Organizzata da Kunst Meran Merano Arte, l’esposizione è nata a partire dalle poesie tipografiche che i due realizzarono a partire dal loro incontro, nel ’95
Era il 1995 e a Verona veniva organizzata la quarta e ultima edizione del Premio Internazionale Biennale Felice Feliciano per la storia, l‘arte e la qualità del libro, evento che riuniva bibliofili, grafici, tipografi da tutto il mondo1.
Fu in quell’occasione che Heinz Waibl e Siegfried Höllrigl si incontrarono per la prima volta, gettando le basi per un’amicizia che avrebbe portato a numerosi incontri — per parlare e lavorare insieme.
Classe 1931, Waibl nel ’95 era ormai uno dei mostri sacri della comunicazione visiva italiana. Nato a Verona da una famiglia originaria di Merano, studiò al Liceo Artistico di Milano, dove fu compagno di banco niente meno che di Massimo Vignelli. All’epoca Waibl frequentava già alcuni tra i più importanti nomi del design e della grafica milanese, soprattutto presso lo Studio Boggeri, che allora era uno dei centri focali dell’industria creativa italiana.
Durante una cena a casa di Enrico Vignelli, cugino di Massimo, Waibl conobbe il grande Max Huber, che diventò per lui una sorta di mentore, e per il quale andò poi a lavorare come assistente. «Vi fu subito intesa tra di noi» raccontò2 in seguito Waibl. «Terminato il liceo artistico ho iniziato a frequentare il Politecnico di Milano, ma non mi sentivo coinvolto dalle lezioni, preferivo “fuggire” e raggiungere lo studio di Max Huber, lo trovavo molto più stimolante».
A partire dal ’54, collaborò con tutte le più importanti aziende dell’Italia del dopoguerra, dalla Rinascente alla Standa, da Brionvega a Olivetti, da Pirelli a Montecatini, dalla Rai a Ricordi. Nel ’57 iniziò la sua attività di freelance, realizzando numerosi marchi (tra cui quello dello storico negozio romano Magazzini allo Statuto — meglio conosciuto come Mas, ormai chiuso ma per decenni una vera istituzione della capitale) e, qualche anno più tardi, venne nominato docente presso la Scuola Umanitaria di Milano, ancora una volta a fianco di Huber, col quale disegnò pure un carattere tipografico, il Program.
Nel ’67 raggiunse il suo vecchio amico Vignelli negli Stati Uniti, dove iniziò a collaborare con Unimark International. Si stabilì prima a Chicago e in seguito, per un breve periodo, a New York. Da lì volò poi alla sede di Unimark di Johannesburg, per poi rientrare in Europa nel ’71, anno in cui iniziò anche a insegnare visual design nella stessa scuola che lui aveva abbandonato: il Politecnico di Milano.
Nel ’74, insieme a Laura Micheletto — che sarebbe poi diventata la sua seconda moglie (la prima fu Agnese Donatelli) — fondò lo Studio Signo.
Nel periodo in cui l’avvento di nuovi strumenti di lavoro iniziarono a traghettare Waibl — e, più in generale, il mondo della progettazione visiva — dall’analogico al digitale, gli anni ’80, in quel di Bolzano apriva i battenti Offizin S., bottega tipografica, laboratorio grafico e letterario e spazio espositivo nato dall’idea di Siegfried Höllrigl.
Meranese, classe 1943, Höllrigl è un maestro stampatore. Formatosi come apprendista presso la tipografia Pötzelberger di Merano, ha lavorato come linotipista e correttore di bozze, nel frattempo studiando disegno con l’artista austriaco Robert Scherer.
Diplomatosi nel ’72 al Liceo Artistico Statale di Verona, nell’81 ha prodotto il suo primo libro, Nix Anno Domini, e nell’85 — nel periodo di transizione in cui molte tipografie dismettevano i loro macchinari per passare ai nuovi sistemi di stampa — pensò bene di acquistare la strumentazione della tipografia Ferrari & Auer di Bolzano e di aprire la sua officina («Guardando alcuni caratteri mobili in un cassetto, nel 1985, mi sono convinto di volermi dedicare all’avventura della private press» raccontò lo stesso Höllrigl a Franz Magazine durante un’intervista di qualche anno fa).
Dopo due anni nel capoluogo altoatesino, nell’87 si trasferì qualche chilometro più a nord: a Merano, appunto, dove il laboratorio sorge ancora oggi, al numero 5 di Hallergasse, un luogo discreto ma conosciuto a livello internazionale da bibliofili e amanti della stampa tipografica.
Qui, dopo il loro incontro a Verona, Waibl e Höllrigl lavorarono spesso insieme. Il designer era affascinato dalle macchine da stampa e dai processi di lavoro, che gli ricordavano l’inizio della sua carriera.
Presso la Offizin S. i due sperimentavano con la stampa a mano, arrivando a produrre una cartella di opere — la Passerblätter — costituita da sette tipoesie, o typoésie, poesie tipografiche realizzate con caratteri mobili in legno e piombo.
Proprio da qui — da questo lavoro a quattro mani che fu la summa dell’amicizia e della stima professionale che legò Höllrigl a Waibl, scomparso nel 2020 — è stata costruita la grande mostra Typoésien – Heinz Waibl, Siegfried Höllrigl, organizzata dallo spazio per l’arte contemporanea Kunst Meran Merano Arte.
L’esposizione, inaugurata il 24 febbraio, proseguirà fino al 4 giugno 2023 ed è sia la prima retrospettiva postuma di Waibl che la più grande mostra finora organizzata con i lavori di Höllrigl.
Focalizzando l’attenzione sulla tipografia e sulla grafica, Typoésien — curata da Andrea Muheim, Kuno Prey, Ursula Schnitzer, Lioba Wackernell — presenta alcune tra le più significative opere di entrambi.
In occasione dell’evento — prodotto in collaborazione con il Brennerarchiv dell’Università di Innsbruck, dove è conservato il fondo di Siegfried Höllrigl, e con il m.a.x. museo Chiasso, che custodisce il lascito di Heinz Waibl, con il patrocinio dell’associazione AGI – Alliance Graphique Internationale — è stato anche allestito al terzo piano di Merano Arte un laboratorio di stampa.
Qui il pubblico potrà provare diverse tecniche di stampa a mano e, durante i mesi della mostra, si terranno diversi laboratori.