Lei… semplicemente Lei s’intitola il graphic novel dedicato alla fotografa Vivian Maier, firmato dalla matita di Cinzia Ghigliano, ed edito da Orecchio Acerbo.
Una biografia visiva che racconta in modo intimo e privato la vita e lo sguardo della tata che negli ultimi anni ha affascinato il mondo per la sua storia misteriosa e per essere stata, a sua insaputa, la pioniera della street photography.
Cinzia Ghigliano ci regala un racconto profondo, narrato da un punto di vista molto particolare, quello dell’oggetto che più di ogni altro ha condiviso gioie e dolori con la fotografa, la sua Rolleiflex, compagna inseparabile di vita e di viaggio.
Si racconta che Vivian fosse «di poche parole, lunatica, scostante. Ma le persone per lei erano tutto. Ogni persona una storia» e ogni storia un’immagine intrisa di sentimento e nuovi racconti da condividere. Era una donna enigmatica, «portava camicie da uomo, imprecava in francese, conosceva a memoria tutti i racconti di O. Henry, camminava come un uccello. E così, come un trampoliere dalle lunghe gambe, ha attraversato il suo tempo fotografandolo»: i bambini intenti a salire sull’autobus che li avrebbe portati a scuola, i musicisti per le strade di Chicago, gli operai stanchi a lavoro, la sua ombra proiettata sull’asfalto cocente delle strade di New York, e ancora i negozi e le vetrine dove molte volte si era fotografata, lasciandoci un’infinità di autoritratti.
Molte le immagini da lei scattate, circa 150 mila negativi e tremila stampe, che per lungo tempo sono rimaste nascoste in un box di Chicago, sepolte sotto indumenti, oggetti e ricordi di una vita ormai passata.
Ma ad un certo punto, in un giorno qualunque, proprio mentre Vivian era arrivata al termine della sua vita, un signore curioso di nome John Maloof, si mette alla ricerca di materiale iconografico per un libro su Chicago e, casualmente, si imbatte in quei negativi. Li compra e, come fosse stato un archeologo alla ricerca di un tesoro scomparso, porta alla luce l’immenso archivio fotografico della tata girovaga.
Era il 2007 e Maloof vuole scoprire chi è questa donna con la passione sincera verso la fotografia: scopre che era stata una commessa prima e bambinaia amorevole poi, ma anche e soprattutto una viaggiatrice e narratrice del mondo, scrutatrice di storie e di istanti che ha “eternizzato” grazie alla sua Rolleiflex.
Una storia, quella di Vivian Maier, fatta di amore, di passione e di voglia di libertà. Ogni fotografia era per lei un istante di vita e un ricordo indimenticabile, per questo, come egli stessa scrisse in un appunto: «ho fotografato i momenti della vostra eternità perché non andassero perduti».