I progetti vincitori di Ung Svensk Form 2023

L’iniziativa premia i migliori giovani talenti svedesi o che studiano in Svezia. Sono tutti nomi da tenere d’occhio perché probabilmente destinati a una bella carriera

Nato nel 1998 dall’impegno e dalla volontà di Svensk Form, associazione senza scopo di lucro incaricata dal governo svedese di promuovere il design e l’artigianato nazionale in patria e all’estero, e di Form/Design Center, centro attivo a Malmö fin dagli anni ’60 e focalizzato sul supporto di architettura, design e artigianato, Ung Svensk Form da ormai un quarto di secolo si occupa di promuovere il talento e il lavoro di studentesse e studenti delle scuole di progettazione svedesi e degli alunni svedesi che studiano all’estero.

Organizzata da Svensk Form e da IKEA Museum in collaborazione con il Kulturhuset Stadsteatern e con la Città di Malmö, l’iniziativa si sviluppa in una mostra itinerante, che ogni anno vede protagonisti i migliori progetti, scelti da una giuria.
Oltre all’esposizione — che per circa 18 mesi gira per il paese e anche al di fuori dei confini nazionali — vengono assegnate delle borse di studio, offerte da aziende e istituzioni come Arvet, IKEA, Artek, Kvadrat, Lammhults Möbel, Massive Entertainment, il Röhsska museet, Swedish Tanners, Stockholm Furniture Fair, String Furniture e Swedish Wood.

Di seguito tutti i progetti selezionati.
Si tratta di lavori molto differenti, che vanno dal design di mobili ai prodotti tessili, dalla tipografia alle sperimentazioni con l’Intelligenza Artificiale, dall’animazione ai giocattoli.
Molti di essi hanno come temi centrali il riuso dei materiali (plastiche, legno, mattoni, persino abiti per l’infanzia), il basso impatto ambientale e l’aggiornamento in chiave contemporanea di tecniche e tecnologie tradizionali.


Efterlevnadsliv
di Lovisa Ingman

«La sedia Efterlevnadsliv (La vita della conformità) è fatta di materiali riciclati come frigoriferi, tastiere e coperture di plastica per barche. Queste plastiche mi hanno guidato in ogni fase. Dalla ricerca e progettazione, all’esplorazione del loro potenziale di riciclo. La mia speranza era di dare ai rifiuti di plastica un nuovo valore e una nuova vita».


Foto courtesy: Ung Svensk Form


Spread
di Olof Davidsson

«L’idea è che la poltrona crei uno spazio sicuro dove potersi raggomitolare e staccare dal mondo. È stato sorprendentemente veloce da realizzare e mi sono divertito molto a farlo. La poltrona è fatta di betulla».

Progetto vincitore della borsa di studio offerta da Swedish Wood.


Foto courtesy: Ung Svensk Form


Super Superficial
di Laura Kjær

«Super Superficial è una poltrona che rivendica il proprio posto e lo riempie di colori e ornamenti vivaci, invitando l’utente a rilassarsi e a fare lo stesso. Combinando un’antica tecnica di intarsio al moderno taglio a laser, ho esplorato il potenziale della superficie come luogo di potere e cambiamento attualizzato».

Progetto vincitore della borsa di studio offerta da Kvadrat e di quella offerta da Swedish Wood.


Foto courtesy: Ung Svensk Form


Biomimicry Furniture Design
di Olle Sahlqvist

«Il mobile è fatto di micelio, che è la rete sottostante un fungo, insieme ad acqua, fibre di legno, farina e tempo. Si tratta di un mobile coltivabile con un’impronta carbonica negativa. La sedia di micelio è formata e ispirata da funghi, fatta di funghi, per i nostri funghi».

Progetto vincitore della borsa di studio offerta da Swedish Wood.


Foto courtesy: Ung Svensk Form


Essing
di Simon Bågstam

«Non tutto era migliore prima, ma alcune cose meritano di essere guardate in un nuovo contesto. Volevo vedere come un designer possa ispirarsi all’artigianato tradizionale. Per la costruzione, i materiali e l’estetica delle mie sedie ho preso spunto dalle mie esperienze nell’arte della costruzione di barche».

