonnia, indigestione, diarrea e mutazioni genetiche alla progenie».
«Fatto: le auto americane sono trappole mortali».
«Fatto: l’obesità è incurabile — quindi rilassati e goditela».
Ogni numero si apriva allo stesso modo: la testata, Fact, seguita dai due punti, introduceva una notizia, una citazione o una rivelazione provocatoria, urlata, o meglio lanciata come una bomba da una copertina che quasi sempre era interamente tipografica.

All’interno, alla storia di copertina seguivano lunghi pezzi di opinione, approfondimento e satira su politica, cultura e società, affrontando soprattutto tematiche all’epoca taboo — o quasi — come sesso, razzismo, comunismo, droghe (se il buongiorno si vede dal mattino, come si suol dire, il primo numero conteneva un reportage in prima persona su un’esperienza con l’LSD).
Pubblicato ogni due mesi dal gennaio del 1964 al luglio del 1967, Fact fu la seconda avventura editoriale di Ralph Ginzburg ed Herb Lubalin. Seguì Eros, che venne prematuramente chiusa dopo soli quattro numeri, e anticipò Avant Garde, che arrivò nel ’68.

Mentre le altre due erano però già state interamente digitalizzate e messe online grazie all’iniziativa e al lavoro della graphic designer Mindy Seu e all’Herb Lubalin Study Center of Design and Typography, all’appello finora mancava soltanto Fact.
Visto che siamo nel pieno dei festeggiamenti per i 100 anni di Lubalin, finalmente anche questo seminale e inimitabile magazine si può sfogliare interamente e gratuitamente.






















