7 opere e 7 domande, alle 7 di mattina, ad illustratori che si svegliano presto o non sono ancora andati a dormire.
Oggi è la volta di Silvio Mancini (su Flickr lo trovate qui).
Ciao Silvio, di dove sei, quanti anni hai e da quanto fai l’illustratore?
Sono di Riccione, sto a Milano da otto anni, ne ho 27, disegno dall’asilo e lo spirito è sempre lo stesso.
Matita o penna grafica?
Uso per lo più le penne a sfera, a volte però anche gli acrilici, la matita o gli spray.
Cosa fai quando non disegni?
Mangio, bevo, faccio dei video, faccio dei versi, spesso con delle altre persone.
Cosa c’è sulla tua scrivania?
Due maschere di cartone, una con la faccia di un diavolo, l’altra con la faccia di un mostro con un certo numero di particolari incongruenti; due paia di occhiali tre-D, indossati dalle maschere; una cartolina con uno scheletro che mi ricorda un mio amico; un pezzo dello zaino che non riesco più a riattaccare; delle lampadine; svariate immaginette; un vaso con dentro dei pennelli, delle penne e un rosario; una crema per massaggi; delle lettere; dei libri; dieci euro spezzati in due; una serie di cose inutili più o meno quanto quelle sopra elencate che non riesco a buttare via.
Un disegno pesa quanto…
Il rap per Dargen D’Amico.
Un libro di cui vorresti illustrare la copertina e un film di cui vorresti fare il poster.
La Bibbia e Lo zio di Brooklyn.
Un illustratore o un’illustratrice italiana che mi consiglieresti?
Thomas Raimondi, e Inserirefloppino anche se non fa illustrazioni.