Sapevo che le carte da gioco fossero oggetti da collezione — dopotutto hanno una lunga storia alle spalle, ne esistono di innumerevoli tipologie e varianti, sono diffuse in tutto il mondo, sono piccole, dunque gestibili in termini di spazio, sono relativamente economiche e in alcuni casi, sono delle vere opere d’arte — ma non avevo idea della portata di questo tipo di collezionismo. Me ne sono accorto con l’uscita di alcuni articoli, qui su Frizzifrizzi, dedicati a mazzi in edizione limitata: innumerevoli le mail arrivate in redazione per chiedere dove acquistare, chi contattare; e c’è persino chi si è preso la briga di cercare il mio numero di telefono per farmi offerte sugli esemplari in mio possesso.
Esiste, ho poi scoperto, un’associazione internazionale di collezioniste e collezionisti — la IPCS, International Playing-Cards Society, che pubblica anche una sua rivista e attualmente ha un presidente italiano — oltre ad altri gruppi nazionali di cartagiocofilia (questo il termine corretto), come ad esempio, in Italia, 7bello.
Tra i più grandi collezionisti del nostro paese c’è stato il milanese Giuliano Crippa.
Dagli anni ’70 fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 2020, Crippa — che è stato anche socio di 7bello nonché referente nazionale della IPCS — ha messo insieme una raccolta di oltre 200 mazzi, tra carte da gioco e tarocchi, molti dei quali risalenti al XVIII e XIX secolo, con una predilezione per quelli prodotti nella sua città, Milano, oltre a svariati giochi da tabellone, anch’essi antichi.
Dopo la morte, la sua collezione è stata donata al Comune di Milano, e dall’anno scorso è entrata a far parte della Civica Raccolta delle Stampe “Achille Bertarelli”, conservata all’interno del Castello Sforzesco, dove dal luglio all’ottobre del 2022 i pezzi raccolti da Crippa sono stati messi in mostra e digitalizzati (qui si possono vedere tutti).
Ora la mostra, composta da una cinquantina tra mazzi, fogli di carte da gioco e tavolieri («giochi dell’oca e di strategia, lotto Reale e biribissi» riporta il comunicato stampa) si è spostata a Gradara, in provincia di Pesaro e Urbino.
Inaugurata il 23 settembre negli spazi del MARV, il Museo d’Arte Rubini Vesin, da poco aperto nella cittadina marchigiana, l’esposizione si intitola L’arte del gioco, andrà avanti fino al 26 novembre 2023 ed è stata curata da Sara Benvenuti e Francesca Volpini di Gradara Innova — società che ha organizzato l’evento in occasione del festival Gradara Ludens e della tavola rotonda internazionale Gaming and cultural heritage. Esempi dall’Italia e dall’Europa.
Durante il periodo espositivo sono previsti anche incontri con esperti, attività per le scuole e le famiglie, e visite interattive a questo bel patrimonio artistico-culturale, capace non solo di raccontare le abitudini ludiche delle generazioni che ci hanno preceduto, ma anche di far luce sulla ricchezza grafica delle carte e dei giochi.