Voci dalle Terre Alte, il libro fotografico di Va’ Sentiero

Due anni fa, circa, si poteva sognare di riempire uno zaino abbastanza capiente e partire senza stare a pensar troppo. Si poteva aprire una cartina dell’Italia su un tavolo, riunirsi attorno con altri e percorrere con il dito il Sentiero Italia, lungo 7000 km, senza saltare nessuna regione del nostro paese. Si poteva creare un progetto, fissare una data, diffondere la voce nel web, raccogliere il denaro necessario e cominciare un’avventura. Si poteva fare e il primo maggio del 2019, i ragazzi di Va’ SentieroYuri Basilicò, Giacomo Riccobono e Sara Furlanetto — hanno fatto il primo passo dal Golfo di Trieste.

Quello che è venuto dopo sono mesi di cammino, di condivisione, di racconto delle Terre Alte, attraverso le Alpi e gli Appennini, fino ad arrivare il 30 novembre a Visso, uno dei luoghi più duramente colpiti dal terremoto, fare un pausa, ripartire per la seconda parte. E se la pandemia ha rallentato i loro programmi, una di loro — Sara Furlanetto — non è stata decisamente con le mani in mano, ideando un libro fotografico che raccontasse questa prima fase del loro viaggio. 

Appennino tosco-emiliano. Carovana di camminatori sul monte Marmagna.
(foto e courtesy: Va’ Sentiero)

Così a marzo dello scorso anno nasce Voci dalle Terre Alte, che, sotto la veste grafica di Anna Barisani, raccoglie le foto di Sara, ma anche le riflessioni che si fanno meglio quando ci si ferma, quando i momenti vissuti diventano ricordi. Le sue 200 pagine, i suoi 175 scatti e i suoi quattro capitoli — Identità di confine, Abbandono, Cura, Spazi — raccontano di paesaggi fatti non solo di natura, di cime, ma di volti, di storie, di tradizioni. Ed è piaciuto così tanto che in un solo mese ne sono state stampate dalla tipografia Tipolito Europa di Cuneo 400 copie, abbastanza da far organizzare ai ragazzi ben due raccolte fondi per permetterne le ristampe: la prima, lanciata l’anno passato, è stata un successo, grazie anche ai premi in collaborazione Vibram e Montura, mentre la seconda è attiva proprio in queste settimane e durerà fino al 28 febbraio. Anche in questo caso, chi vuole può partecipare versando una cifra sufficiente per avere solo il libro, ma per chi si sentisse più generoso c’è anche la possibilità di portare a casa una maglietta di Va’ Sentiero, un buff1 Vibram o un pile tecnico Montura. 

Il libro “Voci dalle Terre Alte”
(foto e courtesy: Va’ Sentiero)
L’autrice, Sara Furlanetto, con il suo libro “Voci dalle Terre Alte”
(foto e courtesy: Va’ Sentiero)

Chi lo ha già tra le mani, lo sa. Non si tratta del racconto di una prestazione sportiva su uno dei sentieri più lunghi del mondo, piuttosto è la storia di una riscoperta di un mondo dimenticato, distante dal grigiore delle nostre città, che silenziosamente non ha mai smesso di vivere alla sua velocità, quella lenta della natura, quella giusta. È un mondo che paga per noi le conseguenze dei nostri stili di vita, senza presentarci mai il conto. È un mondo che custodisce la nostra storia, il nostro passato e che per questo andrebbe tutelato più di qualunque altro.

Da quel giorno di maggio di due anni fa, Yuri, Sara e Giacomo non sono più soli, il team è diventato ben più numeroso e oltre al libro, su YouTube è disponibile anche un docufilm realizzato da Andrea Buonopane. E mentre noi recuperiamo le tappe passate, loro si preparano a quelle finali: dopo aver raggiunto il 31 ottobre Santa Maria di Leuca, in primavera non vedono l’ora di rimettersi gli zaini sulle spalle e esplorare Molise, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.
Ogni tappa è aperta a curiosi sconosciuti che hanno voglia di condividere un pezzetto di quell’esperienza con loro, per quelli più timidi ci sono invece i vari profili social (Instagram, Facebook) dove potersi tenere aggiornati.

L’autrice, Sara Furlanetto, con il suo libro “Voci dalle Terre Alte”
(foto e courtesy: Va’ Sentiero)
(foto e courtesy: Va’ Sentiero)
(foto e courtesy: Va’ Sentiero)

I ragazzi hanno dedicato questa esperienza a Walter Bonatti, e proprio lui scriveva:

Non esistono proprie montagne, si sa, esistono però proprie esperienze. Sulle montagne possono salirci molti altri, ma nessuno potrà mai invadere le esperienze che sono e rimangono nostre.

Grazie per aver condiviso la vostra con noi.

(foto e courtesy: Va’ Sentiero)
Valtellina, Lombardia. Ammirando la vista da Pizzo Scalino.
(foto e courtesy: Va’ Sentiero)
Trentino-Alto Adige. Bellezza e distruzione: la catena del Latemar si affaccia su Carezza, con i boschi devastati dall’uragano Vaia nel 2018.
(foto e courtesy: Va’ Sentiero)
Un messaggio

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