10 anni di libri a Scampia: intervista a Rosario Esposito La Rossa

Napoletano, classe 1988, uno sguardo che può perforare i muri o addolcire anche il più aspro degli interlocutori, una capacità innata di raccontare storie, la grinta e l’energia di un pugile che ne ha viste tante ma ha la saggezza di essere abbastanza umile da capire che c’è sempre qualcosa da imparare.
Così — da lontano, visto che per ora non ci siamo mai incontrati dal vivo — immagino Rosario Esposito La Rossa.

Nato in una famiglia operaia, oggi Rosario è scrittore, imprenditore, direttore editoriale di due case editrici — Marotta&Cafiero e Coppola editore —, principale artefice della rinascita culturale di un quartiere complesso come Scampia, “spacciatore di libri”, come si autodefinisce, e, di tanto in tanto, collaboratore di Frizzifrizzi (l’unico, va sottolineato, ad avere sia una sua pagina su Wikipedia che la nomina di Mattarella a Cavaliere del Lavoro) con le sue meravigliose storie di libri.

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In quest’ultimo anno, chi frequenta il suo profilo Facebook, avrà notato un intensificarsi delle già numerose attività, frutto di un intenso lavoro che lui e la sua squadra stanno portando avanti con le case editrici e con La Scugnizzeria, che fa da sede all’attività editoriale ma è anche un libreria che ogni giorno apre le porte ai lettori in una zona dove di librerie non ce n’erano e finora conosciuta perlopiù come territorio di spaccio e di guerre di Camorra.

Lo scorso 2 luglio Rosario e sua moglie, l’attrice Maddalena Stornaiuolo, hanno festeggiato i 10 anni della loro avventura editoriale e ho pensato di intervistarlo per chiedergli un bilancio di questo decennio passato a creare progetti meravigliosi dal nulla e per farmi raccontare le novità in arrivo.


10 anni con la casa editrice Marotta&Cafiero, e nell’ultimo anno c’è stato un grande salto, sia a livello di autori che di comunicazione.

Io sono entrato in contatto con il mondo dell’editoria per caso. Durante la faida di camorra di Scampia un mio cugino — Antonio Landieri, un ragazzo disabile di 25 anni — è stato ucciso per errore. Avevo 17 anni e scrissi un libro, intitolato Al di là della neve, che venne pubblicato dalla Marotta&Cafiero editori.
Due anni dopo successe una cosa incredibile: la famiglia Marotta, che guidava la casa editrice dagli anni ’50, decise di ritirarsi dal settore e Tommaso Marotta e Anna Cafiero regalarono — letteralmente — il marchio a me e mia moglie.
La sede era a Posillipo, un quartiere bene di Napoli, e noi l’abbiamo portata a Scampia, che in quel momento era l’esatto opposto.

Eravamo ragazzi che non ne sapevano praticamente nulla di come funziona e si gestisce una casa editrice, e in questi 10 anni abbiamo imparato e sbagliato molto.
Arrivati alla soglia dei trent’anni abbiamo deciso di provare a fare un salto, di occupare lo spazio vuoto che c’era nell’editoria napoletana, che non ha una Sellerio, come Palermo, o un Laterza, come Bari.
Quindi abbiamo pensato di espandere la narrativa civile — che è un po’ la cifra stilistica della nostra casa editrice — non solo al Sud Italia ma ai Sud del mondo.

Il nuovo packaging di Marotta&Cafiero editori (courtesy: Rosario Esposito La Rossa)
Il nuovo packaging di Marotta&Cafiero editori (courtesy: Rosario Esposito La Rossa)

Avete quindi incominciato a comprare diritti sulle opere di autori internazionali e a lavorare sulla comunicazione visiva.

Sì, abbiamo incominciato a fare ciò che volevamo già fare quando ancora non potevamo permettercelo.
Ci siamo chiesti come avremmo voluto agire, pur con un budget limitato, e abbiamo cambiato tutto: dall’immagine coordinata al catalogo.
Ora abbiamo buste per spedire, pacchi, cartelline per le librerie.

Che lavoro state facendo a livello di grafica editoriale?

L’idea grafica è quella di arrivare a un pubblico multigenerazionale.
Abbiamo scelto di inserire all’interno dei libri molte immagini, anche nella narrativa, e poi link ipertestuali che rimandano a colonne sonore su Spotify.
Utilizziamo font ad alta leggibilità, pagine di colori diversi e — nell’ottica di rendere il libro un oggetto non solo multigenerazionale ma anche “multidirezionale” — abbiamo pensato di farlo leggere anche al contrario, con delle pagine-manifesto all’interno dei volumi.
Più che libri, cerchiamo di fare dei “libridi”.

