Il design dei giocattoli: un libro dedicato ai sonagli progettati nel ‘900

«D’altra parte ai fanciulli bisogna pure offrire una qualche occupazione e a questo proposito va ritenuta ottima escogitazione il sonaglio di Archita che si dà ai bambini, perché usandolo non rompano gli altri oggetti di casa».
È niente meno che Aristotele, nella sua Politica1, a dare consigli di “baby sitting”, suggerendo ai genitori di far distrarre i pargoli con un sonaglio — o meglio, con uno specifico sonaglio, quello inventato da Archita, padre della meccanica, considerato colui che per primo sviluppò la cosiddetta raganella, o tric trac.

Diffuso fin dalla preistoria — dapprima adoperando conchiglie, ossi e pietre, e in seguito terracotta, legno e metallo — non è chiaro quando il sonaglio sia diventato un gioco per infanti. Di sicuro lo era già nella Grecia antica, come dimostra Aristotele, e forse anche nell’antico Egitto, dove era diffuso il sistro, usato come strumento musicale e come oggetto cerimoniale, ma, appunto, probabilmente anche come “giocattolo” dal potere apotropaico, cioè capace di scacciare gli spiriti maligni. D’altra parte il costume di utilizzare la musica e il rumore per allontanare il male, in ogni sua forma, risale alla notte dei tempi, accomunando tutte le culture e attraversando i millenni, talvolta anche al di fuori dell’ambito “magico”: in questi ultimi anni, ad esempio, si sta studiando e sperimentando la istotripsia, un trattamento a onde ultrasoniche per distruggere le cellule cancerose.

Carole Daprey, “Hochet, un inventaire de formes / Rattle, an inventory of forms”, Piqpoq, 2023
(fonte: piqpoq.fr)
Carole Daprey, “Hochet, un inventaire de formes / Rattle, an inventory of forms”, Piqpoq, 2023
(fonte: piqpoq.fr)

Oggi i sonagli per bambine e bambini non sono più acquistati o regalati per scopi soprannaturali (non ufficialmente, perlomeno), ma, come tutti gli oggetti semplici nella meccanica ma complessi per storia e portato culturale, hanno attirato l’attenzione di molti designer, soprattutto nel secolo scorso.
«Il sonaglio è il primo giocattolo che viene dato a un bambino, per stimolare i cinque sensi e aiutare il suo sviluppo. Il suo ruolo di giocattolo per l’apprendimento precoce è essenziale, ma agisce anche, secondo il pediatra Donald Winnicott, come oggetto “transizionale”, rassicurando il bambino quando si separa dalla madre o dalla persona che si prende cura di lui. Dai sonagli in legno naturale, le cui venature variano da una specie all’altra, a quelli in plastica con superfici lisce e colorate, i più ingegnosi sono opera di designer che, nel XX secolo, si sono particolarmente interessati alla prima infanzia, tra cui Kay Bojesen, Hugo Kükelhaus, Antonio Vitali, Kurt Naef, Fredun Shapur, Peer Clahsen e Patrick Rylands. Le loro creazioni rispecchiano la ricerca di un rinnovamento della forma, pagando il mezzo tra la tradizione dei giocattoli artigianali europei e la modernità degli oggetti progettati» scrive Carole Daprey in uno dei saggi raccolti nel libro Hochet, un inventaire de formes, un volume in doppia lingua — francese/inglese — dedicato proprio ai sonagli, e in particolar modo quelli progettati e prodotti nel ‘900.

Carole Daprey, “Hochet, un inventaire de formes / Rattle, an inventory of forms”, Piqpoq, 2023
(fonte: piqpoq.fr)

Designer e collezionista di giocattoli, Daprey è anche fondatrice di Piqpoq, la piccola casa editrice indipendente nata nel 2009 che pochi mesi fa ha dato alle stampe il libro, realizzato con la collaborazione della psicologa dell’infanzia e curatrice Stéphane Jacob, del designer e collezionista Maynard Hale Lyndon (che negli anni ’70 lavorò presso la Creative Playthings, azienda chiave nel settore dei giocattoli educativi “intelligenti” e fatti bene), della designer Toshiko Nishikawa, fondatrice di Niki Tiki, negozio di Tokyo che da più di cinquant’anni vende giocattoli europei, e della storica dell’arte, dell’architettura, del design e delle arti applicate Amy F. Ogata.

Nelle sue 128 pagine, Hochet, un inventaire de formes parla dell’oggetto e del dispositivo-sonaglio da molteplici punti di vista: la prima parte del libro presenta decine di esemplari (le foto sono di Oliver Fritze) mentre la seconda si sofferma — come racconta la stessa Daprey — su «come e perché designer, educatori, curatori di mostre e produttori di giocattoli si sono interrogati sulla nozione di “buon giocattolo” per tutto il XX secolo».

Carole Daprey

Hochet, un inventaire de formes
Rattle, an inventory of forms

Piqpoq, 2023
128 pagine

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Carole Daprey, “Hochet, un inventaire de formes / Rattle, an inventory of forms”, Piqpoq, 2023
(fonte: piqpoq.fr)
Carole Daprey, “Hochet, un inventaire de formes / Rattle, an inventory of forms”, Piqpoq, 2023
(fonte: piqpoq.fr)
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