Indiscutibilmente tra le più importanti a livello planetario, quella cinese è una cucina che ancora oggi — e non soltanto per noi occidentali — rimane un territorio quasi inesplorato, difficile se non impossibile da conoscere in profondità mettendosi nella prospettiva di chi è abituato a gustarne sapori, colori, consistenze ed ingredienti senza andare direttamente sul posto (e pure lì il punto di vista è spesso corrotto dal compromesso: nella stessa Pechino le cucine tipiche regionali vengono di frequente “aggiustate” per venire incontro ai gusti differenti del pubblico).
Proprio per questo, chi intende approfondire l’argomento — per passione o per professione — troverà una rivista come The Cleaver Quarterly preziosissima.
Fondata da una redazione cinese, questo magazine lanciato nel 2014 grazie a una campagna di crowdfunding su Kickstarter è il primo (almeno in lingua inglese) a dedicarsi interamente al passato, al presente e al futuro della gastronomia cinese con lo sguardo privilegiato di chi vive lì ma è capace di allargare il campo d’indagine in tutto il mondo.
Tra interviste a chef orientali e occidentali, comparazioni di alcune ricette (o più che altro delle differenze su come vengono cucinate là dove hanno avuto origine, nelle grandi metropoli e in Europa o negli Stati Uniti), oltre a speciali su temi “borderline” come il rapporto tra il cibo cinese e il rap, approfondimenti sugli strumenti di lavoro (come il wok) o sulle pratiche contadine e artigianali (vedi la raccolta del tè o la produzione della birra artigianale) c’è tanto di quel materiale, in ogni numero, da soddisfare le curiosità di ogni buongustaio — e molte di più.









