John Margolies è stato uno dei più grandi fotografi americani. O meglio, uno dei più importanti narratori dell’America di provincia, delle periferie, dei bordi della strade, delle architetture improbabili delle pompe di benzina e dei motel, del lettering vernacolare e delle insegne giganti, dei mini-golf, dei resort, dei parchi di divertimento.
Nato nel 1940, pare che fin da bambino chiedesse ai genitori di fermarsi per guardare le meraviglie che, in tutto il paese, cercavano (e cercano ancora) di attirare l’attenzione dei viaggiatori e dei turisti. I genitori non si fermavano e lui, per rivincita, è diventato celebre in tutto il mondo proprio per le sue foto on the road fatte a quei soggetti che suo padre e sua madre consideravano schifezze.

(fonte: loc.gov)
Morto nel 2016, ha lasciato migliaia e migliaia di scatti, che la Biblioteca del Congresso ha messo online, in un archivio che conta più di 11.000 fotografie, realizzate in quasi quarant’anni, dai primi anni ’70 al 2010 circa, ciascuna scaricabile ad alta risoluzione.
A riguardarle oggi, sembrano uscire da un’altra epoca, pure quelle più attuali: non c’è grande differenza tra un’immagine del ’79 e una del 2003. Tutto sembra immobile, nello spazio e nel tempo, anche in quei casi in cui ci sono delle persone all’interno della foto. Immobili, dicevo, ma “sul punto di”. Sembra che stia per succedere qualcosa, come se da un momento all’altro, da qualche parte dovesse uscire l’uomo dietro a Winkies.

(fonte: loc.gov)

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