La nuova edizione del bando “I libri-gioco si fanno con le macchine”

Per secoli il libro è stato considerato e utilizzato come mero supporto per contenuti letterari e saggistici. È principalmente grazie a Bruno Munari — capace di riconoscere le potenzialità comunicative di tutti gli elementi dell’oggetto-libro, dal tipo di carta alla rilegatura — che un ruolo che si era ormai cristallizzato nella funzione di contenitore ha iniziato a scricchiolare, aprendo la porta su un universo di possibilità. È da questa intuizione — come racconta Loredana Farina — che sono nati i cosiddetti libri-gioco.

Farina è stata una delle fondatrici de La Coccinella, prima casa editrice italiana a pubblicare, già negli anni ’70, i libri cartonati per la prima infanzia. Prodotti che all’epoca non si erano ancora mai visti sugli scaffali delle librerie, a parte quelle che importavano i pochi leporelli prodotti all’estero.
Come spiega Francesca Romana Grasso nel suo saggio Primi libri per leggere il mondo, quello della Coccinella è stato «un progetto editoriale rivoluzionario, che finì per esercitare la sua influenza sui libri per piccolissimi a livello mondiale, introducendo pagine da comporre, ritagliare, incollare; libri coi buchi, la fustellatura con decalage, libri con forme che richiamano il soggetto narrato (la mano, il piede…), libri per guardare dentro le cose, per giocare seguendo l’indole esplorativa delle piccole dita, libri da appendere, leporelli cartonati, libri di divulgazione scientifica a misura di piccolissimi, oggetti-libro che si aprono come strutture tridimensionali».

Dal 2017 Farina è a capo dell’associazione Ts’ai Lun 1051, nata proprio per promuovere e incentivare la conoscenza delle tecniche di produzione dei libri-gioco — conoscenza che spesso manca ad autori e autrici che dunque non hanno modo di sfruttare appieno il potere narrativo che tali tecniche e tecnologie effettivamente offrono.
Da qui l’idea di lanciare un bando di concorso per assegnare borse di studio a giovani dai 22 ai 30 anni e dal loro occasione di lavorare per due settimane presso un’azienda cartotecnica e progettare un prototipo di libro-gioco, come hanno fatto le tre selezionate nella scorsa edizione del concorso.

Giunto alla quinta edizione, il bando I libri-gioco si fanno con le macchine è aperto a tutte e tutti coloro che — cito dal comunicato — «abbiano un’età compresa fra i 22 anni (compiuti) e i 30 anni (non ancora compiuti) alla data del 15 luglio 2021; siano residenti in Italia; abbiano conseguito o stiano conseguendo una laurea triennale o quinquennale ad indirizzo artistico o tecnico oppure abbiano frequentato o stiano frequentando un corso attivato da istituzioni legate all’editoria oppure abbiano conseguito un diploma in ambiti coerenti con le finalità della borsa di studio».

Le borse di studio consistono in 5000 Euro ciascuna e verranno assegnate a due partecipanti, dopo una selezione operata dalla giuria composta dalla stessa Loredana Farina, da Domenico Caputo, presidente della Cartotecnica Montebello S.p.A. (che è l’azienda presso la quale verranno attivati gli stage), da Luisa Finocchi, vicepresidente della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori di Milano e da Andreina Speciale, responsabile della produzione della casa editrice Il Castoro.

Tutte le informazioni per partecipare sono online.
La deadline per le candidature è fissata al 15 luglio 2021.

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