Se vivevi nella Londra della seconda metà dell’800, ti occupavi di scienze naturali e avevi bisogno di illustrazioni di livello niente meno che eccelso con le quali corredare e impreziosire il tuo nuovo saggio, con la “premiata ditta” Fawcett-Lydon andavi sul sicuro.
Nato nel 1808 a Bridlington, cittadina costiera dello Yorkshire bagnata dalle acque del Mare del Nord, Benjamin Fawcett ebbe un’infanzia da figlio unico, cresciuto solo dalla madre. Il padre, capitano di una piccola nave, non lo vide mai. Quando Benjamin nacque, infatti, lui era già in viaggio, e morì in mare l’anno successivo senza aver potuto abbracciarlo nemmeno un volta.
Ad appena 14 anni, Fawcett iniziò ad andare a bottega da William Forth, un libraio e tipografo locale. Rimase lì in veste di assistente per circa sette anni e, quando ebbe imparato tutto ciò che c’era da sapere del mestiere, si trasferì poco lontano, a Driffield, lontano dalla costa, dove aprì la sua di bottega, specializzandosi nel commercio di libri, prodotti di cartoleria e spartiti musicali, ma anche nella stampa tipografica e nella legatoria.
Diventò un maestro della cromoxilografia, ovvero la stampa a colori che si ottiene da blocchi di legno opportunamente incisi. Come racconta il sito benjaminfawcett.co.uk, nato in suo onore, Fawcett «incideva sulle venature del miglior legno di bosso turco che importava, stagionava e preparava personalmente. Produceva meticolosamente i propri inchiostri e acquerelli macinando minerali e mescolando polveri con vernice copale, acqua e fiele di bue come medium. Questo produceva colori con una qualità unica e duratura che rendeva il suo lavoro eccezionale e riconoscibile. Utilizzava solo carta della migliore qualità, spesso importata dalla Francia, senza mai cercare un’opzione più economica. I contemporanei e gli storici lo hanno definito “un genio” e “il migliore degli stampatori a colori dell’epoca vittoriana“».
Rimasto vedovo nel 1834, Fawcett si risposò quattordici anni dopo con una sua assistente, la colorista Martha Porter. All’epoca del secondo matrimonio, aveva già avviato da pochi anni una proficua collaborazione con Francis Orpen Morris, un vicario della chiesa anglicana e appassionato — come Fawcett — di scienze naturali. I due diedero alle stampe diverse opere di altissimo livello, soprattutto per quanto riguarda le tavole illustrate, ma il vero “best seller” fu A History of British Birds, una mastodontica serie in cinque volumi che uscì in fascicoli nell’arco di ben sette anni. A finanziarla fu lo stesso Fawcett, che ne ebbe un ritorno economico importante: le vendite furono talmente grandi (la stessa regina Vittoria acquistava regolarmente i fascicoli) che il tipografo e incisore fu “costretto” a ingrandire l’attività e a spostarsi in uno spazio più ampio, dove abbandonò definitivamente la vendita di libri e cartoleria per dedicarsi completamente alla stampa.

(fonte: rawpixel.com)
Tra i nuovi apprendisti assunti da Fawcett poco prima di buttarsi nell’impresa di A History of British Birds c’era il giovanissimo Alexander Francis Lydon.
Classe 1836, Lydon iniziò — come il suo capo — a soli 14 anni. Terminò l’apprendistato nel 1861, a 25 anni, ma rimase a lavorare per Fawcett con le mansioni di artista e designer.
Insieme, i due diedero alle stampe molte splendide opere illustrate, tra cui Ferns: British and Exotic e Beautiful Leaved Plants.
Tra i meravigliosi frutti della loro collaborazione c’è anche Parrots in captivity, un trattato in tre volumi sull’allevamento dei pappagalli. Uscì in fascicoli tra il 1883 — l’anno in cui Lydon lasciò Driffield per trasferirsi a Londra, continuando però a lavorare con Fawcett — e il 1887. Pubblicato dalla casa editrice londinese George Bell & Sons, è firmato da William Thomas Greene, appassionato allevatore di pennuti esotici e già autore di altri saggi a tema aviario.
I tre tomi si possono sfogliare integralmente qui, qui e qui e contengono oltre 80 tavole che — a detta di Greene (lo scrisse nell’introduzione) — furono per la maggior parte disegnate e colorate da Lydon “dal vivo”, cioè con i pappagalli davanti. Le incisioni, ovviamente, sono opera di Fawcett.
Come in tutti gli altri volumi frutto del lavoro di Lydon e Fawcett, il risultato è strabiliante, sia per i dettagli che per i colori, soprattutto nelle versioni restaurate in digitale dalla piattaforma Rawpixel, che è in possesso di una copia originale del libro e ha messo online le illustrazioni: si possono scaricare gratuitamente, anche in alta risoluzione.

Da “Parrots in captivity”, di William Thomas Greene, illustrato da Alexander Francis Lydon, incisioni di Benjamin Fawcett, pubblicato da George Bell & Sons, Londra, 1884-87
(fonte: rawpixel.com)

Da “Parrots in captivity”, di William Thomas Greene, illustrato da Alexander Francis Lydon, incisioni di Benjamin Fawcett, pubblicato da George Bell & Sons, Londra, 1884-87
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Da “Parrots in captivity”, di William Thomas Greene, illustrato da Alexander Francis Lydon, incisioni di Benjamin Fawcett, pubblicato da George Bell & Sons, Londra, 1884-87
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Da “Parrots in captivity”, di William Thomas Greene, illustrato da Alexander Francis Lydon, incisioni di Benjamin Fawcett, pubblicato da George Bell & Sons, Londra, 1884-87
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Da “Parrots in captivity”, di William Thomas Greene, illustrato da Alexander Francis Lydon, incisioni di Benjamin Fawcett, pubblicato da George Bell & Sons, Londra, 1884-87
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Da “Parrots in captivity”, di William Thomas Greene, illustrato da Alexander Francis Lydon, incisioni di Benjamin Fawcett, pubblicato da George Bell & Sons, Londra, 1884-87
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Da “Parrots in captivity”, di William Thomas Greene, illustrato da Alexander Francis Lydon, incisioni di Benjamin Fawcett, pubblicato da George Bell & Sons, Londra, 1884-87
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Da “Parrots in captivity”, di William Thomas Greene, illustrato da Alexander Francis Lydon, incisioni di Benjamin Fawcett, pubblicato da George Bell & Sons, Londra, 1884-87
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