Dal 26 luglio al 25 agosto prossimo, torna a San Lucido (Cs) il festival “diffuso” dedicato alla fotografia. Quest’anno il tema è quello delle foto di famiglia, al quale è legato anche un concorso
Famiglie complicate, famiglie ritrovate, famiglie a pezzi, famiglie gigantesche e minuscole, famiglie d’elezione, famiglie che si riabbracciano solo nell’immaginazione.
Nella presenza o nell’assenza, comincia tutto lì, dalla famiglia: i propri posti felici, gli inferni personali, la storia privata e quella collettiva, il rapporto con l’altro da sé, le lontananze dolorose e le vicinanze soffocanti, i ricordi da ricostruire e quelli che si passa una vita intera a cercare di cancellare.
Dai fratelli Karamazov ai Tenenbaum, da Furore a Parenti serpenti, da Cent’anni di solitudine a Succession, i nuclei familiari sono stati e sono ancora la materia prima per capolavori letterari e il carburante (altamente infiammabile) per le narrazioni più toccanti, drammatiche, comiche, grottesche — non solo nel cinema e nella letteratura ma con ogni linguaggio, fotografia compresa (anzi, è proprio da una foto di famiglia — la celebre Foto del Giardino d’Inverno, un’immagine mai mostrata, solo descritta — che Roland Barthes sviluppa la seconda parte del suo lucidissimo e fortunato saggio La camera chiara. Nota sulla fotografia).
Ed è alle foto di famiglia che è dedicata la nuova edizione del Fotografia Calabria Festival. L’appuntamento, nato nel 2022 dall’idea della fotografa Anna Catalano, si terrà nel comune di San Lucido, che per l’edizione 2024 ospiterà l’intero, ricco programma di mostre e incontri, attraverso un format che è quello dell’evento “diffuso”, disseminato cioè tra diversi luoghi dell’incantevole paese del basso Tirreno calabrese.
Se prima ho scritto che la nuova edizione è dedicata alle “foto di famiglia” devo tuttavia correggermi. In realtà il tema di quest’anno è Fotografia di famiglie, e sono gli organizzatori a spiegare il perché della scelta del plurale: «una scelta non casuale in cui singolare e plurale non hanno solo un senso grammaticale» dicono, «ma anche sociale. La fotografia scelta come il linguaggio attraverso cui osservare il tema della famiglia e delle sue rappresentazioni, un linguaggio che in ogni parte del mondo viene utilizzato all’interno dei nuclei familiari proprio per fissare dei momenti, per custodire piccole e grandi storie. Un medium che ci permette di riappropriarci di istantanee che spesso restano cristallizzate nei database dei nostri devices o negli album lasciati in qualche mobile di casa, che riaccendono la nostra memoria. Fotografia di famiglie indaga questo universo fatto di emozioni e di memorie, non solo digitali, trattando i temi della malattia, delle relazioni tra parenti – anche con l’intelligenza artificiale, inevitabile specchio del nostro tempo – e le storie di tutte quelle famiglie che si discostano dai modelli tradizionali e che esistono al di là dei legami di sangue».
10 le mostre organizzate, capaci di offrire uno sguardo molto ampio sul concetto di famiglia. Si va dalla rielaborazione del lutto e dal rapporto padri-figli (Lullaby and last goodbye di Pierluigi Ciambra), al ripensare il rapporto con un fratellastro (Räuber di Josh Kern). Dalla cruda e commovente ricostruzione dei ricordi perduti di un padre affetto da Alzheimer e demenza (The places he goes di Carole Mills Noronha), alla ricerca delle proprie radici sovrapponendo due tempi lontani (My Grandma and I di Sofia Uslenghi e No Memory is Ever Alone di Catherine Panebianco).
Talvolta le storie private si intrecciano con la Storia collettiva (Generation Beta di Franzi Kreis), oppure escono fuori quasi dal nulla svelando una comunità poco conosciuta e la sua cultura (quella degli Hutteriti, nel progetto In The World But Not Of It di Tim Smith). O, ancora, la vanno pian piano a scrivere, la Storia (Album di famiglia, commissionato dal festival stesso alla giovane fotografa emergente NoemiComi, è un’indagine sulle molte forme che può assumere la famiglia italiana oggi).
