Logo Rhythm: un libro raccoglie le storie e la genesi di alcuni tra i più celebri logo della musica

La bocca dei Rolling Stones, il lettering “horror” dei Cramps, quello a collage dei Sex Pistols, l’emblema “presidenziale” dei Ramones, lo smile strafatto dei Nirvana, la M e la A saettanti di Mattarella dei Metallica, la W del Wu-Tang Clan, la doppia T quasi farmaceutica dei Take That, la A aliena di Aphex Twin: sono simboli che abbiamo visto ovunque.
Dai dischi, sono approdati su t-shirt e spillette, toppe e disegni più o meno dettagliati o approssimativi sui diari di scuola. Parodiati, imitati, falsificati, sono entrati nella cultura visiva contemporanea, in alcuni casi trascendendo le nicchie e le sottoculture in cui sono emerse le band, le case discografiche, le artiste e gli artisti che, anche grazie a quei logo, hanno raggiunto il successo.

Dietro a molti marchi che hanno fatto la storia della musica degli ultimi sessant’anni ci sono vicende e aneddoti interessanti (ad esempio, qui Francesco Ciaponi di Edizioni del Frisco racconta nel dettaglio la storia di quello dei Ramones): intuizioni dell’ultimo minuto, disegni pagati pochi spiccioli poi diventati brand che valgono miliardi, cause legali, lavori riciclati da altri progetti. Molte altre storie sono andate perdute negli anni, ma un designer e un giornalista si sono rimboccati le maniche e hanno indossato il cappello da investigatori per andare a indagare quanto più possibile su tutto ciò che c’è dietro alcuni dei logotipi più celebri: dai Beatles a ai Blur, dai Grateful Dead ai Kula Shaker, dai Velvet Underground agli xx, dagli ABBA ai Chemical Brothers.

Jim K Davies e Jamie Ellul, “Logo Rhythm. Band Logos that Rocked the World”, Circa Press, 2024
(fonte: circa.press)

Loro sono Jim K Davies e Jamie Ellul: Copywriter ed ex giornalista il primo, co-fondatore dell’agenzia creativa totalcontent; designer specializzato nella progettazione di libri il secondo, fondatore oltre che direttore creativo di Supple Studio. I due, appassionati tanto di musica quanto di grafica, hanno lavorato per sette anni, nei rispettivi ritagli di tempo, andando alla ricerca dell’effettiva genesi dei più iconici logo musicali, dapprima pubblicando i risultati delle loro ricerche su un blog (bandlogojukebox.com, al momento non più attivo) e raccogliendo ora tutto quanto in un libro, Logo Rhythm, che uscirà nei prossimi mesi per la piccola casa editrice indipendente britannica Circa Press.

Progettato — ovviamente, visto che è il suo mestiere — da Ellul, il volume andrà a coprire oltre cinquant’anni di musica e molteplici generi, in 400 pagine piene di immagini e gustosissimi episodi poco conosciuti.
Eccone alcuni, riportati dagli stessi autori sulla pagina di Kickstater attraverso la quale i due stanno raccogliendo fondi per finanziare il progetto: il proprietario di un negozio di percussioni che disegnò il logo “drop T” dei Beatles fu anche colui che introdusse il karaoke nel Regno Unito; il logo di ispirazione costruttivista dei Franz Ferdinand ha un angolo di esattamente 13°; il disegno del logo dei Blockheads è stato iniziato e completato durante una telefonata di appena dieci minuti; quello dei Blur fa riferimento a un noto marchio di fogli ammorbidenti per asciugabiancheria; quello dei Nirvana con lo smile è stato (probabilmente) preso dalla segnaletica di uno strip club di Seattle.

Jim K Davies e Jamie Ellul, “Logo Rhythm. Band Logos that Rocked the World”, Circa Press, 2024
(fonte: kickstarter.com)

Introdotto da due prefazioni — una firmata dal musicista, cantautore e conduttore televisivo Tom Robinson e l’altra da Malcolm Garrett, che ha disegnato, tra gli altri, i logotipi per Buzzcocks, Duran Duran e Simple Minds — Logo Rhythm può vantare contributi e testimonianze di designer, musicisti e scrittori.
I logo protagonisti sono tantissimi (con una comprensibile iper-rappresentanza british): The Beatles, Yardbirds, Blue Note Records, The Kinks, The Who, Motown Records, Them, The Monkees, Love, The Byrds, Aretha Franklin, Sly and the Family Stone, Tangerine Dream, UFO, Grateful Dead, The Stooges, The Velvet Underground, ECM Records, The Rolling Stones, Chicago, Wings, Roxy Music, Funkadelic, ABBA, Yes, NEU!, Led Zeppelin, Queen, Kiss, ELO, Black Sabbath, Average White Band, The Beach Boys, Ramones, Parliament, ACDC, The Jam, 999, The Cramps, Tom Robinson Band, Buzzcocks, Blondie, The Blockheads, Sex Pistols, The Fall, XTC, The Specials, PiL, Iron Maiden, Adam and the Ants, Zapp, Duran Duran, RUN DMC, The Beat, Aerosmith, The Style Council, Black Flag, The The, Inspiral Carpets, Hüsker Dü, Nine Inch Nails, Jesus Jones, Bob Marley, Nirvana, Blur, The Prodigy, Take That, Pixies, Jamiroquai, Prince, Jimi Hendrix, Aphex Twin, Oasis, Wu-Tang Clan, East 17, Pulp, OutKast, The Chemical Bros, Daft Punk, Groove Armada, Kula Shaker, White Stripes, Franz Ferdinand, Scissor Sisters, Arctic Monkeys, The Heavy, The xx, Metallica, Mik Artistik’s Ego Trip e David Bowie (Black Star).

Il libro si può pre-acquistare ancora per qualche giorno su Kickstarter, dopodiché sarà in vendita sul sito di Circa Press e sulle varie piattaforme online.

Jim K Davies e Jamie Ellul, “Logo Rhythm. Band Logos that Rocked the World”, Circa Press, 2024
(fonte: kickstarter.com)
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