Progetto vincitore della borsa di studio offerta da IKEA e di quella offerta da Swedish Wood.


Foto courtesy: Ung Svensk Form


Sandhagen 2
di Frida McDavitt Wallin

«Ho creato un interno riutilizzando elementi architettonici di un edificio demolito. Il mio progetto analizza come la vita passata di un materiale influenzi la sua vita futura e se il riutilizzo possa essere motivato non solo dalla sostenibilità ma anche da uno scopo estetico».

Progetto vincitore della borsa di studio offerta da Swedish Wood.


Foto courtesy: Ung Svensk Form


Granland
di Simon Mattisson

«Ho sviluppato per la stampa 3D un composito di legno, ricavato da legno danneggiato dal bostrico dell’abete rosso1. Ho utilizzato il materiale per progettare e produrre una collezione di mobili ispirata ai disegni che il coleottero scava sotto la corteccia dell’abete rosso».

Progetto vincitore della borsa di studio offerta da Lammhults Möbel.


Foto courtesy: Ung Svensk Form


Uncanny Spaces
di Christoffer Jansson

«Le immagini interne ci consentono di esprimere e modificare la nostra identità sui social media. Nel mio progetto, creo un appartamento digitale e lo faccio sembrare la mia vera casa utilizzando immagini renderizzate su Instagram. Una sezione dell’appartamento è realizzata con una fresa CNC per ottenere una scultura che incapsula fisicamente lo spazio digitale».

Progetto vincitore della borsa di studio offerta da Arvet.


Foto courtesy: Ung Svensk Form


På nya Spår
di Axel Danhard

«På nya Spår (Su nuove tracce) è un’esplorazione basata sui materiali, in cui ho raccolto, rotto e rielaborato cemento, mattoni e pavimentazioni per creare smalti ceramici. Il processo ha conferito ai vasi un’estetica e un’identità che suggeriscono un edificio di Göteborg verso l’alto e verso l’esterno, e le tracce lasciate dietro di sé».

Progetto vincitore della borsa di studio offerta da The Röhsska Museum and Dynamo Väst.


Foto courtesy: Ung Svensk Form


Letters from Utopia
di Lars Høie

«Letters from Utopia è una collezione di caratteri tipografici che esplorano idee di eclettismo e ornamento. A questi caratteri viene dato spazio per giocare in un colorato esemplare stampato in risograph, dove sono liberi di mescolarsi e interrompersi, sovrapporsi e abbracciarsi, da soli o come collage di testi».


Foto courtesy: Ung Svensk Form


*madímì
di Taurai Valerie Mtake

«*madímì è un progetto in progress che si occupa della rinascita della scrittura simbolica Nguni, esaminando le conoscenze indigene incorporate nei sistemi di scrittura. L’obiettivo è quello di scoprire come questa conoscenza possa essere portata in modo autentico e ponderato nella pratica visiva contemporanea e trasmessa alle generazioni successive».


Foto courtesy: Ung Svensk Form


Seemingly ordinary
di Karin Bäckström

«Nel mio lavoro utilizzo materiali che trovo nei mercatini delle pulci e nei negozi di seconda mano. Oggetti fatti con maestria e creati da qualcuno che spesso rimane sconosciuto. Ogni filo intrecciato, lavorato all’uncinetto o ricamato nasconde storie ed emozioni».


Foto courtesy: Ung Svensk Form


Mother Elizabeth
di Hedvig Ljungström

«Mother Elizabeth è realizzato con vecchi abiti da bambino — una risorsa trascurata quando si parla di sovraconsumo e di montagne di rifiuti. Con un design ispirato all’opulenta moda rinascimentale, voglio dare ai piccoli abiti una nuova espressione e un nuovo scopo. Conclusione: vecchio + vecchio = nuovo».


Foto courtesy: Ung Svensk Form


Woven change, shifting expressions
di Sophie Jungkvist

«Woven Change, Shifting Expressions sono trame mutevoli. Gli strati adattabili si spostano con un semplice movimento della mano. Un ordito diafano in monofilamento permette alla trama di cambiare trasparenza e motivi. Influenzata dalle tende veneziane, desidero svelare il cambiamento incorporato in una struttura tessuta».