E se il sudcoreano Hyun-min Ryu ha voluto documentare la crescita di suo nipote Kim Sae-Hyun, nel frattempo indagando il concetto di autoreferenzialità, relativo a sé stesso e alla fotografia, il documentarista e artista visivo Filippo Venturi ha pensato di utilizzare la controversa Intelligenza Artificiale per raggiungere l’impossibile: riunire suo figlio e suo padre, mai conosciutisi nella realtà, in una serie di “falsi ricordi”.
«Le famiglie sono il cuore pulsante della società e, attraverso le lenti dei nostri obiettivi fotografici, possiamo catturare momenti preziosi, emozioni autentiche e storie uniche. La fotografia è molto più di un semplice scatto; è un mezzo attraverso il quale possiamo preservare i ricordi, congelare istanti irripetibili e raccontare storie che altrimenti potrebbero essere dimenticate nel turbinio della vita quotidiana. Ogni foto di famiglia è un tesoro, un pezzo di storia personale che trascende il tempo e l’età» ricordano gli organizzatori, che proprio in questi giorni hanno anche lanciato un concorso legato all’evento, il Premio Fotografia Calabria Festival 2024.
Il tema è ovviamente il medesimo del festival. Si può partecipare fino al 19 maggio. In palio: 3000 Euro, la produzione e l’allestimento di una mostra e la pubblicazione di un catalogo.
Di seguito una piccola preview delle mostre, che inaugureranno, a San Lucido (Cs), il prossimo 26 luglio, restando in esposizione fino al 25 agosto 2024.
The places he goes
«Una serie di foto che documentano il percorso di mio padre attraverso l’Alzheimer e la demenza. Nato nel 1932 in una piccola città del Mallee nella campagna australiana, nel settembre del 2018 gli venne ufficialmente diagnosticata la demenza vascolare e l’Alzheimer. Questo progetto è un modo per generare dei ricordi più duraturi della sua vita e del suo lento svanire nel corso del tempo. Le mie foto, in qualche maniera, sostituiscono i ricordi perduti».
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Carole Mills Noronha vive a Melbourne, Australia. Madre di due figli, fotografa ed educatrice, impegnata a prendersi cura dei suoi cari, ha esposto sia in Australia che a livello internazionale.
Foto: copyright di Carole Mills Noronha | courtesy di Fotografia Calabria Festival.
Album di famiglia
di Noemi Comi | progetto inedito
commissionato da FCF 2024
Com’è oggi la famiglia italiana? Questa la domanda da cui prende le mosse il lavoro Album di Famiglia di Noemi Comi, giovane fotografa emergente. Il progetto è stato commissionato da Fotografia Calabria Festival per l’edizione 2024 in partnership con Lomography Italia. Alcuni scatti di Noemi Comi infatti sono stati realizzati con una macchina fotografica Diana F con ottica in vetro e pellicole Purple Pétillant. Il progetto ha visto protagoniste su tutto il territorio nazionale, dal Sud al Nord d’Italia, famiglie composte da coppie omosessuali, monogenitoriali, con figli nati con la tecnica della fecondazione in vitro o adottati, ma anche famiglie senza figli.
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Noemi Comi è un’artista visiva e fotografa nata a Catanzaro nel 1996. Ha studiato presso la LABA, Libera Accademia di Belle Arti di Firenze, dove ha conseguito la laurea in Fotografia con menzione d’onore. Attualmente frequenta il Biennio di Fotografia dell’Accademia di Belle Arti di Brera.
I suoi lavori sono stati esposti in mostre collettive e personali.
Testo di Chiara Gargioli, giornalista
Foto: copyright di Noemi Comi | courtesy di Fotografia Calabria Festival.
My grandma and I
«Ho iniziato il progetto Mia nonna ed io nel 2016, dopo altri aver esplorato con Homesick il mio rapporto con il territorio delle mie origini. Sono nata a Reggio Calabria, poi con la mia famiglia ci siamo trasferiti a Messina, poi ancora a Brescia, poi sul Lago di Garda, poi a Parma, adesso vivo a Milano. Il girovagare è ormai parte della mia esistenza. Negli anni in cui ho iniziato a fotografarmi e sovrapporre la mia immagine a quella dei luoghi della mia infanzia stavo realizzando la mancanza di radici. Mi sono resa conto, trovando una scatola di vecchie fotografie della mia famiglia, ed in particolare di mia nonna Isabella, che mi mancava un pezzo».
