The Typewriter: un libro illustrato celebra la gloriosa storia della macchina per scrivere

Fino a trent’anni fa se entravi nella redazione di un giornale, nell’ufficio di un copywriter, nel cubicolo di una segretaria, lo studio di uno scrittore o l’angusta stanzetta di un troll ante litteram che mandava lettere cariche d’odio a quotidiani e riviste, quel che sentivi era il ritmico tac-tac-tac- della macchina per scrivere. Un ritmo capace di influenzare la stessa scrittura:

La prosa scritta a mano è senza dubbio differente da quella ottenuta a macchina, e questa, a sua volta, diversa da quella elaborata con il personal. La prima avanza al ritmo del polso e delle dita, che descrivono sul foglio cerchi e linee arcuate, seguendo il mondo delle cicloidi, proprio della scrittura occidentale: pensieri sinuosi, arzigogolati, svolazzanti. La scrittura meccanica, impressa dai muscoli delle braccia sui tasti, si produce invece a scatti, dura e pura come il suo ritmo: lettera dopo lettera, parola dopo parola, la frase si compone tra assemblaggi forzati e spaziature necessarie. La scrittura con il computer, al contrario, appare decisamente magica: pura apparizione di lettere.
— Marco Belpoliti, dall’aricolo La Macchina per scrivere

Oggi quelle stesse redazioni, quegli stessi uffici, cubicoli, studi, stanzette, antri oscuri non esistono più. O, meglio, sono molto più silenziosi, spesso smaterializzati e iper-compressi all’interno di un silenziosissimo tablet che puoi portarti ovunque.
E la macchina per scrivere, la gloriosa macchina per scrivere che ha visto passare tra rullo e carrello i più grandi capolavori della letteratura, infuocati carteggi, dossier di spionaggio, sgrammaticati verbali di polizia è diventata un obsoleto pezzo d’archeologia e, in quanto tale, ha scatenato nostalgie, feticismi e manie di collezionismo — tanto che esistono pure svariati software e app e nuove tecnologie per emularne suono ed estetica.

Tra i collezionisti/nostalgici/feticisti c’è pure Janine Vangool, che di mestiere fa l’editore e la designer di una bella rivista che si chiama UPPERCASE.
Negli ultimi tre anni la Vangool ha ampliato la sua collezione, collaborato con altri collezionisti come lei e ha lavorato a un libro, The Typewriter, che celebra la storia della macchina per scrivere e di tutto ciò che negli ultimi 150 anni è ruotato attorno ad essa, dal design alla grafica, dagli accessori alle pubblicità.

336 pagine, piene di oltre 900 immagini, con dentro persino un inserto che riprende un pamphlet pubblicato dalla Remington negli anni ’50 e intitolato How to be a super secretary, il libro si può ordinare online e quando ti arriverà a casa lo potrai mettere accanto a questo o quest’altro, magari proprio sotto al poster con tutti i modelli di macchine per scrivere che hanno fatto la storia.

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