Bologna celebra la calligrafia cinese contemporanea con una mostra del maestro Luo Qi, fondatore del calligrafismo

Vissuto tra il VII e l’VIII secolo, il grande calligrafo cinese Zhang Xu fu l’inventore del kuang cao, traducibile come “corsivo selvaggio” o “corsivo folle”: una scrittura illeggibile per chiunque non conoscesse già il contenuto dei testi poetici che l’artista proponeva al suo pubblico nel corso di vere e proprie performance di scrittura. Si narra che a ispirare la sua peculiare tecnica — oltre probabilmente all’ebbrezza alcolica, trattandosi di un bevitore quasi leggendario — sia stata una danzatrice: osservandola compiere i movimenti di una tradizionale danza propiziatoria, la danza della spada (sul web è facile trovare video che mostrano degli esempi), Zhang Xu ne trasse spunto per le sue evoluzioni con il pennello.

Opera di Luo Qi
(courtesy: Università di Bologna)

Chi abbia visto almeno una volta all’opera un maestro calligrafo — orientale o meno, fa lo stesso — non avrà alcun problema a immaginare come una coreografia di danza possa tradursi in scrittura. Il volteggiare del pennello o del pennino sul foglio, i gesti fluidi, le legature armoniose, le improvvise pause, i tratti rapidi, gli svolazzi sicuri: la mano del calligrafo è come il corpo del danzatore, capace di comunicare attraverso il movimento, che a sua volta muove (mi scuso per il triplice gioco di parole) a partire dai moti della natura e quelli dell’animo.
Come riporta Ewan Clayton ne Il filo d’oro, indispensabile saggio sulla storia della scrittura, il compositore (e calligrafo) sino-americano Chou Wen-chung spiegò, nel suo libro del 1938 Essential Principles of Calligraphy, che «ogni cosa in questo mondo può trasformarsi in figura. Nel regno della terra il fluttuare delle acque, le montagne torreggianti, il franare delle rocce, il diradarsi della vegetazione sui picchi; nel regno dei cieli le stelle raccolte intorno all’Orsa Maggiore e quelle che brillano più lontano, il sole calante e il levarsi luminescente della luna; nel regno degli uomini una fanciulla che si sistema un fiore fra i capelli o un guerriero che brandisce la spada; nel regno dell’aria il vento che soffia e le nubi che solcano il cielo, le pioggerelline leggere e le fitte nebbie; nel regno degli esseri viventi, il cigno che solca le acque e le ninfee cullate dalle onde. Quando percepiamo queste figure, le interiorizziamo e le trasformiamo in immagini significative, che poi esterneremo nelle varie arti».

Opera di Luo Qi
(courtesy: Università di Bologna)

Tali esternazioni, ovviamente, possono raggiungere vari livelli di astrazione, nella pittura come nella poesia, nella danza come nella scrittura, dove la massima astrazione è rappresentata dalla cosiddetta scrittura asemica — che lo scrittore Antonio Francesco Perozzi definisce come «una scrittura pre oppure oltre-alfabetica; in grado cioè di muoversi in una dimensione non ancora (o non più) coagulata in significato e significante» — della quale il succitato Zhang Xu, col suo corsivo selvaggio, è considerato uno dei padri.
Tredici secoli più tardi, tra i maggiori esponenti contemporanei dell’astrattismo calligrafico c’è un altro maestro cinese, Luo Qi.

COSA
INKiostro di Voci
Luo Qi e 30 anni di calligrafismo cinese
QUANDO
12 ottobre – 5 novembre 2023
INAUGURAZIONE
12 ottobre | 19,00
DOVE
Museo internazionale e biblioteca della musica | Strada Maggiore 34, Bologna

Classe 1960, originario di Hangzhou, Luo Qi è il fondatore di un vero e proprio movimento artistico — che ha chiamato calligrafismo — capace di rinnovare l’arte della calligrafia cinese, aprendola alle influenze dell’arte moderna occidentale.
Presentato nel 1993 attraverso il Manifesto del calligrafismo (al quale sono seguiti altri tre manifesti), il calligrafismo mira a superare, attraverso la calligrafia, i limiti del linguaggio (e della lingua, rendendo dunque le opere fruibili a ogni latitudine), portando in primo piano «la contemplazione della bellezza astratta della linea calligrafica o del gesto espressivo che l’ha prodotta», come spiega Adriana Iezzi, docente di interpretazione e traduzione presso l’Università di Bologna, ricercatrice nell’ambito della calligrafia cinese contemporanea e curatrice della mostra INKiostro di Voci: Luo Qi e 30 anni di calligrafismo, che porta a Bologna alcuni lavori dell’artista cinese, celebrando i trent’anni dalla nascita di questa corrente artistica.

A ospitare l’esposizione, che si aprirà il 12 ottobre e si chiuderà il 5 novembre prossimo, è un luogo — il Museo della Musica — solo apparentemente insolito, visto che le opere di Luo Qi sono frutto di una riflessione artistica basata in buona parte proprio sulla musica: «nello spazio mostre al piano terra sarà possibile ammirare le scritture che riproducono il suono di litanie buddhiste, le calligrafie che traducono la musica di famose arie liriche italiane (richiamate nelle sale museali al piano nobile) per finire con pittogrammi musicali fortemente ritmici che costituiranno anche parte dell’allestimento del cortile interno di palazzo Sanguinetti» riporta infatti il comunicato stampa.
Durante l’inaugurazione, inoltre, si terrà la “Musicalligraphy performance”, un’esibizione che unisce calligrafia (con Luo Qi e il maestro calligrafo Silvio Ferragina), musica (con la pianista e performer Giusy Caruso), danza (con la ballerina Agnese Gabrielli) e realtà aumentata (a cura di LWT3), e che si concluderà con la realizzazione di un lungo rotolo verticale che sarà poi esposto sullo scalone monumentale.

Opera di Luo Qi
(courtesy: Università di Bologna)

«Si tratta di una prima mondiale e di un esperimento multidisciplinare del tutto inedito» spiegano dall’organizzazione, «che segna un avanzamento nella ricerca artistica della nuova sperimentazione calligrafica internazionale. Un sistema notazionale musicale originale, creato appositamente dal calligrafo Silvio Ferragina, viene utilizzato come materiale su cui è stata generata la composizione e su cui si innestano le improvvisazioni di musica e di danza, precedute da un momento puramente performativo del brano della compositrice Zhenzhen Zhang. Unitamente, verranno utilizzati dei sensori di movimento per tracciare i gesti degli artisti e del pennello del calligrafo in modo da restituire al pubblico la magica correlazione tra segno visivo e gesto, tra ritmo e coreografia, tra silenzio e suono acustico e suono elettronico».

La mostra — che sarà anche accompagnata di un convegno internazionale dal titolo Chinese Calligraphy and Music: Meeting of Voices e da una serie di appuntamenti, tra laboratori di calligrafia, presentazioni di libri e performance di musica e calligrafia — fa parte del più ampio progetto WRITE – New Forms of Calligraphy in China: A Contemporary Culture Mirror, coordinato da Adriana Iezzi e nato per studiare le nuove forme di calligrafia nella Cina contemporanea.

Opera di Luo Qi
(courtesy: Università di Bologna)
Opera di Luo Qi
(courtesy: Università di Bologna)
Opera di Luo Qi
(courtesy: Università di Bologna)
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