Tesori d’archivio: le favole di La Fontaine illustrate da Percy J. Billinghurst in un libro del 1900

Da anni la trasmissione radiofonica Fahrenheit, dedicata a libri e cultura e in onda su Rai Radio 3, usa come sigla My Favorite Things, brano originariamente composto da Richard Rodgers per il musical di Broadway The Sound of Music, del 1959, poi riproposto nell’omonimo film (in italiano Tutti insieme appassionatamente) del ’65, cantato da Julie Andrews.
Più che nella versione originale, però, quel pezzo è noto per via delle molte differenti interpretazioni (diverse decine, frutto dell’improvvisazione e di un’incessante ricerca musicale) che ne ha dato John Coltrane, uno dei più grandi jazzisti di tutti i tempi. Coltrane ha fatto di My Favorite Things un caposaldo del suo repertorio e l’ha reso in effetti uno standard, cioè una composizione musicale assurta a classico e diventata, a livello globale, parte integrante del repertorio comune del jazz, e talvolta della musica in generale — tipo Blue Moon, Autumn in New York e ‘Round Midnight, per intenderci.
Di My Favorite Things esistono centinaia di versioni, molte delle quali, appunto, adoperate da Fahrenheit come sigla: cantate da grandi voci come quelle di Sarah Vaughan, Dionne Warwick, Diana Ross & The SupremesAl Jarreau, Barbra Streisand, Mary J. Blige e da crooner come Tony Bennett, Perry Como e John Legend; oppure strumentali, eseguite al piano, al violino, al clarinetto, al contrabbasso, con la chitarra, e capaci di attraversare i generi: non solo jazz (dove comunque troviamo le versioni più interessanti) ma anche folk, easy listening, new age, elettronica, punk (o giù di lì), soul, con atmosfere cubane, latine, funkeggianti.

Percy J. Billinghurst, tavola tratta da “A Hundred fables of La Fontaine”, The Bodley Head, Londra/New York, 1900
(fonte: artvee.com)
Percy J. Billinghurst, tavola tratta da “A Hundred fables of La Fontaine”, The Bodley Head, Londra/New York, 1900
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Lo stesso meccanismo, nell’ambito dei libri illustrati, capita con le fiabe e le favole classiche della cultura occidentale: Esopo, Fedro, La Fontaine, Perrault, i fratelli Grimm, Andersen. Le storie che hanno scritto — o riscritto, raccogliendole dalla tradizione — sono anch’esse degli standard e, nel corso degli ultimi due secoli, sono state interpretate, a livello grafico, da un gran numero di artiste e artisti, che, con le loro chine, i loro pennelli, le loro incisioni, le loro matite e, oggi, i loro lavori in digitale, hanno contribuito a costruire l’immaginario di intere generazioni.

Tra le tante edizioni delle favole di Jean de La Fontaine, ad esempio, troviamo quelle illustrate da autori del calibro di Gustave Doré, Boutet de Monvel e Grandville (ma c’è pure un meraviglioso volume del 1894 in cui le immagini erano firmate da artisti giapponesi dell’epoca). Di fronte a questi pesi massimi della storia dell’illustrazione, tuttavia, non sfigura la versione di un disegnatore britannico molto meno conosciuto, tal Percy J. Billinghurst, del quale, oltre a luogo e data di nascita e di morte (1871, Hackney, Londra – 1933, Barnet, Londra) si conosce pochissimo.

I suoi unici lavori arrivati fino a noi sono tutti relativi a La Fontaine: un libro pubblicato nel 1900, dal titolo A Hundred fables of La Fontaine, e uno l’anno successivo, A hundred anecdotes of animals, entrambi usciti per la casa editrice The Bodley Head (che esiste ancora oggi come marchio di proprietà del gruppo Penguin Random House).
Le 101 tavole del primo, che richiamano evidentemente lo stile Arts and Crafts in voga all’epoca (ma si intravede, soprattutto nelle nuvole e nelle onde, anche un pizzico di Giappone), si possono ammirare in versione digitalizzata sulla piattaforma Artvee, dove è anche possibile scaricarle.

Percy J. Billinghurst, tavola tratta da “A Hundred fables of La Fontaine”, The Bodley Head, Londra/New York, 1900
(fonte: artvee.com)
Percy J. Billinghurst, tavola tratta da “A Hundred fables of La Fontaine”, The Bodley Head, Londra/New York, 1900
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Percy J. Billinghurst, tavola tratta da “A Hundred fables of La Fontaine”, The Bodley Head, Londra/New York, 1900
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Percy J. Billinghurst, tavola tratta da “A Hundred fables of La Fontaine”, The Bodley Head, Londra/New York, 1900
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Percy J. Billinghurst, tavola tratta da “A Hundred fables of La Fontaine”, The Bodley Head, Londra/New York, 1900
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Percy J. Billinghurst, tavola tratta da “A Hundred fables of La Fontaine”, The Bodley Head, Londra/New York, 1900
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