La quarta edizione del Tabula Rasa Visual Arts Festival

Le città ci parlano. O meglio, ci (e si) raccontano: lo fanno attraverso le insegne e i segnali, i manifesti e i graffiti, le vetrine e i cartelloni pubblicitari, i volantini e gli sticker appiccicati sui pali, i portoni, i marciapiedi.
Come scriveva il grande semiologo francese Roland Barthes in Variazioni sulla scrittura, «l’umanità ha esperito tutte le direzioni possibili di scrittura: verticale, orizzontale, da sinistra a destra, da destra a sinistra, avanti e indietro, ecc. E tuttavia, in ogni caso, la scrittura si dipana come un filo più o meno largo, più o meno compatto: è un nastro grafico. Questo nastro, esprime lo statuto fondamentalmente narrativo della scrittura. E che cos’è il racconto? Nel modo più elementare, è il susseguirsi di un prima e di un poi, un misto inestricabile di temporalità e di causalità. La scrittura, per il suo stesso introdursi nello spazio del supporto (pietra o foglio), assume a titolo proprio la natura di sequenza: leggere è accettare, sin dall’avvio, il racconto».
Dunque, attraverso i segni in cui ci imbattiamo percorrendo le vie e le strade , di fatto entriamo dentro a un racconto. Ne decifriamo il linguaggio, ne impariamo la grammatica, ne intuiamo il senso, ne ricostruiamo la complessa trama, in cui le “sequenze” di cui parlava Barthes spesso si intrecciano e si confondono in stratificazioni prodotte dal tempo, dal caso, dall’atto volontario di qualcuno (che, ad esempio, appiccica un volantino sopra un graffito, o strappa un manifesto, o pittura un pezzo di muro tagliando a metà una tag).

(courtesy: Tabula Rasa Visual Arts Festival)

A questo “alfabeto della città” è dedicata la nuova edizione del Tabula Rasa Visual Arts Festival, ideato nel 2021 dal designer e street artist di fama internazionale Giulio Vesprini, che al tema dei segni grafici e delle lettere considerati come elementi capaci di “fare parlare i luoghi” ha consacrato la sua intera carriera, iniziata negli anni ’90 con muri e bombolette, proseguita studiando grafica e architettura, e allargatasi nel corso del tempo con la passione per la tipografia, con il lavoro di art director e con le sue meravigliose installazioni di arte urbana.
Nella sua Civitanova Marche, da quattro anni Vesprini porta dunque — attraverso il festival — un pezzetto di sé, della sua visione, dei suoi interessi, e lo fa, fedele al nome dell’evento, ripartendo ogni volta da zero, con un gran lavoro sotterraneo di ricerca (al fianco delle validissime persone che con lui organizzano Tabula Rasa) che dura mesi e che infine affiora in superficie in piena estate con un ricco programma di appuntamenti, ospitato fuori e dentro agli splendidi edifici in stile Liberty del Lido Cluana di Civitanova, tra esposizioni, mostra-mercato, incontri, proiezioni e workshop.

COSA
Tabula Rasa Visual Art Festival
QUANDO
5-7 luglio 2024
dove
Lido Cluana, v.le Giacomo Matteotti 1, Civitanova Marche

«Guardare la città e la sua forma mutevole figlia di un tempo per risalire al suo alfabeto, alla sua unità di senso, ricercando nell’immediatezza del carattere tipografico una possibile chiave di lettura» spiega il comunicato di Tabula Rasa presentando il tema di questa quarta edizione, che è appunto Alphabet City, come l’omonimo quartiere di Manhattan, chiamato così perché le sue vie, invece che da numeri, sono indicate con delle lettere.

Ad aprire il festival, il 5 luglio, sarà un incantesimo: Abracadabra, la mostra a cura di Graphic Days Torino che presenta i lavori di 100 tra illustratori e illustratrici di tutto il mondo per sostenere l’iniziativa “Regala un albero“ della Città di Torino. Nei due giorni successivi — 6 e 7 luglio — si svilupperà invece il resto dell’evento, con la mostra-mercato di grafica, illustrazione ed editoria (con Stefania Antonioli, Giulia Civitico, Fertik, Lavinia Fagiuoli, Inland Magazine, Lanificio Leo, Minne Vaganti, Neldubbiostampo, Nerofumo680, Officine Amaro, Lara Ottaviani, PiCaRo e Postcart edizioni), i talk (Lanificio Leo, Laboratorio del Cammino, Graphic Days Torino e Postcart edizioni il 6; Neldubbiostampo, Case di Fotografia, Inland Magazine e Micaela Gasparroni il 7), le portfolio review (a cura di District), i workshop (linografia con Nerofumo680, tipografia urbanistica con Neldubbiostampo, fotografia e autoproduzione con Case di Fotografia, libro d’artista con Officine Amaro e monotipia con Lavinia Fagiuoli) e il cinema (sabato 6, a cura di Guendalina Piselli, sarà proiettato Alfabeto Mangiarotti, documentario che indaga la figura di un gigante del ‘900: Angelo Mangiarotti, architetto, designer, scultore e urbanista scomparso nel 2012).

Ma la geografia — e l’alfabeto — di Tabula Rasa non si ferma ai confini del Lido Cluana. Come ogni anno, il festival si espande idealmente anche sui muri del Comune, che in questa edizione ospitano le enormi affissioni di due illustratrici, Elisa Caroli e la già citata Lavinia Fagiuoli, con in più una sorpresa in arrivo: un murale, che sarà realizzato in autunno in collaborazione con Vedo a colori (altra meravigliosa “creatura” di Vesprini).

Chi ha già visitato le scorse edizioni del festival, sa già che atmosfera si respira, lì, specialmente quando cala il sole, e ci si incontra ai talk, nei banchetti del market o davanti a qualche opera in mostra. C’è una sorta di magia che avvolge tutto, a due passi dal mare, in una dimensione rilassata e accogliente, che ti abbraccia e ti fa sembrare di essere stata o stato lì da sempre, ma che ogni volta (tabula rasa, appunto) incredibilmente si rinnova, lasciandoti l’irresistibile curiosità di tornare.

(courtesy: Tabula Rasa Visual Arts Festival)
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