Progetto vincitore della borsa di studio offerta da Stockholm Furniture Fair.


Foto courtesy: Ung Svensk Form


The Story of a Dress
di Matilda Envall

«Ho realizzato una collezione in seta croccante e poliestere sintetico lucido, dove gli elementi grafici appaiono come nitidi disegni a inchiostro su un rosa tenue. Un abito vintage è stato il mio oggetto di studio e la mia musa, e l’ho usato per esplorare l’essenza sfuggente della femminilità».


Foto courtesy: Ung Svensk Form


Tied / Firmly Tied
di Maja Möller

«Volevo creare illusioni ottiche che catturassero la curiosità degli spettatori e li spingessero ad avvicinarsi. I motivi sono nodi gordiani che si muovono sui fili in 3D. Mi sono ispirata alle insegne al neon, ai graffiti, ai vecchi arazzi. Volevo mostrare come l’artigianato tradizionale potesse intrecciarsi con le espressioni moderne».


Foto courtesy: Ung Svensk Form


Actissance
di Ebba Hedlund

«Actissance è stato progettato per ridefinire ciò che l’abbigliamento tecnico è, e può essere. Incrociando dettagli e influenze di abiti storici con aspetti tecnici, questo progetto cerca di aprire i sensi a una nuova estetica, per trovare un potenziale nuovo “gruppo target” in cui tutti possano indossare abiti tecnici».


Foto courtesy: Ung Svensk Form


2–in–1 designs, Distorted to fit
di Mia Bøgedal

«È la storia di come vediamo noi stessi. In un mondo in cui naturalismo e surrealismo si scontrano, questi abiti sono un profondo equilibrio asimmetrico. Si nascondono dietro una versione allegorica di sé stessi, visibile solo una volta riflessi in posizione invertita. Due storie che si intrecciano come una sola».


Foto courtesy: Ung Svensk Form


ON / OFF Grid
di Martina Claesson e Luisa Wirth

«Abbiamo sviluppato un sistema modulare di illuminazione alimentato dal sole, per stand di mercati all’aperto di diverse dimensioni, nelle zone equatoriali. Raccoglie l’energia dal sole cocente durante il giorno e la utilizza per continuare a vendere di notte. La costruzione consente una produzione economica e semplice».


Foto courtesy: Ung Svensk Form


Carbon Care Work
di Oliver Weglinski

«Ho studiato come gli abitanti della Scandinavia settentrionale potrebbero vivere, lavorare e giocare in un futuro in cui la rimozione del diossido di carbonio è attuato secondo un’etica di cura e rigenerazione, invece che in modo tecnocratico ed economicistico come descritto in diagrammi e modelli climatici».


Foto courtesy: Ung Svensk Form


Photographs from Stockholm
di David Selander

«Nell’Intelligenza Artificiale intravediamo un nuovo mezzo. A causa del breve tempo trascorso sulla Terra dai modelli linguistici, nessuno ha mappato i possibili scopi di questi strumenti. Io ho voluto creare uno scopo. Con una serie di limitazioni all’infinità di queste macchine, ho sviluppato un framework per esaminare ed espandere costantemente un’idea specifica: Stoccolma».


Foto courtesy: Ung Svensk Form


Hemi
di Natalia Ikebara

«Hemi è un giocattolo terapeutico che motiva i bambini con disabilità motorie alle braccia a continuare a fare esercizio nell’ambiente domestico. Il mio obiettivo era creare una soluzione che trasformasse l’allenamento ripetitivo in esercizi ludici, rendendo possibile una terapia a lungo termine per questi bambini».


Foto courtesy: Ung Svensk Form


Dance My Puppet
di Jasmijn Kooijman

«Ho realizzato un cortometraggio in stop-motion che ritrae ansiosi richiedenti asilo, attivisti arrabbiati e obbedienti addetti ai lavori, tutti bloccati dalla burocrazia dell’agenzia per l’immigrazione. In un mondo di cartone, i personaggi si muovono come marionette, controllati da una struttura sociale che assegna loro ruoli specifici».


Foto courtesy: Ung Svensk Form

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