Abbiamo anche rivoluzionato le gabbie di impaginazione, utilizzando una “architettura” modulare e dichiarando guerra alla simmetria: tutti i nostri libri, ad esempio, hanno l’angolo in basso a destra tagliato, che rimanda a una frase che scriviamo sulla prima pagina di ogni volume: «Per completare questo libro c’è bisogno che qualcuno immagini quello che non c’è».

L’espositore per le librerie (courtesy: Rosario Esposito La Rossa)
Una pagina del nuovo catalogo (courtesy: Rosario Esposito La Rossa)

Questa rivoluzione grafica è frutto di un lavoro tutto interno alla casa editrice?

Sì, è un lavoro che stiamo portando avanti internamente. Da circa un anno siamo alle prese con un percorso di formazione permanente, invitando persone che ne sanno molto più di noi su alcuni ambiti.
Che male c’è ad ammettere di saperne meno di quel professionista o di quell’altro? Per questo li invitiamo: per imparare. Meno concorrenza, più condivisione.

Ho visto che avete organizzato un incontro con Beppe Cantele di Ronzani, editore vicentino del quale abbiamo parlato più volte qui su Frizzifrizzi.

È vero, e infatti la scelta di usare il Gill Sans per i titoli e il Joanna, sempre di Eric Gill, arriva da quell’incontro con Beppe.
Si tratta di due caratteri degli anni ’20/30 ma ancora modernissimi.
Invece per le collane un po’ più classiche usiamo il Custodia, disegnato nel 2002 e ispirato al diciassettesimo secolo.
Poi — per farti altri esempi — abbiamo organizzato un corso di impaginazione invitando quelli di Sur Edizioni, e uno di marketing, con Einaudi Ragazzi.

Quindi in un quartiere problematico come Scampia, che in questi anni anche (o forse soprattutto) grazie a voi sta rinascendo, anche nella casa editrice c’è un movimento continuo di trasformazione e rinnovamento.
In tutto questo la Scugnizzeria ha un ruolo centrale.

La Scugnizzeria è la sede della nostra casa editrice. Abbiamo un grande magazzino interno, un centro spedizioni, tanti spazi per fare corsi e riunioni, la libreria per il quartiere, i laboratori per i ragazzi.

Le buste con i libri sospesi (courtesy: Rosario Esposito La Rossa)
Il muro dei libri sospesi (courtesy: Rosario Esposito La Rossa)

Nella Scugnizzeria è nata un’idea bellissima come quella del Libro Sospeso.

È nato come un gioco, ispirato alla tradizione napoletana del caffè sospeso.
In 18 mesi abbiamo raccolto 2400 libri sospesi, che a 10 Euro l’uno significa una cifra stratosferica per una libreria, ma significa soprattutto aver portato 2400 libri nelle case dei ragazzi, che possono venire qui e prendere automaticamente un libro senza pagarlo, donato da qualcun altro.

Fuori dalla Scugnizzeria c’è anche un muro, nel quale imbuchiamo fisicamente il libro con una perforatrice e lo appendiamo: lo sospendiamo, letteralmente. Negli stessi porticati dove prima si spacciava droga, ora vengono a prendere libri. È bellissimo [con voce rotta dall’entusiasmo e un pizzico di commozione, ndr].

Una tetralogia di prossima uscita da Coppola editore. Le copertine sono opera di Vincenzo Del Vecchio ((courtesy: Rosario Esposito La Rossa)

Parlami di Coppola editore.

È un nostro marchio, anche questo storico, che abbiamo fatto rinascere.
L’ha creato negli anni ’80, a Trapani, Salvatore Coppola, che pubblicava i Pizzini della legalità, dei libri/bloc-notes di 40 pagine, in cui 20 raccontavano la storia di vittime innocenti e le altre 20 erano bianche, per provare a rimpossessarsi del termine siciliano “pizzino”, cioè un pezzo di carta per prendere appunti, entrato nel vocabolario mafioso per il modo in cui i boss comunicavano coi loro picciotti.
Quando Coppola è venuto a mancare, ci aspettavamo che dalla Sicilia qualcuno recuperasse il progetto. Non l’hanno fatto, e quindi abbiamo chiesto ai familiari di poterlo fare noi.
Oggi Coppola è il nostro marchio di classici.

