Aphasìa, il primo libro fotografico di Francesco Sambati, sarà pubblicato dal nuovo progetto editoriale Selfself

Quando lo intervistai per la prima volta, due anni fa, Francesco Sambati mi parlò della sua insofferenza per il “raccontare”, per quello “storytelling” ormai diventato un mantra in ogni settore.
«Ho l’impressione che ormai chiunque voglia raccontare qualunque cosa, quasi forzatamente e, per questo, meno credo di aver detto con una foto e più mi sento appagato. Anzi, anche se sembrerà paradossale, il massimo per me sarebbe se il guardare una mia foto equivalesse ad avere gli occhi chiusi» spiegò il fotografo leccese, arrivato alla fotografia piuttosto tardi, da autodidatta, ma da allora completamente risucchiato nel vortice, fino a vivere l’espressione fotografica come una necessità, sebbene affrontata con un approccio che lui definisce “infantile”: «andare avanti per sensazioni e lasciare che tutto progredisca (o regredisca, tengo conto anche di questo rischio) naturalmente […], come i bambini che scoprono man mano le novità del mondo attorno a loro, senza preconcetti».

Ora, in una scatola cinese di paradossi, una delle sue serie fotografiche più affascinanti, quella che fin dal titolo — Aphasìa, termine che indica l’incapacità esprimersi mediante la parola o la scrittura — incarna il concetto di incomunicabilità, sta per diventare un libro, dunque l’archetipo stesso della comunicazione.
È infatti online da qualche settimana una campagna di crowdfunding lanciata su Selfself, nuova piattaforma nata a inizio 2021 dall’idea dell’art director Andrea Galbusera e della photoeditor Martina Parolo, che hanno deciso di dedicare il progetto alla realizzazione di libri fotografici di autori e autrici emergenti e non.

Per saperne di più, ho contattato nuovamente Sambati, intercettato sul balcone di casa di un amico mentre stava stampando foto in un’assolata mattinata leccese, coi rumori del traffico in sottofondo.


Francesco Sambati, “Aphasìa”
(courtesy: Francesco Sambati)

Ci siamo. Il tuo primo libro fotografico!
Dimmi come è andata.

Andrea e Martina di SelfSelf mi hanno contattato lo scorso novembre, proponendomi di pubblicare un libro con loro. All’inizio ero un po’ titubante perché non sapevo niente riguardo al progetto, ma rimasi colpito dalla presentazione che mi inviarono, molto curata a livello grafico.
Poi, quando a febbraio ho visto uscire le prime campagne, trattandosi di libri di fotografe e fotografi che conosco, seguo e stimo, mi sono immediatamente convinto.
Il livello era ed è molto alto, e infatti mi sono subito chiesto «ma io che c’entro?».

Ormai ti conosco e so che è nella tua indole sminuirti. A torto, secondo me.
In realtà credo che Selfself abbia le idee molto chiare. Si vede che dietro c’è una linea editoriale ben precisa. I nomi che hanno deciso di coinvolgere sono tra i più interessanti, te compreso.
Ma come hai scelto proprio Aphasìa come progetto da pubblicare?

Perché è una serie che mi rappresenta molto. Come sai, io sono davvero pessimo a raccontare e a raccontarmi. Non mi interessa neppure molto farlo.
Ha scritto bene la curatrice Stefania Dubla nel testo che descrive il progetto: «Sono immagini sospese, nell’atmosfera e nel giudizio. Rinunciando alla volontà di comunicare, Sambati ci induce ad accogliere la pluralità di senso di ciò che ci circonda ed è in noi».

Francesco Sambati, “Aphasìa”, dummy del libro
(courtesy: Francesco Sambati)
Francesco Sambati, “Aphasìa”, dummy del libro
(courtesy: Francesco Sambati)
Francesco Sambati, “Aphasìa”, dummy del libro
(courtesy: Francesco Sambati)

Parlami della campagna di crowdfunding. Come funziona?