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Nata nel 1985 a Reggio Calabria, ha incominciato a fotografare a vent’anni scoprendo poi che la fotografia come mezzo per indagare e sistemare la sua storia personale. Si concentra sull’autoritratto, lavorando sulle sovrapposizioni e gli strati di fotografie che tengono uniti pezzi della sua storia e quella della sua famiglia, dei luoghi di origine e delle persone che ne hanno fatto parte.
Foto: copyright di Sofia Uslenghi | courtesy di Fotografia Calabria Festival.
Räuber
di Josh Kern | progetto curato da Lars Lindemann con il contributo dell’Ambasciata Tedesca
«Mia madre si trasferì con me in casa del suo nuovo compagno, nel bel mezzo della foresta chiamata Bremerhof, quando avevo circa 14 anni. Non andavo proprio d’accordo con il mio patrigno. Non perché non fosse il mio vero padre o per altro, ma semplicemente perché eravamo quanto di più distante due persone possano essere. […] Un anno dopo nacque il mio fratellastro, Jascha. Mi sentivo a disagio. Tutto mi faceva sentire a disagio all’epoca. Non ero sicuro di come avrei dovuto interagire con lui. Circa tre anni dopo mi trasferii e fui felice di starmene per conto mio. Dopo un po’ mia madre si separò dal mio patrigno, e così si traferii con Jascha in una vecchia fattoria distante 200 metri. […] Quando ero in visita ho sempre scattato delle foto di Jascha, ma solo verso la Pasqua del 2020 che ho davvero iniziato a seguirlo e a documentarlo».
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Josh Kern è un fotografo con sede in Germania. Il suo lavoro illustra spesso l’esuberanza, l’estasi e l’angoscia della gioventù.
Ha pubblicato quattro libri: Fuck Me (Dienacht, 2018), Love Me (eigensinn, 2020), Räuber (eigensinn, 2021) e Hallo Aslı (eigensinn, 2022).
Foto: copyright di Josh Kern | courtesy di Fotografia Calabria Festival.
In The World But Not Of It
di Tim Smith
Partendo da un incontro casuale, nel corso degli ultimi quindici anni Tim Smith ha documentato e instaurato rapporti con le comunità Hutterite in Nord America. Un Gruppo anabattista le cui radici affondano nel Tirolo, Austria, a seguito della Riforma radicale del XVI secolo, gli hutteriti vivono in colonie comunitarie in tutto il Canada occidentale e negli Stati Uniti nord-occidentali. La loro cultura continua ad essere protetta attraverso il volontario distacco dalla società tradizionale e grazie all’autosufficienza economica. Gli Hutteriti sono attualmente nel mezzo di uno dei periodi di maggior fortuna nella loro storia di circa 500 anni. Non dovendo affrontare minacce evidenti provenienti dal mondo esterno hanno prosperato e la loro popolazione è cresciuta fino a circa 50.000. I membri vengono sostenuti in ogni aspetto e durante l’intera esistenza, senza la solitudine e l’isolamento prevalenti nel mondo moderno.
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Tim Smith è un fotografo documentarista che risiede a Brandon, Manitoba.
Il suo lavoro è stato sostenuto da diverse sovvenzioni ed è stato esposto in tutto il Nord America, Europa, Asia, Medio Oriente, Australia e Africa.
Foto: copyright di Tim Smith | courtesy di Fotografia Calabria Festival.
Generazione beta
di Franzi Kreis | partner: Forum Austriaco
«È incredibilmente commovente quanto i temi sociali e politici del nostro tempo si ritrovino nelle biografie private e quanto i brani di vita raccontati contengano risposte ai grandi quesiti dell’umanità. Una signora si abbandona ai ricordi del marito, famoso cantante lirico siciliano, conosciuto al Teatro alla Scala di Milano. Sulle note delle opere liriche racconta della fuga di sua madre da Vienna durante i tumulti della Seconda guerra mondiale. I suoi genitori, di famiglia ebraica e attivisti del movimento comunista, sono sopravvissuti all’Olocausto anche grazie a un matrimonio di facciata a Praga e a un soggiorno in Francia».
