Una mappa mondiale che censisce le case realizzate da alcuni dei più grandi architetti, pensata e realizzata da un board internazionale di addetti ai lavori di altissimo livello.
Gli scopi del progetto sono molteplici (riassumo quanto si legge sul sito): far conoscere alla comunità mondiale (dal semplice appassionato alle agenzie governative, passando per scuole e professionisti del settore) l’incredibile patrimonio di case e case-museo realizzate dai grandi architetti del passato; incoraggiare le attività di ricerca, di raccolta di informazioni e documenti e la cooperazione con enti pubblici e privati come università ed agenzie; proporre interventi di restauro, incoraggiare la conservazione del patrimonio architettonico e fermare eventuali interventi che dovessero minacciarlo; prendersi cura delle collezioni, organizzare mostre e sviluppare strategie di allestimento; raccogliere fondi; fungere da piattaforma per i professionisti dei settori interessati dal progetto.
Soprattutto, per noi comuni mortali, Iconic Houses è una spettacolare raccolta di capolavori dell’architettura del Ventesimo Secolo, progettati da maestri come Frank Lloyd Wright, Le Corbusier, Mie van der Rohe, Alvar Aalto, Walter Gropius, i coniugi Eames, Antoni Gaudì, Gio Ponti…
Per entrare nell’elenco e dunque nella mappa (nella quale delle icone spiegano se i luoghi sono aperti al pubblico o meno, oppure addirittura disponibili per soggiornarvi) una casa deve rispettare tutta una serie di criteri il principale dei quali, ovviamente, è essere stata realizzata da uno degli indiscussi innovatori dell’architettura del ‘900.
Come è facile immaginare la maggior parte delle iconic houses sono disseminate tra l’Europa e gli Stati Uniti ma anche in Giappone, India, Nordafrica, Messico e Sudamerica ce ne sono degli esempi.
Tra quelle segnalate, in Italia ben tre (o solo tre, dipende dai punti di vista): il Museo Casa Mollino a Torino, Villa Girasole a San Martino Buon Albergo (Vr) e Casa Malaparte a Capri.
