Il quaderno di Paz: un luogo fatto di carta in cui tenere traccia delle idee e del tempo che passa

Nato ufficialmente nel 2005 dopo qualche anno di collaborazione informale tra i soci fondatori — cioè Raffaele Giancipoli, Danilo Scalera, Alessandro Serra e Matteo SerraPazlab è uno studio di comunicazione di base a Lecce che ha alle spalle tantissime iniziative culturali e sociali realizzate sul territorio (tra le quali la prima webradio pugliese e una rivista d’inchiesta: quel Paz nel nome, infatti, discende dall’acronimo P.A.Z., cioè Permanent Autonomy Zone1, etichetta con la quale il gruppo ha portato avanti per molto tempo progetti di attivismo, cooperazione e innovazione tecnologica dal basso).
Oggi l’agenzia, della quale fanno parte da un paio di anni anche Marco Cino e Maria Angela Nestola, collabora sia con istituzioni pubbliche sia con aziende private (non molto tempo fa ho parlato del gran lavoro svolto sull’identità visiva del nuovo centro Kora a Castrignano de’ Greci, sempre in provincia di Lecce) ma riesce anche a ritagliarsi del tempo per alcuni progetti interni allo studio, cioè quelli che non fanno guadagnare denaro — anzi, semmai è l’opposto — ma che diventano una palestra per tenere in allenamento lo spirito creativo, sperimentare in libertà linguaggi e tecniche, e allacciare collaborazioni con altre realtà.

In questo solco si inserisce Il quaderno di Paz, un lavoro nato a fine 2021 con l’intento di raccontare il modus operandi dello studio: «un approccio, il nostro, che fa leva sulla cooperazione, su un’attenzione per i dettagli e per l’autenticità che sta dietro e intorno alle cose, se solo la si sa cogliere e valorizzare» raccontano i designer di Pazlab, che hanno deciso di puntare su una serie in edizione limitata di quaderni, nata appunto da un lavoro di squadra.
L’idea centrale del progetto riguarda il tempo: quello che è passato ma che ha lasciato segni ancora ben visibili, e quello che verrà, idealmente rappresentato dalle pagine bianche ancora da scrivere o disegnare, per tener traccia del presente e ricordare.

“Il quaderno di Paz”, Pazlab
(foto: Frizzifrizzi)

«Siamo partiti da una ricerca fotografica curiosando tra vecchi scatti contenuti nelle scatole, valigie o cassetti che ognuno di noi ha e spesso dimentica, abbiamo poi manipolato le fotografie digitalizzandole e sovrapponendole a forme e segni geometrici» spiegano. Da questa prima fase sono uscite fuori le copertine, stampate in Risograph dal laboratorio di stampa artistica Pigment Workroom di Bari. La scelta della risografia, ovviamente, non è casuale: permette infatti di giocare sulle imperfezioni, dunque sull’unicità dei singoli pezzi, ottenendo risultati spesso inaspettati. Come supporto, Pazlab ha optato per la carta ecologica Alga da 200g della serie Calligraphy Nature Crush di Favini, in parte prodotta utilizzando residui della lavorazione agro-industriale di alghe della Laguna di Venezia.

Ogni singolo quaderno è stato infine composto con l’aiuto di Officine Amaro, nuova realtà recentemente inaugurata in quel di Gagliano del Capo (Le), utilizzando strumenti d’epoca come una cordonatrice degli anni ’60 trovata a Bologna, una macchina da cucire industriale degli anni ’70, una scantonatrice tedesca dell’800 per arrotondare gli angoli, una pressa degli anni ’70 proveniente da un’antica legatoria milanese e una tagliacarte del XIX secolo proveniente da Roma.

“Il quaderno di Paz”, Pazlab
(foto: Frizzifrizzi)
“Il quaderno di Paz”, Pazlab
(foto: Frizzifrizzi)

Il risultato è una piccola e splendida collezione che ha l’odore del tempo che passa.
«Un anno contiene in sé molte storie, persone, immagini, luoghi, parole e sovrapposizioni» sta scritto sul retro di copertina. «A volte corre veloce come il digitale, altre lento come il processo di sviluppo di una fotografia emersa da un rullino dimenticato. A volte è ordinario e pigro e sistematico, altre si rivela straordinario per merito di un’idea, di un incontro o di un singolo istante. Può assumere tratti spigolosi, scomposti, irregolari o sorprenderci tracciando curve morbide e linee armoniose. Quello che è certo, è che il tempo che passa lascia sempre un segno indelebile nel percorso di tutti noi. Il quaderno di Paz serve proprio a questo, a non disperdere tracce, a contenere forme, visioni, bozzetti o pensieri. A catalogare ricordi e ad ospitare piccoli e grandi appunti per il futuro. È il nostro pensiero di gratitudine per ciò che abbiamo ricevuto dal passato e un buon augurio per i tempi che verranno».

Per ora i quaderni non sono in vendita, ma lo saranno nel prossimo futuro. Tenete d’occhio il sito e il profilo Instagram dello studio.

“Il quaderno di Paz”, Pazlab
(foto: Frizzifrizzi)
“Il quaderno di Paz”, Pazlab
(foto: Frizzifrizzi)
“Il quaderno di Paz”, Pazlab
(foto: Frizzifrizzi)
“Il quaderno di Paz”, Pazlab
(foto: Frizzifrizzi)
“Il quaderno di Paz”, Pazlab
(foto: Frizzifrizzi)
“Il quaderno di Paz”, Pazlab
(foto: Frizzifrizzi)
“Il quaderno di Paz”, Pazlab
(foto: Frizzifrizzi)
“Il quaderno di Paz”, Pazlab
(foto: Frizzifrizzi)
“Il quaderno di Paz”, Pazlab
(foto: Frizzifrizzi)
“Il quaderno di Paz”, Pazlab
(foto: Frizzifrizzi)
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