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Franzi Kreis ha richiamato l’attenzione con le mostre Finding Motherland e Father Earth da Vienna a Sarajevo. La giovane artista si esprime attraverso la fotografia, l’audio e il video e vive a Vienna. Dal 2015 Franzi Kreis mostra le proprie produzioni narrative e artistiche in numerose presentazioni.
Foto: copyright di Franzi Kreis | courtesy di Fotografia Calabria Festival.
No memory is ever alone
«No Memory is Ever Alone è una storia d’amore sulla famiglia. Matrimoni, viaggi in strada, bambini, vacanze, notti di gioco – queste istantanee di tutti i giorni forniscono la mappatura per una vita. Usando le diapositive Kodak di mio padre scattate negli anni ’50 e ’60 e mantenendole fisicamente nel mio panorama odierno, ho letteralmente fuso il mio passato con il mio presente».
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Catherine Panebianco, nata in Canada, vive attualmente a Jamestown, NY. Il suo lavoro ruota intorno alla famiglia, alla memoria e alle anime che ci circondano.
Il suo lavoro è stato ampiamente esposto sia negli USA che a livello internazionale.
Foto: copyright di Catherine Panebianco | courtesy di Fotografia Calabria Festival.
Lullaby and last goodbye
«Mentre osservo le fotografie scattate da mio padre e rivisito i luoghi della mia infanzia nascosti nella mia memoria, recupero coscienza del rapporto con i miei genitori, della nostra vita e di come la mia infanzia non sia stata patinata e limpida come quella descritta in esse, ma piena di crepe.
Quando sono nate le mie figlie ho rivolto il mio obiettivo verso la mia famiglia e ho capito il desiderio di mio padre, anzi la sua esigenza, di conservare la memoria di quegli attimi, di farli vivere per sempre. Così ho iniziato a fotografarle quotidianamente, riscoprendo insieme a loro la purezza magica dell’infanzia».
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Pierluigi Ciambra è un fotografo nato a Palermo nel 1978. Attualmente vive e sviluppa i suoi progetti nel sud Italia.
Il suo lavoro è stato pubblicato in varie riviste ed è stato esposto in gallerie in Italia e in Europa.
Foto: copyright di Pierluigi Ciambra | courtesy di Fotografia Calabria Festival.
Kim Sae-Hyun
di Hyun-min Ryu
Il progetto è iniziato semplicemente per interesse e amore verso una persona. L’artista ha voluto catturare la crescita di suo nipote Kim Sae-Hyun, il suo migliore amico dal momento della sua nascita fino ad oggi. Il desiderio iniziale del fotografo di catturare l’oggetto attraverso la fotografia si è progressivamente modificato a causa di fattori di adattabilità che hanno reso questo desiderio incompleto all’interno del progetto stesso.
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Classe 1979, Hyun-min Ryu è nato a Daegu in Corea del Sud, dove vive e lavora.
Le sue fotografie sono state esposte in tutto il mondo da Singapore a Milano, da Londra a Tokyo.
Foto: copyright di Hyun-min Ryu | courtesy di Fotografia Calabria Festival.
He looks like you
«Le immagini di questo progetto raffigurano mio padre Giorgio e mio figlio Ulisse mentre giocano e condividono momenti ed esperienze. Si tratta però di falsi ricordi. Mio padre è morto cinque anni prima che mio figlio nascesse e quindi non si sono mai potuti incontrare. Nel 2023, al decimo anniversario dalla scomparsa di Giorgio, in un momento di sconforto, ho voluto creare questo piccolo album di famiglia che unisce fotografie autentiche e artificiali, queste ultime create basandosi su quelle reali.
Queste immagini sono state generate con l’uso di un’intelligenza artificiale (I.A.), creando momenti che non sono mai esistiti, in luoghi che non saranno mai raggiungibili. Un tentativo di trovare consolazione e di superare le frontiere dell’esistenza attraverso l’arte e la tecnologia, generando immagini che fondono illusione, sogno e ricordo».
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Filippo Venturi è un fotografo documentarista e un artista visivo, residente in Italia. Realizza progetti personali riguardanti il tema dell’identità e della condizione umana.
I suoi lavori sono stati pubblicati dalle più importanti riviste internazionali.
Foto: copyright di Filippo Venturi | courtesy di Fotografia Calabria Festival.