Il titolo dice già tutto: Digest, selezione, riassunto (proprio come lo storico, e ben più celebre Reader’s Digest, pubblicato anche in edizione italiana fino al 2007 col titolo di Selezione, che di solito trovavi, accano alle tazzine da caffè in porcellana, sui i tavolini da caffè delle vecchie zie middle class).
Ma la selezione, in questo caso, viene fatta in quello che è il mondo dei creativi di professione, attraverso un nuovissimo trimestrale in formato A3 realizzato da due designer inglesi—Elliot Jay Stocks e Keir Whitaker, globetrotter con alle spalle migliaia di chilometri coperti per tenere conferenze e fondatori di Viewport Industries, studio creativo che oltre a Digest ha sviluppato anche un’app per iPhone ed organizzato una serie di incontri di successo in giro per l’Inghilterra invitando alcuni tra gli sviluppatori, i designer e gli imprenditori più importanti tra quelli che lavorano nell’innovazione in ambito web, incontri che si sono poi sviluppati in un libro coi consigli e i “segreti” degli esperti.
Tornando a Digest, si tratta di una rivista indipendente generalista, che parla più che altro del versante stile&cultura della cosiddetta web community.
Raccontano i due fondatori nell’editoriale d’introduzione: «quando parliamo coi nostri amici della web / tech / design community, raramente ci troviamo a discutere di teoria sulla composizione di una pagina o dell’ultima libreria Javascript. […] Piuttosto le nostre discussioni hanno la tendenza a ruotare attorno alle caffetterie dove è più piacevole mettersi a lavorare; dei ristoranti perfetti per portarci i nostri clienti preferiti; degli angoli nascosti, da qualche parte nel mondo, che vale la pena visitare per quel giorno o due che avanzano dopo una conferenza. […] Conversazioni che—per la gran parte—riguardano ciò che troviamo nei nostri viaggi attorno al mondo: il mondo lontano dalla nostre scrivanie».
Trasporta questo genere di chiacchiere su carta ed avrai Digest, uscito col suo primo numero appena un paio di settimane fa e disponibile in versione multi-piattaforma: dalla carta al tablet al desktop.