Ho visto da Facebook che c’è molto fermento anche attorno a questo progetto.

Sì, l’idea è di pubblicare classici, ma con un’interpretazione grafica e tipografica diversa.
Stiamo coinvolgendo degli illustratori — Vincenzo Del Vecchio ed Elisa Talentino, per citare un paio di nomi.
Le uscite saranno “a terzetti e quartetti”: pubblicheremo tre o quattro libri accomunati da copertine e tematiche.
Alla base c’è il concetto di contaminazione. Una casa editrice è un luogo di accoglienza, si chiama “casa” anche per questo.
La prima serie uscirà a dicembre 2020.

Coppola editore, collana I Fiammiferi, biblioteca lillipuziana (courtesy: Rosario Esposito La Rossa)

Ho visto che avete in cantiere anche dei mini-volumi, i Fiammiferi.

È una piccola biblioteca lillipuziana. Una collana in miniatura che, graficamente, prende spunto dalle scatole di fiammiferi. Uscirà a settembre.

Ma non è finita qua. Ci sarà anche un’altra collana, le Clessidre, che mette insieme i nostri due marchi, Coppola e Marotta&Cafiero.
Da un lato c’è un libro per bambini dall’estetica Art Nouveau e, capovolgendolo, dall’altra parte c’è un libro per grandi dello stesso autore. Una sorta di “family pack”. Clessidra perché è come girare il tempo. Prima l’adulto poi il bambino, o viceversa.
L’uscita dei primi libri di questa collana è prevista per febbraio 2021.

Oltre a quello librario state lavorando anche su altri fronti, giusto?

Sì, abbiamo incominciato a lavorare molto sui video.
Il primo è di un artista di “body percussion”, Anselmo Luisi. Gli abbiamo dato il nostro Karl Marx Show e lui l’ha suonato per noi.
Abbiamo inoltre creato a uno spot, che uscirà a settembre, e a ottobre presenteremo un documentario sugli Spacciatori di Libri.
Poi abbiamo anche una radio.

10 anni di attività da festeggiare, tante novità in arrivo, ma hai anche a che fare con quello che tu chiami “il drago”. Ne vuoi parlare?

Sì, è una cosa pubblica. Dico solo che mi farò trovare pronto. Abbiamo troppe cose da fare.

Come li immagini i prossimi 10 anni?

Mi auguro di provare a raccontare questo Sud del mondo. Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato una cartina nella quale stiamo pian piano colorando i paesi dove abbiamo autori.
L’obiettivo è diventare, nei prossimi 10 anni, il punto di riferimento italiano dell’editoria napoletana.

Per quanto riguarda La Scugnizzeria, invece, stiamo lavorando per diventare la prima libreria italiana in cui il libro non si compra ma si fa. Abbiamo acquistato materiali professionali per far sì che un lettore possa arrivare, scegliere il libro e poi costruirselo personalizzando tutto, dal font al formato, creandolo lì sul posto, in circa venti minuti, imparando così anche come si realizza un volume, prima di portarselo a casa.
Questo credo sia importantissimo, soprattutto per i ragazzi.

Il 10 luglio Rosario ha pubblicato questa mappa su Facebook scrivendo: «Questa è la mappa della nostra casa editrice. Ogni volta che acquistiamo un libro da ogni angolo remoto del mondo coloriamo la nazione di nascita dell’autore. In un anno abbiamo acquistato diritti da 4 continenti, 16 nazioni. Volevamo condividere questa impresa, la felicità con voi. #CiDicevanoCheEraImpossibile»
(courtesy: Rosario Esposito La Rossa)

Pur partendo da zero, avete dimostrato che si può fare qualcosa di grande anche in un territorio difficile.
Al di fuori di Napoli, credo che la vostra esperienza possa fungere da buon esempio anche per tante altre piccole realtà che stanno in zone considerate “periferiche” a livello culturale.

Siamo partiti da -3, direi [ride, ndr].
Se c’è forza e grinta penso che si possa fare di tutto. Noi ci stiamo provando: o esplodiamo o implodiamo, ma vale comunque la pena di provare.
In molti credevano che non fosse possibile portare Günter Grass nel catalogo di una casa editrice di Scampia. Abbiamo dimostrato il contrario e abbiamo autori come Osvaldo Soriano, Raffaele La Capria…

Il “Panaro Letterario”, una delle tante iniziative de La Scugnizzeria (courtesy: Rosario Esposito La Rossa)
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