Non è un segreto che da queste parti siamo grandi estimatori di Field Notes, marchio americano nato nel 2007 dalla collaborazione tra il designer Aaron Draplin, di base a Portland, e lo studio chicagoano Coudal Partners.
Prendendo ispirazione dai taccuini che i produttori di macchine agricole, di fertilizzanti e di sementi in passato regalavano agli agricoltori come materiale promozionale, Field Notes si è immediatamente ritagliato una nicchia di mercato con blocchi per appunti “vecchio stile” ma di altissima qualità, conquistando soprattutto il mondo dei designer e degli appassionati di grafica vintage.
Negli anni, oltre a una linea di prodotti dall’estetica più essenziale, il marchio ha fatto uscire moltissime collezioni stagionali in edizione limitata, alcune delle quali diventate dei veri e propri pezzi da collezione.
Ricercatissimi saranno sicuramente anche i nuovi taccuini della United States of Letterpress collection, realizzati in collaborazione con nove piccoli laboratori di stampa letterpress selezionati in tutto il paese.
Ciascuno di essi ha infatti stampato in proprio una o due serie di copertine.
Oltre al risultato — eccezionale, com’è evidente dalle immagini — è interessante anche il processo di creazione, che è cominciato con l’invio, da parte di Field Notes, di un set di carta (Finch Paper e French Paper) di un colore differente per ciascuno studio, insieme all’indicazione di usare soltanto due colori ben precisi, il Rubine Red e il Process Blue. Per il resto, libertà totale.
I laboratori coinvolti sono Full-Circle Press (Nevada City, California), Genghis Kern (Denver, Colorado), Mama’s Sauce (Orlando, Florida), Springtide Press (Tacoma, Washington), Brad Vetter (Louisville, Kentucky), Ben Blount (Evanston, Illinois), Rick Griffith (Denver, Colorado), Erin Beckloff (Springboro, Ohio) e Starshaped Press (Chicago, Illinois).
A questi va ad aggiungersi lo Skylab Letterpress di Kansas City, che ha stampato la sguardia di ogni blocco con la riproduzione di un cornice tratta dal Salterio della baia, considerato il primo libro mai stampato nelle colonie americane.
Ad accompagnare l’uscita della collezione, che si acquista qui in set composti tra tre taccuini, c’è anche un breve documentario, che mostra i vari laboratori al lavoro, racconta le loro storie e parla della vivacissima e assai unita comunità di stampatori.