La nuova edizione di Paw Chew Go: due giorni per “perdersi” in mezzo ai linguaggi della creatività

Il 6 e 7 maggio, presso BASE Milano, torna il festival dedicato all’illustrazione indipendente (e non solo)

«Man mano che si invecchia, si impara a vedere la foresta, ma solo perché si perde la capacità di vedere i singoli alberi» dice il saggio. E quel saggio è Beppe Giacobbe, uno dei veri Maestri con la M maiuscola dell’illustrazione italiana, che ebbi il privilegio di intervistare dal vivo sul palco del festival Paw Chew Go qualche anno fa. Quella frase me la sono segnata sul quadernetto delle citazioni memorabili (sì, ne tengo uno, o perlomeno ci provo), e di tanto in tanto ci torno per capire a che punto sono io: albero o foresta?
Dipende, in realtà. In ciò che osservo da fuori, nei tanti “mondi” che ho il privilegio di frequentare da “personaggio non giocante” — per usare un’espressione che si usa nei giochi di ruolo —, mi rendo conto di stare iniziando ad avere una panoramica larga, che si espande sempre di più, anno dopo anno. I miei occhi non riescono ancora ad abbracciare la foresta intera, ma percepisco quanto è grande, dove potrebbero essere i suoi confini.
Ma poi ci sono quegli ambiti in cui mi muovo come entità interna, da “giocatore”, e lì non c’è niente da fare: anche se mi dessero in mano la mappa, continuerei a vedere solo alberi, alberi e altri alberi. Singoli alberi che appaiono uno dopo l’altro, tutti da scoprire, da studiare, da imparare a conoscere; tutti interessanti, pure troppo, perché poi è un attimo perdere l’orientamento.

(courtesy: Paw Che Go)

Ecco, Paw Chew Go, per me, è così: da qualche anno faccio parte del direttivo di questo festival milanese dedicato all’illustrazione (e non solo) e, se prima potevo girarci dentro — metaforicamente e fisicamente — con la disinvoltura del turista che ha studiato la guida, ha in mano la cartina ed è in grado di comprendere il quadro generale senza smarrirsi, oggi, paradossalmente, seppure con molte più informazioni in tasca, non ci riesco più.
Vivo questo straordinario evento (che sia straordinario lo dice il me stesso di qualche anno fa, che poteva ancora giudicare dall’esterno. Fidatevi di lui) come fosse un organismo vivo e, in quanto tale, complicatissimo, fatto di tante mani e tante teste al lavoro, di problemi e di soluzioni, di lunghi ragionamenti e di impeti passionali; un organismo che ormai non so più che forma abbia, pieno di connessioni intricate e di radici visibili e invisibili che portano la linfa della quale, nei giorni del festival, ci nutriamo tutte e tutti.

Dunque: come raccontare Paw Chew Go da qui dove sono io? Non riesco davvero a vederlo, quindi posso solo provare a dare un’idea elencando le aree di questo bosco coloratissimo.
L’area mercato, innanzitutto, decisamente la più affollata, con decine di artiste e artisti, stampe illustrate e poster di grafica, fanzine, riviste, libriccini, oggetti artigianali, e un sacco di gente che sfoglia, tocca, parla, spiega, gesticola, si incontra, si abbraccia, talvolta balla, quando può si riposa (ma è dura).
E poi la mostra, che in questa edizione vede come protagonista Eleonora Marton, che siamo andati a pescare fino a Londra, e le abbiamo fatto portare negli spazi di BASE Milano disegni, poster, libri, fanzine, oggetti e persino trapunte, il tutto raccontato da un piccolo documentario, in cui appaio nelle vesti di intervistatore.

Durante gli incontri e le presentazioni — l’area più comoda, dove ci si siede e si ascolta — si parlerà di Intelligenza Artificiale, di lettering, di archivi, di “come eravamo” (attraverso le vecchie copertine de L’Espresso), di Mumin (chi non ama i Mumin?!) e dello “effetto OZ”, dove OZ sta per Olimpia Zagnoli.
E ovviamente di libri, tanti libri, con le autrici e gli autori, che poi torneranno anche loro a passeggiare per la foresta-Paw Chew Go (o il villaggio-Paw Chew Go), aggirandosi tra Dj set e concerti, o andando a spiare le portfolio review oppure i tanti workshop pieni di gente intenta a lavorare, incrociando bambini in preda alla follia (pure per loro ci sono attività in giro per gli spazi di BASE).

E alla fine, come degna chiusura di una due-giorni di meraviglioso caos, l’asta benefica in ricordo di Elena Xausa, recentemente scomparsa (sì, a questa foresta manca un albero, e al suo posto c’è una piccola radura piena d’amore, e chi passa di lì manda un pensiero e prova a raccogliere uno dei tanti semi che quel bell’albero ha lasciato). Protagoniste dell’asta saranno le illustrazioni di Alicia Baladan, Mario Sughi, Olimpia Zagnoli, Alessandro Baronciani, Massimo Giacon, Emiliano Ponzi ed Elisa Talentino, e il ricavato andrà alla Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro.

Quindi, ci vediamo lì? Nella foresta? Se mi vedete girare con l’aria di chi non sa come uscirne, non preoccupatevi. Si sta bene dentro Paw Chew Go. E perdersi, ogni tanto, fa bene.

L’edizione 2022
(foto: Roberta Gianfrancesco / IIF – Istituto Italiano di Fotografia | courtesy: Paw Chew Go)
L’edizione 2022
(foto: Roberta Gianfrancesco / IIF – Istituto Italiano di Fotografia | courtesy: Paw Chew Go)
L’edizione 2022
(foto: Roberta Gianfrancesco / IIF – Istituto Italiano di Fotografia | courtesy: Paw Chew Go)
L’edizione 2022
(foto: Rossella Mele / IIF – Istituto Italiano di Fotografia | courtesy: Paw Chew Go)
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