Foodies, preparate i taglieri, affilate i coltelli e accendete i fornelli.
Ma prima d’ora c’erano stati tanti magazines so-cool-fuck-yeah e bisognava accontentarsi dei vari Sale&Pepe e Cucina Moderna: ora c’è l’imbarazzo della scelta e alla lista dei prelibatezze su carta si aggiunge Acquired Taste, rivista per palati non troppo raffinati ma, al contrario, attratti da una visione più raw (che si traduce grezzo ma i foodies preferiscono la semplicità dell’inglese, mentre il più vellutato francese se ne sta in disparte, in lacrime, nostalgicamente rievocando i bei vecchi tempi, e l’italiano va bene ma meglio se con qualche inflessione regionale o meglio ancora cittadina) e dalle intersezioni tra cibo e arte, cibo e musica, cibo e cinema, cibo e moda, alla ricerca – se non di ricette post-contadine o dissertazioni sui massimi sistemi (culinari) – almeno di qualcosa da raccontare agli amici davanti ad una birra (preferibilmente artigianale).