Font Master: l’app per competere con nerd della tipografia di tutto il mondo nel riconoscere e distinguere font

Sviluppata da un’agenzia italiana, è arrivata da poco sugli app store di Apple e Google

Non so chi sia Matttt. E neppure che faccia abbiano CuriousBrush67 e PangurBan, ma mi tolgo il cappello di fronte a loro perché nel momento in cui scrivo sono ai primi tre posti di una classifica piena di “font-nerd”, persone che sanno distinguere e riconoscere caratteri tipografici anche in mezzo ad altri assai simili; che quando vanno in giro ti dicono se quel cartello in vetrina è un pastrocchio tipografico e se il kerning è tremendo; che sanno a memoria il sestetto “magico” di Vignelli; che saprebbero elencare più nomi di font che di compagne e compagni di scuola delle elementari e delle medie.
La classifica di cui parlo è quella di Font Master, una nuova app sviluppata dall’agenzia glueglue, studio creativo di base a Pavia fondato nel 2007 da Matteo Lo Manto e Fabian Niederkofler.

Oltre a lavorare a tempo pieno per i propri clienti, da glueglue si portano avanti anche progetti “laterali”, che non pagano bollette e stipendi ma che in compenso servono a tenersi in allenamento, a sperimentare nuove idee o, più semplicemente, a divertirsi un po’ con le proprie passioni senza dover rendere conto a clienti e chicchessia.
Font Master è esattamente uno di questi progetti. Lanciato poche settimane fa, è ancora in una fase non definitiva ma promette già benissimo. Si tratta, appunto, di una sfida a riconoscere i caratteri tipografici: «i font, che a migliaia affollano il mondo nelle strade, sui cartelloni, sui palazzi ma anche il mondo digitale dai siti alle app che usiamo tutti i giorni, sono i protagonisti di questo esperimento» spiegano dall’agenzia.

(courtesy: glueglue)

Il funzionamento è semplice: quando si gioca si hanno dieci secondi per indovinare uno dei 102 caratteri possibili, scegliendo tra tre diverse risposte, spesso piene di ironia e strizzatine d’occhio (per fare qualche esempio: c’è l’alternativa tra Futura, Presenta e Passeita, oppure tra Gin Sans, Gill Sans e Tonic Sans; in altri casi la risposta assurda è una sola; in altri ancora i caratteri elencati esistono tutti e, se non si conosce il font giusto, si deve andare — velocemente — per esclusione).
Se si sbaglia, si ricomincia da capo.

«I protagonisti del gioco vanno dai font più classici come il Baskerville, un serif font la cui creazione risale addirittura al 1750, all’Helvetica, uno dei sans-serif più utilizzati ed amati dai designer degli ultimi decenni e sviluppato nel 1957 da Max Miedinger e Eduard Hoffmann. Si arriva quindi ai font più contemporanei come il Basier, creato nel 2018 dallo studio spagnolo Atipo e a font molto recenti e addirittura open source come il Karla, disegnato da Jonathan Pinhorn. Infine, non potevano mancare i font più criticati della storia, come il Comic Sans ed il Papyrus, creato da Chris Costello nel 1982 e protagonista di numerosi meme e video online, largamente odiato dalla design community e considerato da sempre un font non font» dicono da glueglue.

(courtesy: glueglue)
(courtesy: glueglue)

Azzeccare la risposta giusta sembra al contempo più facile e più difficile di ciò che è in realtà. Perché in effetti 10 secondi possono dare la sensazione di essere tantissimi, ma anche pochissimi. Eppure, dopo qualche tentativo finito male, ci si prende la mano e si va molto più speditamente. Quando si comincia a sentire una certa sicurezza, tuttavia, arriva il secondo livello, dove invece di un’intera frase, come nel primo (si tratta di celebri massime a tema grafico, tipografico e creativo), bisogna basarsi su una sola parola, e le tre possibili risposte sono molto più complicate.
Al terzo livello — dove si può vedere solo una lettera, e dunque occorre affidarsi solo ai dettagli per meritarsi il titolo di Font Master — non sono ancora riuscito ad arrivare. Mi sono fermato a 37 punti (il SassettoSorsetto che al momento è al 22º posto sono io) e sono bloccato lì da una settimana. Immagino che verrò presto buttato fuori dalla classifica, dato che raccoglie i risultati degli ultimi 30 giorni di gioco e, dopo questo articolo, spero di veder arrivare un sacco di potenziali campionesse e campioni (Matttt, watch your back!).

(courtesy: glueglue)

Insomma, gli ingredienti sono quelli del “gioco-droga” che ti tiene lì per minuti, poi ore, poi giorni: semplicità, rapidità e competizione con sé stessi e con gli altri concorrenti.

Come ho già accennato, quella che si può scaricare dall’app store di Apple e da Google Play è una versione ancora giovane e ci sono margini di miglioramento. Sarebbe interessante, ad esempio, avere una sezione in cui si parli brevemente dei caratteri presentati, magari “sbloccandoli” quando li si indovina. E pure un modo per condividere su Twitter il punteggio realizzato (così da potersi “bullare” con altre e altri font nerd).
Entrambi i suggerimenti li ho fatti presente a Federica Corneli, UX/UI designer di glueglue, che mi ha risposto che «anche noi avevamo pensato ad inserire informazioni sui caratteri, magari quando si sbaglia nella speranza che poi l’informazione aiuti a ricordare meglio quel carattere. Questa e altre funzionalità le abbiamo lasciate fuori, almeno all’inizio, per riuscire a creare e pubblicare l’app in tempi brevi trattandosi appunto di un nostro side project, ma speriamo di riuscire ad integrarle a breve».

In attesa che inseriscano la funzione di condivisione del punteggio via social, se volete potete pavoneggiarvi qui sotto nei commenti :)

(courtesy: glueglue)
(courtesy: glueglue)
(courtesy: glueglue)
(courtesy: glueglue)
(courtesy: glueglue)
(courtesy: glueglue)
Un messaggio

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