Hütte: i prodotti tessili per la casa (e non solo) della designer Raffaella Colutto

La hütte è la capanna, il rifugio. Il termine, usato in francese e in tedesco, deriva dall’antico gotico hethjo, che indicava la camera in cui si riposa. In lingua ladina si chiama ütia, e infatti nella zona dell’Alta Badia i rifugi montani si chiamano praticamente tutti così: Ütia de Bioch, Ütia de Börz, Ütia Da Rit…
Di quei luoghi erano originari i nonni della designer Raffaella Colutto, che parlavano ladino e — come ha raccontato lei stessa in una bella intervista di Claudia Gelati su Franz Magazine — quando lei era piccola la portavano «a fare la polenta in un barco superattrezzato con letti a castello immerso in un bosco. Il barco è il nome di un capanno di legno, e quando penso al calore di un’abitazione ho in mente quell’immagine».
Da quel ricordo del capanno come archetipo di casa e di rifugio, prende dunque il nome HÜTTE, nuovo marchio di prodotti di design per la casa fondato a Milano da Colutto poco più di un anno fa.

Cresciuta a Parigi durante gli anni delle superiori e poi formatasi alla Scuola Politecnica di Design di Milano, la designer ha alle spalle una lunga frequentazione del panorama internazionale dell’editoria, della comunicazione e del design. Giornalista professionista dal ’90, grafica editoriale da Mondadori, poi al lavoro per molte case editrici come freelance, Colutto è stata anche una pioniera nel mondo della progettazione visiva legata ai cd-rom. Consulente per diverse agenzie di pubblicità e multimedia, nel 2005 ha fondato — insieme a un’altra grande professionista come Silvia Sfligiotti — lo studio di comunicazione visiva Alizarina, attivo su molteplici fronti, dagli allestimenti espositivi alla grafica editoriale, dalla realizzazione di piattaforme digitali all’identità per aziende, istituzioni ed eventi.
Proprio lavorando con Alizarina, qualche anno fa si è acceso in Colutto l’interesse per la progettazione digitale dei tessuti, che ha sua volta risvegliato quell’amore per i pattern nato fin dai banchi di scuola, poi coltivato, al Politecnico, durante le lezioni sulla nascita del design tessile e sulle grandi maestre di scuola Bauhaus come Anni Albers, Gunta Stölzl, Benita Koch-Otte e molte altre.

La serie Swing

Sono del 2018 i suoi primi progetti di “digital knitting”, nei quali si può già vedere la traccia che avrebbe poi condotto a HÜTTE.
«Il marchio nasce dall’esigenza di fondere in uno diversi linguaggi» spiega la designer: «quello visuale, subito percepibile, e quello della matematica, la cui bellezza risiede piuttosto nell’astratto. L’unione di questi due codici comunicativi ha condotto in maniera sorprendente e imprevedibile alla realizzazione dei primi prodotti, la cui materialità emerge poeticamente, mediante strati di significato sovrapposti e inediti».
Se nel tessile i fili di trama e ordito si intrecciano in maniera più o meno complessa, Colutto parte da pattern inizialmente schizzati a mano e poi rifiniti al computer. Da lì vengono “tradotti” nel linguaggio delle macchine tessili, dove il processo diventa squisitamente analogico, con l’intervento di abili mani artigiane e una tensione verso la sperimentazione che porta tutti i prodotti a marchio HÜTTE a essere realizzati dall’abbinamento tra filati differenti.

Nelle tre collezioni finora uscite, infatti, troviamo il lino e il cotone che si sposano nella serie Swing, la lana superfine e l’alpaca che convivono in Moonrise, e il lino e la lana merino extrafine che si incrociano in Nuance.
Gli splendidi pattern, tessuti in altrettanto meravigliosi accostamenti cromatici, sono poi declinati in vari prodotti: coperte, plaid, cuscini (riempiti con cotone, poliattide — che è una bioplastica — e trucioli di pino svizzero), poncho, sciarpe e scialli.
Tutto è made in Italy, confezionato con cura e lentamente, utilizzando materiali di primissima qualità, tracciati e frutto di una filiera corta, con una grande attenzione per la sostenibilità ambientale.

La serie Moonrise

La serie Nuance

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