Dura tre mesi. In questi tre mesi chi partecipa alla campagna può scegliere se fare solo una piccola donazione oppure pre-acquistare il libro, oltre ad altre possibilità: solo stampa, libro + stampa, libro + shopper, libro + stampa + shopper.
L’intento è superare la soglia minima, che è di 2500 Euro. Non so come, ma io ci sono già quasi arrivato. [Quando ho intervistato Francesco il denaro raccolto superava i 2100 Euro, ma ora la soglia è già stata superata, ndr.]
Se si supera quella cifra, se non sbaglio, vengono stampate delle copie in più, che verranno vendute in determinati bookshop e portate ai festival.
La piattaforma Selfself ti aiuta molto in tutto il processo. Ti spiegano come organizzarti, ti suggeriscono le strategie, ti forniscono i materiali visivi come banner, logo… Insomma, mi sento di consigliarlo a chiunque abbia un libro fotografico nel cassetto.

Tu sei già stato pubblicato in questi anni: riviste, interviste su magazine online e cartacei, il Photodarium. Ma un libro è un’altra cosa.

Sì, ma ancora non ho del tutto realizzato. Probabilmente lo farò quando ce l’avrò fisicamente in mano.
A luglio dovrebbe uscire anche un’antologia, Polaroid Now, nella quale ci saranno delle mie Polaroid.

Francesco Sambati, “Aphasìa”
(courtesy: Francesco Sambati)

Per quanto riguarda l’editing, hai già in testa l’idea precisa di come sarà il libro di Aphasìa?

In realtà no. Io selezionerò le foto ma poi credo che mi affiderò a Martina Parolo. Mi fido totalmente.

In effetti l’editing credo sia una delle parti più complesse. Per questo spesso viene affidato a una figura esterna. Chi fotografa ha sempre un po’ di difficoltà a lasciar fuori i propri scatti. Serve qualcuno che possa essere anche spietato.
Tu di photobook ne acquisti regolarmente?

Sì, tra l’altro ho partecipato come acquirente ad altre campagne precedenti di Selfself.
Se devo dirti i libri fotografici che mi sono più cari, uno è Sentimental Journey / Winter Journey di Nobuyoshi Araki, quello che nella prima parte parla della luna di miele con sua moglie e nella seconda, realizzata vent’anni dopo, c’è la lunga malattia di lei, e poi la morte.
L’altro è un libro di Polaroid del regista Wim Wenders.

Francesco Sambati, “Aphasìa”
(courtesy: Francesco Sambati)

La campagna su Selfself finirà il 4 agosto. Quando uscirà il libro?

Dovrebbe uscire per settembre. Dall’esterno forse non sembra, ma portare avanti una campagna di crowdfunding è molto faticoso: prende tantissimo tempo, devi contattare un sacco di gente, essere attivo sui social, programmare.
È bello e interessante, ma non vedo l’ora che sia finita, così da potermi presto buttare su altri progetti.

[Mentre un rumoroso motorino romba in sottofondo, chiudendo di fatto la breve chiacchierata, dico a Francesco che secondo me questo sarà solo il primo di tanti libri. Lui, come mi aspettavo, ha preferito non sbilanciarsi.]

Vedremo. Intanto facciamo uscire questo.


Per partecipare alla campagna di crowdfunding di Aphasìa e pre-acquistare il libro, il link è selfselfbooks.com/prodotto/campagne/francesco-sambati/aphasia.

Francesco Sambati, “Aphasìa”
(courtesy: Francesco Sambati)
Francesco Sambati, “Aphasìa”
(courtesy: Francesco Sambati)
Francesco Sambati, “Aphasìa”
(courtesy: Francesco Sambati)
Francesco Sambati, “Aphasìa”
(courtesy: Francesco Sambati)
Francesco Sambati, “Aphasìa”
(courtesy: Francesco Sambati)
co-fondatore e direttore
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