Quello delle migrazioni è un fenomeno che, storicamente, ha sempre toccato profondamente le corde più sensibili della società, sia quelle alla luce del giorno — politica, economia, cultura, lavoro — sia quelle più intime e private, le cui cui vibrazioni, però, si allargano più rapidamente tra i cuori (o, più spesso, le pance) della gente: solidarietà, intolleranza, accoglienza, xenofobia.
Oltre a porre grossi quesiti a chi le migrazioni deve, dovrebbe o potrebbe gestirle, i grandi flussi umani in movimento “producono” una enorme quantità di dati. Numeri che necessitano di un’adeguata comprensione e rappresentazione per far sì che il fenomeno venga innanzitutto colto in tutta la sua complessità, studiato e poi affrontato nel miglior modo possibile. Cosa che purtroppo capita di rado: se i numeri sono per loro stessa natura neutrali, altrettanto non è l’interpretazione che se ne dà. E un dato, quando preso al di fuori del contesto, quando lo si mette dentro a una “cornice” differente, quando è mal rappresentato o mal raccontato, può dire qualsiasi cosa si voglia che esso dica.

(courtesy: Wild Mazzini)
«Quando parliamo di migrazioni ciò che separa il “sentire comune” dalla realtà spesso ruota intorno a poche informazioni. Tuttavia se è impossibile contare (e raccontare) tutte le storie che albergano alle frontiere che segnano la differenza tra essere dentro ed essere fuori, è molto facile confondere scelte individuali e urgenze globali, etnie e religioni, luoghi di approdo e mete desiderate», spiega il comunicato stampa di Where, When, How Many?, mostra di opere di data visualization sul tema delle migrazioni, curata dal designer Matteo Moretti, organizzata dalla galleria torinese Wild Mazzini e allestita dal 1 novembre 2018 al 6 gennaio 2019.
Moretti e Wild Mazzini, che è la prima galleria d’arte dedicata all’information design (qualche tempo fa abbiamo intervistato i fondatori), hanno invitato a esporre otto artisti/designer da tutto il mondo: Delphine Papin (Francia), Max Hornäcker (nato in Germania, cresciuto un Italia), Niel Caja Rubio e Christina Bonanno (Canada), Pedro M. Cruz (Stati Uniti), Marco Hernandez (Costa Rica/Hong Kong), Madelene Wikskär (Svezia/Stati Uniti) e Davide J. Mancino.

(courtesy: Wild Mazzini)
Attraverso le loro opere — e i dati che ci sono dietro — hanno provato a rispondere a domande cruciali come Quante persone servono per fare un esodo? Come si misura l’identità di un individuo? Dopo quante generazioni una famiglia può dirsi integrata? Quanti chilometri da casa rendono qualcuno un migrante? Dove iniziano e dove finiscono i confini?
[cbtabs][cbtab title=”INFO”]Where, When, How many?Exhibition about migrations
QUANDO: 1 novembre 2018 — 6 gennaio 2019
OPENING: 1 novembre | 14,00 — 22,00
DOVE: Wild Mazzini | via Giuseppe Mazzini 33, Torino
INFO: facebook | wildmazzini.com[/cbtab][cbtab title=”MAPPA”]

(courtesy: Wild Mazzini)

(courtesy: Wild Mazzini)

(courtesy: Wild Mazzini)

(courtesy: Wild Mazzini)

(courtesy: Wild Mazzini)