La nuova edizione di Posterheroes vuole ridefinire la narrazione sulla disabilità

Quando ero bambino avevamo in classe con noi, alle elementari, Raffaele. La maestra ce lo presentò come un “compagno speciale”. Raffaele era “handicappato”, così lo definì l’insegnante stessa, mentre mia nonna prediligeva un altro termine: “infelice”. Raffaele ci seguì fino alle medie, dove ebbe una stanzetta tutta per sé e per il suo educatore (stanzetta nella quale talvolta ci mandavano, alcuni in premio e altri in punizione — ma senza mai senza dirlo che era una punizione —, nel caso facessimo troppa confusione, o se avevamo finito prima il compito in classe), e dove si guadagnò una nuova etichetta: “portatore di handicap”, ché “handicappato” era nel frattempo diventata una brutta parola, così come il finto-compassionevole “infelice” di mia nonna e il crudo “minorato”, che è come sarebbe stato chiamato fino a qualche anno prima.
Giunti alle superiori, mentre una prima ondata di politicamente corretto suggerì espressioni come “non vedente”, “non udente” e “diversamente abile”, poi passate in disuso, Raffaele l’abbiamo perso definitivamente di vista, e da allora il vocabolario ha continuato a scricchiolare e a scivolare ogni qual volta si sia tentato di etichettare un ampio spettro di condizioni che presuppongono una parziale o totale assenza, a livello fisico e/o mentale, di quella fantomatica “normalità”, che, per etimologia — viene dal latino norma, cioè “regola”, “modello”, che è a propria volta un adattamento del greco gnomon, ovvero “regolo”, “squadra”, “asta graduata” —, ha a che fare con le misure giuste e implica, dunque, come tutto ciò che ricada al di fuori del “modello” sia inesorabilmente sbagliato.
La stessa parola “disabile” — alla quale oggi si preferisce “persona con disabilità”, per non identificare la persona con la sua condizione — contiene comunque la particella dis-, che, ci insegnano i dizionari, porta con sé un significato dispregiativo, peggiorativo o (cito Treccani) «rovescia il senso buono o positivo della parola a cui si prefigge».

In pratica, finché in questo e in altri ambiti esisterà una norma, uno standard cui conformarsi, sarà durissima trovare le parole giuste, neutre, senza sfumature positive o negative.
Si può però tentare, intanto, di cambiare la narrazione che ruota attorno alla disabilità, ed è proprio questo il tema della nuova edizione di Posterheroes, prestigioso concorso internazionale di poster art, nato a Torino ormai 13 anni fa, e da allora impegnato ad affrontare, anno dopo anno, i temi più caldi e talvolta controversi della nostra contemporaneità, per stimolare il dibattito e innescare sacrosante riflessioni.

«Di fronte alla costante crescita delle disuguaglianze, diventa urgente rafforzare la cooperazione ed educare alla solidarietà e all’empatia per riconoscere il valore e la dignità di ogni individuo, indipendentemente dalle abilità o caratteristiche. Attraverso un’azione collettiva, è necessario promuovere una narrazione della disabilità che non sia né positiva né negativa, ma semplice espressione della diversità che caratterizza il genere umano» spiegano dall’Associazione Culturale Plug, ideatrice dell’iniziativa fin dalla primissima edizione del concorso, al quale ogni anno partecipano migliaia di talenti della grafica e dell’illustrazione da tutto il mondo.

Intitolato Beautifully Diverse, il contest, promosso da Plug insieme alla cartiera Favini, al Centro internazionale di formazione dell’ILO e alla Fondazione Time2, «mira a promuovere una nuova rappresentazione della disabilità, riflettendo sul concetto di normalità e di giustizia sociale».
Per partecipare si deve inviare un poster-manifesto di dimensioni 70×100 cm, per provare a vedere la propria opera selezionata tra le 40 che diventeranno protagoniste di mostre e pubblicazioni, o vincere una delle due menzioni speciali con premi in denaro (2500 Euro quello messa in palio da Favini; 1500 quello di Fondazione Time2).
Quest’anno, tra l’altro, c’è anche la possibilità di inviare, per la prima volta, anche se fuori concorso, dei lavori prodotti con la AI.

Tutte le informazioni si scaricano qui. La deadline è fissata al 27 agosto 2023.

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