TOFU: il nuovo festival di fumetto di Torino

Da tanti anni che lo conosco, non sono mai riuscito a ca(r)pire il segreto di Emanuele Rosso. E come “segreto” intendo: dove la trova l’energia? E soprattutto: dove lo va a pescare il tempo?
Quando l’ho incrociato per la prima volta online, lui disegnava fumetti, faceva illustrazioni e storyboard per qualche cliente, scattava foto delle serate disco, e accompagnava in giro per l’Italia la band degli Amari, suoi conterranei, tenendo il banchetto dove acquistare dischi, magliette e spillette. Poi siamo diventati quasi vicini di casa, qui a Bologna, e lui riusciva ad avere una vita sociale assai più movimentata della mia mentre lavorava a un graphic novel (ne ha realizzati tre), mentre partecipava all’organizzazione di un festival (il BilBOlbul), mentre insegnava, mentre continuava a fare foto, mentre curava mostre, mentre scriveva su siti e riviste specializzate in fumetto — e di sicuro mi sono dimenticato di qualcos’altro — il tutto con il sorriso sulle labbra, un’inscalfibile gentilezza e un’attitudine che, chissà come, trasuda tranquillità.
È vero che il panorama attuale dell’industria creativa e di quella culturale è oggi composta principalmente da slash workers — cioè da coloro che si dividono tra più attività che richiedono competenze diverse, tutto per portare a casa la pagnotta: cose come Grafico / web-designer / copywriter / barista o Designer / consulente editoriale / traduttrice / youtuber — ma Emanuele l’ho sempre visto fare più cose anche contemporaneamente: tipo che durante una classica giornata del suddetto BilBOlbul lo vedevi girare per ogni singolo evento a fotografare, poi saliva su un palco e presentava un incontro, poi andava a controllare una mostra che aveva curato, e intanto raccoglieva informazioni su un pezzo da scrivere, il tutto senza flebo attaccate.

A inizio 2019 Emanuele si è trasferito a Torino. E pure lì ha ricreato il suo giro di persone, posti dove andare, cose da fare. Neppure la pandemia l’ha fermato, visto che, avendo quel briciolo in più di tempo a disposizione, ne ha approfittato prima per co-fondare MeFu, un’associazione che si occupa di diritti, tutela, assistenza e rappresentanza per chi lavora nel settore del fumetto, e poi per immaginare un festival, che si chiama Tofu (quel fu finale che sta per fumetto ma che avvolge il tutto di un sapore giapponese deve proprio piacergli tanto) e debutterà questo fine settimana, sabato 28 e domenica 29 maggio, proprio a Torino, negli spazi dello spazio culturale OFF TOPIC.

(courtesy: Tofu)

Ho scritto “festival” ma questi due giorni di evento saranno — a detta dello stesso fondatore multitasking — una sorta di festa di presentazione alla città e al mondo del fumetto. Perché Tofu è pensato come un contenitore che rimarrà aperto anche dopo che questo primissimo evento si sarà concluso: «sarà una formula che racchiude al suo interno numerose iniziative ed esperienze che si succederanno nel corso dell’anno».

Nonostante si tratti di un esordio, il programma è piuttosto ricco e intenso, tra incontri e presentazioni, una mostra (The B.I.G. Colors. I nuovi fumetti di Lucia Biagi, con le tavole della storia breve raccolta nell’antologia Fai rumore uscita pochi giorni fa per Il Castoro e curata dal collettivo transfemminista Moleste e, in anteprima, alcune tavole e studi preparatori del graphic novel The Cyan’s Anthem, in uscita il prossimo autunno per Eris Edizioni dopo ben quattro anni di lavoro), dj-set, live painting, un brunch, oltre al classico mercatino delle autoproduzioni editoriali, tra fanzine e albi di tutti i tipi e i formati.
A questo si aggiunge un progetto con le scuole, che sarà presentato durante l’inaugurazione: per questa prima edizione Tofu ha coinvolto una classe dell’istituto professionale statale “Albe Steiner”, guidata da Luisa Pellegrino nella lettura e nell’approfondimento del pluripremiato libro Arte, perché? della fumettista statunitense Eleanor Davis, che poi è stata intervistata dalla classe durante un incontro online.

Prodotto in collaborazione con The Goodness Factory e Torino Youth Centre, Tofu aprirà le porte a tutte e tutti in via Giorgio Pallavicino 35 sabato alle 15,00. Emanuele sarà più impegnato del solito, probabilmente, ma tanto ci è abituato, come pure è abituato a fare le cose per bene.

Il logo di TOFU è di Leonardo Guardigli.
L’immagine è di Roberto D’Agnano.
(courtesy: Tofu)
(courtesy: Tofu)
(courtesy: Tofu)
(courtesy: Tofu)
(courtesy: Tofu)
(courtesy: Tofu)
(courtesy: Tofu)
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