Eskimo Artist: Kenojuak, un documentario del ’63 sulla grande artista inuk Kenojuak Ashevak

Non avevo idea di chi fosse Kenojuak Ashevak finché non me l’ha segnalata Francesco Bergamo, architetto, autore, dottore di ricerca in scienze del design e docente presso l’università IUAV di Venezia. Taggandomi in un post su Facebook proveniente dalla pagina Celebration of Female Artists in History (che Bergamo ha a sua volta scoperto grazie al designer e direttore creativo Bruno Stucchi: i giri che fanno le cose belle, link dopo link, persona dopo persona), ha innescato una serie di ricerche, che sono poi arrivate a un affascinante documentario realizzato nel 1963 dal regista neozelandese John Feeney, che ha ricevuto una nomination agli Oscar del 1964 proprio per quest’opera dedicata a quella che è considerata come la più grande artista inuk e una figura centrale, sebbene relativamente poco conosciuta al di fuori del Nord America, per l’arte e la grafica del ‘900.

Nata nel 1927 nella Terra di Baffin, nell’Arcipelago artico canadese, figlia di un cacciatore, sciamano e commerciante di pellicce che morì quando lei era ancora bambina, Ashevak si sposò a 19 anni. Nonostante il suo fosse un matrimonio combinato, scoprì che il marito amava l’arte come lei, e fu libera di esprimere tutto il suo potenziale, anche se cominciò a disegnare solo dopo i vent’anni. Provvidenziale, per questo, fu l’incontro con l’artista e designer canadese James Archibald Houston.
Nel 1948 Houston era entrato in contatto con gli inuit scambiando sue opere, realizzate al momento, con delle sculture tradizionali. Da allora iniziò una collaborazione con la popolazione inuk e con la Canadian Handicrafts Guild, l’associazione canadese dedicata all’artigianato, che finanziò l’artista per sviluppare il commercio di opere d’arte realizzate da donne e uomini inuk.
Nel 1957 Huston cominciò a interessarsi anche alla stampa e, insieme alla moglie Alma, coinvolse Kenojuak Ashevak e il marito Johnniebo, procurando i materiali e insegnando loro a incidere la pietra per stampare. All’inizio Ashevak era dubbiosa, ma Houston conosceva suo zio, anche lui un bravo artista, e alla fine riuscì a convincerla.

Il resto è storia: il suo primo disegno diventò una stampa, che la fece conoscere all’interno dell’ambiente artistico locale. Attorno ad Ashevak nacque una cooperativa, la West Baffin Eskimo Cooperative, che esiste ancora oggi e che permise a molte famiglie di abbandonare la caccia come precaria attività di sussistenza.
La vera consacrazione a livello internazionale, però, arrivò con il documentario di John Feeney, prodotto dalla National Film Board of Canada.
Da allora le opere di Ashevak vennero esposte nelle gallerie e nei musei di tutto il mondo.
Nel film si possono vedere alcuni momenti di vita di una famiglia inuk, oltre a quelle che sono le fonti di ispirazione — la natura, i sogni — per i meravigliosi lavori dell’artista, che è morta nel 2013, a 85 anni, dopo una lunga vita fatta di successi ma anche di tanti lutti e sofferenze, che però non sono riuscite ad affievolire lo spirito vitale che trasuda da tutti i filmati che si trovano online in cui Ashevak parla della sua vita e delle sue opere.

Alcune delle sue creazioni si possono ammirare sul sito della Dorset Fine Arts, galleria d’arte di Toronto fondata dalla West Baffin Eskimo Co-operative.
Un catalogo uscito l’anno scorso, con 36 opere e disegni, si può invece acquistare qui (ed ecco un video con lo “sfogliaggio” del volume).

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