IUAV ClaDEM | Street Casting

L’evento finale del Corso dei Laurea in Design della Moda dello IUAV, con la presentazione delle creazioni sulle quali gli studenti si sono misurati durante l’anno e la sfilata (una festa per i cuori dei ragazzi e gli occhi degli spettatori), è uno di quei momenti in cui ti rendi conto che per questo nostro stanco, immobile, sfiduciato Paese c’è qualche speranza.
Quest’anno Frizzifrizzi proverà a seguire, da qui alla serata conclusiva, il dietro le quinte dell’evento, la sua preparazione, alla scoperta di come si lavora in una delle poche scuole italiane capace di essere all’altezza dei soliti iper-blasonati istituti europei (leggi Central Saint Martins e Royal College di Londra e la Hogeschool di Anversa): vedi Kristian Guerra, uno degli studenti protagonisti dell’evento finale dello scorso anno ed oggi finalista di ITS Fashion.

Intanto segnalo, per chi ha voglia di esibirsi e di entrare a far parte dell’elettrico backstage dell’evento, che stanno cercando modelle e modelli per la sfilata, prevista per il 7 luglio prossimo.
Non è essenziale essere perfetti. Domani mattina appena scendi dal letto guardati allo specchio e giudica con tutta la serenità possibile quel che vedi di fronte a te, controlla se hai tutti i requisiti (vedi sotto) e, se sei dalle parti di Treviso, fatti trovare pronta/o per il 13 e 14 giugno, ovvero le giornate in cui verrà fatto il casting per il graduation show.

Ecco i requisiti:

personalità e carattere sono elementi centrali nelle collezioni progettate dai nostri studenti: quindi si cercano ragazzi e ragazze con volti e atteggiamenti interessanti e che non corrispondano necessariamente ai criteri di bellezza canonici di modelle e modelli professionisti; si cercano persone che hanno un rapporto creativo con il vestire e il mostrare se stessi.

La selezione è aperta a tutti, dai 18 anni in su
per le ragazze: taglia 38-40; altezza minima 1.70
per i ragazzi: taglia 48; altezza minima 1.80
portate con voi una vostra foto (primo piano)

QUANDO: 13 – 14 giugno 2011 | 10,00 – 19,00
DOVE: IUAV – Corso di laurea in Design della moda | via Achille Papa 1, Treviso | mappa

co-fondatore e direttore
Mostra Commenti (8)
  1. Ancora con questo numero demoniaco che va in giro: "38". Non sarebbe il caso di smetterla? Capisco il risparmio sui tessuti ma che sia un instituto di formazione di quel livello a propagare l'idea della 38…

  2. E ti pareva???? Taglia 38/40….poi si fanno campagne pubblicitarie contro l'anoressia…….

    E qui è una scuola a richiedere questi requisiti….VERGOGNA!!!!

  3. personalità e carattere sono elementi centrali nelle collezioni progettate dai nostri studenti: quindi si cercano ragazzi e ragazze con volti e atteggiamenti interessanti e che non corrispondano necessariamente ai criteri di bellezza canonici di modelle e modelli professionisti; si cercano persone che hanno un rapporto creativo con il vestire e il mostrare se stessi.

    Penso di avere tutti questi requisiti….ma peccato non sicuramente una 38/40 di taglia…..cosa cambia da modelli e modelle professionisti???????????????!!!!

    MA PER FAVORE CHE STORIELLA RACCONTATE?

    1. vi scrivo a nome del corso di laurea in quanto docente.

      le taglie – come sempre – sono indicative (soprattutto rispetto alla realizzazione degli abiti che in questo caso sono ancora "prototipi" che non prevedono lo sviluppo delle taglie).

      presentatevi comunque, il casting (e i successivi fitting nel caso veniate scelti) sono fondamentali proprio per scegliere il modello o la modello più adatti.

      se volete farlo e sentite di poterlo fare, giocatevela fino in fondo.

      vi aspettiamo a treviso.

      gabriele monti

  4. Non ci credo con tutte le campagne contro l'anoressia!

    E' imbarazzante che un istituto che si vanta di essere all'altezza degli altri istituti europei, richieda una selezione del genere!

    La taglia 38 andrebbe eliminata! Solo le ragazzine delle medie la portano e di certo non sono alte 170 cm!

    Tanto vale pagare dei professionisti e non raccontare storie alla gente!

    Vergogna!

  5. una taglia 38 non è necessariamente sinonimo di anoressia… l'anoressia è un'altra storia….meno moralismo più informazione

  6. @Michela: hai ragione, non sempre la taglia 38 è sinonimo di malattia. C'è da dire però che è molto raro trovarla in ragazze più che diciottenni e alte almeno 170 cm.

    Sono davvero pochissime le persone che hanno quella taglia per costituzione. Sono un'insegnante e ho tante allieve molto carine e molto magre che però al massimo arrivano alla 40/42. Non si può modellare lo "standard" su una particolarità perché ciò induce a degli eccessi, soprattutto da parte delle persone più sensibili e insoddisfatte del proprio corpo. Diciamolo una volta per tutte: la 38 è una scelta meramente tecnica entrata in uso dalla metà degli anni '90 per almeno tre motivi. Il primo è il risparmio di stoffa, il secondo è stato andare incontro al mercato nipponico (le donne giapponesi sono molto più minute delle occidentali e non hanno le stesse forme) terzo non essendoci forme, i designer non devono preoccuparsi di realizzare abiti con un taglio sartoriale. In questo modo anche un sacchetto con un buco per la testa e due per le braccia può essere spacciato come un "capolavoro".

  7. scusate c'è stata sicuramente troppa semplificazione nel messaggio, che ha giustamente scatenato certi moralismi. Abbiamo capito che non tutti sono disposti a leggere il comunicato in chiave tecnica. non è tanto risparmi di tessuto o altre assurdità, ma una questione banale: il modello infatti si sviluppa a partire da un'astrazione che è il manichino su cui lavorano i ragazzi…

    credo di poter parlare visto che la mia fisicità non corrisponde a quella astratta delle modelle ma che non ritiene offensivo che il vestito si valuti su un corpo astratto com'è quello delle modelle. perché solo in una seconda fase il vestito si sviluppa e si produce per corpi reali o per corpi standard (con il sistema delle taglie che cerca di intercettare a un pubblico reale). è sbagliato considerare quello della modella come un corpo reale; ed è anche sbagliato considerarlo come un modello di fisicità per un corpo reale (i veri modelli di fisicità sono quelli elaborati dal cinema e dalla televisione e dalla chirurgia plastica).

    maria luisa frisa

    direttore del corso di laurea in design della moda/università iuav di venezia

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