Pochi giorni fa, forzando la tenuta del mio stomaco, vi ho parlato di una fibra di origine batterica utilizzata da una ricercatrice inglese per creare indumenti…
Oggi invece vi mostro un abito fatto di una fibra estratta del latte. Più appetitoso no?
Grazie ad un brevetto italiano degli anni ’30 che giaceva dimenticato in qualche cassetto, riscoperto e portato alla luce dalla giovane designer Giulia Mazzer, è stato possibile realizzare un tessuto fatto di latte.
Estraendo, attraverso una lavorazione particolare, la parte lipidica del latte , infatti, si riesce ad ottenere una fibra 100% naturale, antibatterica ed antiallergica, che si presta ad essere lavorata come il cotone e la seta, pare che al tatto sia morbidissima. Non solo ha un bassissimo impatto ambientale: per produrla si immette pochissima CO2.
Giulia Rien-à-mettre, nome del brand, è inoltre prodotto interamente in Italia, le tinture utilizzate sono tutte naturali, con un consumo di acqua inferiore fino a 300 volte rispetto alle tinture tradizionali.
Il latte mi piace tanto!