Se c’è una “scena” che, pur avendo respiro globale, è riuscita, in quest’era digitale, a mantenere i caratteri di una corporazione di arti e mestieri — tra collaborazioni, mutuo rispetto, scambio di informazioni, condivisione di spazi e strumenti —, è quella di chi, per mestiere o per passione (più spesso entrambe le cose) si occupa di stampa tradizionale: caratteri mobili, serigrafia, incisione…
Te ne accorgi anche da profano, da estraneo alla “gilda”: chiedi un’informazione a uno e quello, se non può aiutarti direttamente, ti rimanda a quell’altra, che ti consiglia una terza, che ti dà il numero di un quarto, che prima di darti una risposta definitiva preferisce verificare con un quinto, e così via.
Parte di questa comunità transnazionale di lavoratrici e lavoratori, di artiste e artisti, si dà appuntamento ogni anno a Milano in occasione di Letterpress Workers, evento che ha il sapore del raduno e lo spirito del collettivo, e mette insieme designer, stampatrici e stampatori di mezzo mondo, per lavorare gomito a gomito, in completa autogestione, durante tre indiavolate giornate all’insegna di inchiostri, sudore, carta, rumori meccanici, risate e storie da raccontare tra (o durante) una stampa e l’altra.
Ideato nel 2012 dall’Officina Tipografica Novepunti, il summit si tiene dal 2014 negli spazi del Leoncavallo Spa — «durante una chiacchierata con alcuni compagni della Serigrafia del Leoncavallo uscì l’ipotesi di portare l’evento lì. Questo non solo, e non tanto, per questioni logistiche (altrimenti un posto vale l’altro) ma per una notevole affinità di vedute fra il progetto LPW e il centro sociale, in primis quella di lavorare secondo i principi dell’autogestione» mi spiegò anni fa uno degli ideatori, Claudio Madella, che, insieme a Giulia Poli e Lucio Passerini, ha recentemente dato vita a un’associazione, Pagina Mastro, che si è occupata dell’organizzazione di questa edizione di Letterpress Workers.
Trenta tra designer, stampatrici e stampatori saranno protagonisti, dal 4 al 6 luglio, e lavoreranno su un tema — ce n’è uno ogni anno — che più caldo non si può: l’AI, l’Intelligenza Artificiale, quanto di più lontano dal mondo di chi stampa a mano.
Arrivano dalla Finlandia (Edward Johansson), dal Regno Unito (Mike Ainsworth, Richard Ardagh, Carl Middleton, Luise Valentiner), dalla Francia (Charlie Duez, Martial Roulot), dal Belgio (David Maurissen, Marie Vandevoorde), dai Paesi Bassi (Eva Lebens, Rozemarijn Oudejans, Tiny Risselada, Anik See, Niek Smaal, Sander Pinkse), dalla Germania (Marc Berger, Julienne Jattiot, Manfred Makowski, Thomas Siemon, il gruppo di Galerie p98a), dalla Polonia (Tymoteusz Tryzno insieme a due collaboratori), dalla Slovenia (Sergey Besov), dalla Spagna (Matthias Beck), dal Brasile (Marcos Mello), dal Giappone (Mitsunobu Hosoyama), dagli Stati Uniti (David Carson) e ovviamente dall’Italia (Paolo Cabrini, Cartiera Clandestina, Luigi Lanfossi, Claudio Madella, Lucio Passerini, Giulia Poli).
Come ogni anno, il programma — in collaborazione con lo stesso Leoncavallo e con il Museo della Stampa e Stampa d’arte di Lodi — è ricco di appuntamenti che faranno gola ad addette e addetti ai lavori e non, tra incontri a sorpresa, “typetour” e un viaggio nell’underground (letteralmente) del DaunTaun del Leoncavallo.