Fare per capire, come si diceva poco fa.
Costruendo qualcosa impari al contempo come funziona, affini le tecniche, ne saggi i limiti ed eventualmente scopri come superarli.
Il verbo fare, però, pur essendo un verbo molto amato tra gli industriali, i ministri del lavoro e i giornalisti che vanno alle fiere dei maker, è odiato da maestri e professori. «Troppo generico», scrivevano dopo averlo sottolineato col rosso, il colore degli errori meno gravi.
La scelta tra i sinonimi più specifici, dopotutto, è enorme: costruire, lavorare, eseguire, svolgere, esercitare, creare, confezionare, forgiare, dipingere… Tutto quel che si può fare, si può dire anche in un altro modo: trovo che sia bellissimo, una vera vittoria della pratica sulla teoria.
Sinonimo molto, molto specifico del fare è ad esempio il paciugare, termine settentrionale — soprattutto lombardo — che non va confuso col pasticciare e il pastrocchiare, questi ultimi molto più vaghi.
Puoi pasticciare con un sacco di roba, pure con i calcoli di matematica, ma per paciugare è necessario sporcarsi davvero le mani perché, per ottenere il paciugo, è necessario andare a rimestare tra sostanze liquide o giù di lì.
Paciugare nel fango, paciugare con l’inchiostro, paciugare coi colori: il paciugo come stile di vita di chi si rimbocca le maniche innanzitutto per giocare, per smuovere un po’ le cose e vedere l’effetto che fa.
È anche il nome di un festival, paciugo, o meglio PAW · CHEW · GO, che però si legge appunto paciugo ed è una mostra/mercato d’illustrazione che si tiene a Milano da qualche anno, organizzata dal Circolo Arci l’Impegno (notare il nome: per paciugare serve una buona dose d’impegno).
Giunto alla quarta edizione, dopo una terza in cui anche il sottoscritto è sceso in campo a paciugare con gli umori della folla durante una serie di presentazioni, il festival sta per tornare con una serie di ospiti che rappresentano quanto di meglio ci sia tra illustrazione e autoproduzioni editoriali: più di 50 nell’area mercato e 6 sul palco per le presentazioni e talk (un Andrea Antinori redentore, un Francesco Poroli da tre punti, un Paolo Bacilieri cicerone in una Milano a fumetti, la paura a caratteri mobili di Letterpress Workers, la marittima Roberta Scomparsa e il naufrago art director Francesco Franchi), oltre a mostre che verranno annunciate nei prossimi giorni.
Ma la vera, grande novità di quest’anno sono le Officine Paciugo, ovvero il luogo in cui sporcarsi letteralmente le mani con una serie di workshop.
L’offerta, nella splendida ed enorme location di BASE Milano, è tanta: si va dalle alchimie cromatiche di Laura Daza, che insegna a creare colori, al riciclo della carta seguendo le tecniche orientale, a cura di Marco Brunello di Cartiera Clandestina; dalla serigrafia del maestro Andrea Baldelli di Corpoc, alla risograph di Elisa Talentino e Inuit, per concludere coi tarocchi, realizzati addirittura a partire da Tetrapak, come spiegherà Elena Campa.
Fare Paciugare per capire, dunque.
E a ciascuno il suo paciugo.
Mostra/Mercato di illustrazione
QUANDO: 14 — 15 ottobre 2017
DOVE: BASE Milano | via Bergognone 34, Milano
INFO: facebook | pawchewgo.com[/cbtab][cbtab title=”MAPPA”][/cbtab][/cbtabs]