Nel corso di più di quarant’anni di carriera, l’artista francese Paul Cox ha sperimentato con innumerevoli linguaggi e tecniche: ha disegnato centinaia di poster (il primo, a 15 anni, realizzato per un suo amico che aveva organizzato un festival di film in Super8, lo stampò clandestinamente in uno dei laboratori della scuola d’arte che frequentava sua sorella) e altrettante illustrazioni per giornali, riviste e copertine di dischi; ha dato forma a campagne pubblicitarie e si è messo alla prova con l’animazione; ha scritto e illustrato libri per l’infanzia, alcuni dei quali autoprodotti; ha progettato installazioni; ha dipinto scenografie; ha costruito giocattoli.
Di volta in volta, da autodidatta, si è sporcato le mani imparando prima le tecniche e poi mettendole a frutto («è importante prima fare e poi riflettere» dice lui). Dal pochoir alla linoleografia, dalla carta alla tela, dal legno alle matite e ai pennelli, Cox ama mettersi continuamente in gioco, anche con il suo primo amore, la pittura, che ancora oggi continua a essere la sua attività principale.
Proprio per via della pittura nei primi anni ’80 ha lasciato il suo lavoro “normale” — quello di insegnante di inglese, che gli permetteva di avere una certa stabilità mentre tentava la sua strada nel mondo delle arti —, e dopo aver inseguito a lungo l’idea di dipingere in maniera “enciclopedica”, tentando di mostrare il mondo nella sua totalità, a un certo punto ha cambiato rotta per focalizzarsi sull’esplorazione della pittura in sé e per sé, oscillando tra figurativo e astratto e giungendo a modalità di lavoro sempre diverse, facendo sua una celebre citazione del filosofo e scrittore statunitense Ralph Waldo Emerson, il quale disse: «la rotta della migliore nave è pur sempre una linea a zigzag fatta di centinaia di deviazioni».

(courtesy: Galleria Corraini)
Tra le ultime tappe di questa rotta, ci sono alcune delle opere in mostra da ieri presso il Corraini MAMbo artbookshop di Bologna, a cura di Galleria Corraini.
Organizzata in occasione del ricchissimo programma di eventi di ART CITY Bologna, l’esposizione si intitola Paul Cox. Le Paradis (détails) e presenta nove disegni realizzati a tempera su carta.
«Sono tornato recentemente a dipingere quadri figurativi senza una narrazione precisa, cose piuttosto banali, della mia vita, dei miei sogni, della mia infanzia» rivela Cox, «ma anche citazioni dalla storia della pittura o dei miei stessi quadri, in breve attingendo da una fonte potenzialmente infinita di soggetti».
Ecco dunque fiori e gesti semplici come il brindare o il tenersi mano nella mano, che diventano, nella loro quotidianità, l’occasione per celebrare la bellezza delle piccole cose, attraverso l’uso del colore e di trame formate da linee e quadrettature.
Come spiega nel suo splendido libro Design & Art, pubblicato sempre da Corraini qualche anno fa, «sono molto attratto dalle trame e le utilizzo spesso. Danno profondità e vibrazione alla superficie dell’opera. […] Quando un dipinto non mi soddisfa pienamente, spesso l’aggiunta di una trama può riscattarlo. Una superficie troppo opaca mi sembra chiusa e morta. Con una trama, ho l’impressione che prenda vita, che dia respiro e spazio per muovercisi dentro».

(courtesy: Galleria Corraini)

(courtesy: Galleria Corraini)