La nuova edizione del concorso internazionale Posterheroes invita a sbagliare

Qualche anno fa, in vista di una lunga chiacchierata online con Alessandro Bonaccorsi — ideatore di Disegno Brutto, un meraviglioso progetto di formazione che è anche un metodo e una filosofia — preparai un grande schema pieno di concetti, titoli e nomi connessi gli uni agli altri da frecce che s’allungavano e intrecciavano.
Il tema dell’incontro era L’arte di errare. Discorsi intorno all’imperfezione, e io partii dai due termini chiave — “errore” ed “errare”, l’uno figlio dell’altro — circondandoli poi di spunti legati al mio pantheon culturale e alle mie abitudini quotidiane: da Ballard a 2001: Odissea nello spazio, da Rodari ai marginalia degli antichi manoscritti, dalle mappe alle passeggiate, dal “terzo paesaggio” di Gilles Clement alla fotografia degli interstizi urbani, dalla tipografia al divagare attraverso parentesi, incisi, appendici e note a piè di pagina.

Un’area di quel diagramma era dedicata agli algoritmi delle piattaforme di streaming e a quelli dei social network: un discorso che meriterebbe un aggiornamento e un (luuuungo) approfondimento, essendo passato del tempo e vista la generale e sempre più netta polarizzazione delle opinioni, non solo online. Il succo, comunque, rimane: al netto delle periodiche “apologie dell’errore”, buone per uno status su LinkedIn, un evento TEDx, un carousel su Instagram, un progetto di formazione aziendale o, appunto, un dialogo a distanza tra due spiriti affini come me e Alessandro, lo sbagliare e l’errare (degli altri) sono, di fatto, considerati come imperdonabili, degni del pubblico ludibrio; e, a livello commerciale e aziendale, incidenti da evitare ad ogni costo (e il costo, spesso, è sacrificare l’originalità e abbandonare ogni forma di sperimentazione che non porti immediati risultati) o da nascondere repentinamente, qualora il passo falso sia stato ormai compiuto.

(courtesy: Posterheroes)

«Nella società contemporanea orientata alla performance, l’ossessione per la perfezione domina ogni aspetto della vita, rendendo gli errori sinonimo di debolezza e fallimento personale» sostengono gli organizzatori di Posterheroes, concorso internazionale di poster art che da pochi giorni ha lanciato la sua tredicesima edizione, che ha come tema proprio il fare errori — Making Mistakes è il titolo — e «invita a mettere in discussione la stigmatizzazione per il fallimento e a promuovere una visione più umana e autentica dell’esistenza, che accetti le imperfezioni come parte essenziale della nostra umanità condivisa e che celebri la forza trasformativa degli errori», il tutto in un poster 70 x 100 cm, attraverso la grafica, l’illustrazione e la comunicazione visiva in generale.

Nato a Torino dall’idea dell’Associazione Culturale Plug, il concorso — che vede il contributo di Favini, di ITCILO e di Fondazione Time2 — è rivolto a un pubblico internazionale (per la scorsa edizione sono arrivati quasi 2200 poster da oltre 100 paesi) e mette in palio, come ogni anno, dei premi in denaro: uno da 2500 Euro e uno da 1500, assegnati tra le 40 opere finaliste scelte da una giuria di addette e addetti ai lavori (inoltre 12 tra quelle 40 andranno a far parte di un calendario 2025).
Tutte le informazioni per partecipare si trovano qui.
La deadline per l’invio dei materiali è fissata al 4 agosto 2024.
E occhio agli errori! Anzi no, sappiate accoglierli, perché, come sta scritto sul brief del concorso, «impariamo ad accettare l’errore come una caratteristica essenziale dell’esistenza umana e lasciamoci trasportare dal fascino delle imperfezioni. Il glitch, la nota stonata, il difetto di stampa, la macchia sulla tela. Gli errori aggiungono sfumature e profondità al nostro vissuto, rendendo la realtà unica».

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