Ogni numero, una città da esplorare. Possibilmente fuori dalle rotte. Seguendo tre concetti che fanno da (anti)bussola all’intero progetto: quello di deriva, quello di flâneur e quello di oasi.
Certo, Deriva non è il primo né sarà l’ultimo magazine indipendente a rifarsi alla cosiddetta “psicogeografia” (di gran moda di questi tempi), quella per cui l’esplorazione del territorio è guidata dal caso, la passeggiata “senza meta” è un atto politico, la caccia all’imprevisto un dovere e uno stato mentale.
Fondato da Marta Vargas (spagnola, svedese d’adozione e ideatrice di Deriva, che è nato come progetto di laurea) assieme ad Helena Öhman ed Arno Selvin, la rivista, di base a Stoccolma, uscirà con un numero all’anno. Il primo è dedicato a Barcellona, col racconto per testo e immagini di quattro rotte “psicogeografiche”, vagando casualmente alla ricerca di una piccola oasi inaspettata.