Dopo circhi, sirenette, giardini segreti, il mondo fiabesco di Babbu spicca il volo verso l’alto e per la prossima primavera/estate si trasforma in aquilone e sfugge via dalle mani della bambina che vive dentro a Cristina Onofri – designer e fondatrice del marchio – ed è inutile correre, mentre il cappello cade e raggi del sole accendono l’abito bianco, ché il filo che se ne scappa su tra i rami e le foglie, mentre con le lacrime agli occhi cerca di afferrarlo per riportarlo giù, ché non è ancora ora di diventare grande, e finché ha fiato corre e corre ancora, mentre ormai l’aquilone è tra le nuvole, tra poco solo un puntino poi più niente: la Cristina-bambina, piangendo, si ritrova sola e immersa nei colori – il cielo sembra aver rubato il blu profondo del mare, il sole come una tenda gialla da aprire o chiudere in cucina, il bianco, fresco, morbido e pastoso o quasi trasparente delle nuvole che nascondo l’aquilone -ma si ritrova donna.
